Tuttavia, fino a che l’elaborazione restava limitata ai sistemi informativi aziendali, le informazioni che venivano raccolte erano contenute e la loro gestione non richiedeva elaborazioni troppo avanzate. A partire dalla seconda metà degli anni 2000 qualcosa ha però iniziato a cambiare: la diffusione degli “smartphones” ha consentito alle aziende di creare un legame molto più diretto con i propri clienti, permettendo loro di comprenderne meglio le esigenze e i desideri, grazie ad una mole di dati sempre più ingente, integrata anche da tutte le informazioni legate alla operatività dell’azienda e allo sviluppo dell’Industria 4.0.
Presto ci si accorse che il valore di queste informazioni, generate dai clienti e dai fornitori, era enorme e su questo sono state costruite le fortune di aziende globali come Google, Facebook, Baidu, eccetera. Queste aziende hanno anche rivoluzionato l’intelligenza artificiale, portandola da disciplina di nicchia, praticata da selezionati gruppi di ricercatori in ambito accademico, a diventare un “utensile” fondamentale per le aziende stesse.
In questo scenario emerge la crescente necessità di aziende, organizzazioni e istituzioni di personale tecnico qualificato in grado di elaborare, gestire e valorizzare questi dati.
La figura del “Data Scientist”, l’ingegnere esperto in scienza dei dati, è pertanto sempre più richiesta in svariati settore dell’economia e si occupa di elaborare modelli e strategie con l’obiettivo di estrarre conoscenza dai dati stessi generando valore aggiunto per l’organizzazione. A livello operativo, il tutto si traduce nell’analisi e nell’interpretazione dei dati a disposizione attraverso l’uso di particolari tecniche di intelligenza artificiale e apprendimento automatico (machine learning), al fine di identificare possibili trend e sviluppare modelli predittivi di qualità e di alta accuratezza.
Il Data Scientist è quindi un professionista che coniuga un mix di competenze tecniche avanzate legate a diversi settori, tra cui statistica, matematica, programmazione e intelligenza artificiale, cui si uniscono giocoforza spiccate capacità analitiche, creatività, abilità comunicative e la capacità di lavorare in team multidisciplinari. Tra i possibili settori d’impiego figurano, solo per citarne alcuni, la finanza, con il comparto “Fintech” in evoluzione, il commercio e il marketing, settori dell’economia sempre più digitalizzati, l’industria farmaceutica, il settore medicale, il turismo, ma anche lo sfruttamento sostenibile delle risorse energetiche.
Al di là della richiesta del mercato e delle opportunità legate ad una professione sempre più attrattiva, la vera sfida riguarda la formazione dei futuri esperti. Il distacco dei giovani dalle discipline associate ai settori della matematica, dell’informatica, delle scienze naturali e della tecnologia (MINT) è una tendenza ormai consolidata in Svizzera e in Europa e i dati non mentono: il numero di ingegneri formati ogni anno in Svizzera non soddisfa le necessità di un’economia fortemente orientata all’innovazione. Occorre dunque sensibilizzare le giovani generazioni affinché percepiscano la necessità delle aziende di figure specializzate nelle discipline tecniche ed intuiscano le molteplici opportunità legate ad una carriera professionale in questi settori. L’intelligenza artificiale renderà obsolete molte professioni, ma allo stesso tempo creerà nuove posizioni e opportunità per chi saprà sfruttarne le potenzialità.
Il sistema universitario ticinese è giovane e proprio per questo dispone di una elevata dinamicità e anche in Ticino sono nate alcune proposte interessanti. Tra queste figura il Bachelor in Data Science and Artificial Intelligence proposto dal Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI. Si tratta di un nuovo corso di laurea che offre una formazione fortemente orientata alla pratica, arricchita dal contatto con le aziende del territorio presso le quali studentesse e studenti hanno la possibilità di svolgere progetti di diploma e altre attività didattiche. Non mancano gli elementi innovativi quali gli Hackathon e i Data Challenge, vere e proprie sfide volte a consolidare le competenze tecniche attraverso un’esperienza di condivisione e lavoro in team multidisciplinari.
A questa proposta a livello Bachelor si sommano le specializzazioni offerte dal Master in Ingegneria SUPSI in Data Science e dal Master USI in Intelligenza Artificiale, a conferma delle diverse carte che la formazione del Canton Ticino può giocare in questo settore strategico. L’erogazione dei corsi in lingua inglese consentirà inoltre di aprire le porte anche a studenti provenienti da altre regioni: una tendenza in parte già in atto su cui fare leva in prospettiva.
La sfida per il coinvolgimento delle giovani generazioni passa anche dalla sensibilizzazione dei bambini in età scolastica. Anche in questo contesto le attività di divulgazione promosse da SUPSI e USI in collaborazione con i partner del territorio quali Ated, Lugano Living Lab e altri, costituiscono un tassello fondamentale per la crescita di consapevolezza dei più piccoli rispetto alle nuove tecnologie digitali.
Formazione, divulgazione e sensibilizzazione sono questi gli ingredienti fondamentali per fronteggiare la diffusione di tecnologie sempre più presenti ed impattanti sulla nostra società e cogliere al meglio le opportunità associate al loro utilizzo. Il settore universitartio ticinese sta quindi facendo la sua parte. Ora tocca alle aziende del territorio cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla collaborazione con le istituzioni accademiche, per esempio mediante il programma di co-finanziamento Innosuisse, che rappresenta una opportunità da non mancare.