Direttore Cieslakiewicz secondo lei ci siamo lasciati alle spalle il difficile momento storico? BancaStato come esce da questi due anni complicati?
Io credo che piano piano stiamo imboccando la strada giusta. L’avanzata dei piani vaccinali ha consentito di applicare importanti allentamenti delle disposizioni anti-Covid19. L’economia, insomma, ha ricominciato a tirare il fiato e le previsioni degli esperti parlano di una ripresa nettamente al di sopra della media. Ad ogni modo occorre una sana dose di prudenza: di sicuro il Coronavirus ci ha insegnato che le previsioni possono essere disattese.
Eventuali nuove misure sanitarie, ad esempio dovute alla comparsa di varianti che potrebbero “sfuggire” al vaccino, avrebbero serie ripercussioni sull’andamento economico. Tutti quanti naturalmente auspicano che si continui effettivamente nell’attuale direzione. Occorre dire che l’attuale ripresa
è anche figlia degli importanti sforzi compiuti “a monte” da Confederazione, Cantoni e Comuni.
Penso in particolare ai cruciali crediti Covid-19, che hanno fornito vere e proprie boccate d’ossigeno a un’economia improvvisamente in grave difficoltà. In tale frangente hanno svolto un ruolo importante gli istituti di credito e le aziende stesse, che hanno mostrato grande capacità di adattamento. Quanto a BancaStato, possiamo dire che abbiamo retto bene alla crisi. Siamo riusciti a ottenere, nel 2020, risultati all’altezza di quelli dell’anno precedente e a garantire il finanziamento al progetto “Vivi il tuo Ticino”.
Il 2021 è almeno finora contraddistinto da ottimi risultati e – salvo imprevisti – contiamo di chiudere altrettanto bene l’anno. Tutto ciò si inserisce in una scia di risultati improntati alla crescita, frutto di variabili di mercato ma anche degli importanti sforzi compiuti a livello di strategie aziendali.
Le conseguenze della crisi pandemica sono anche state positive. Pensiamo all’accelerazione di alcuni processi informatici in atto. In che modo il lavoro di BancaStato è cambiato?
La pandemia ha rappresentato uno scenario molto complesso che ha anche funto da catalizzatore di fenomeni che erano già in atto.
Pensiamo al telelavoro. Prima del Coronavirus era tecnicamente possibile, ma almeno alle nostre latitudini non era ancora entrato capillarmente nella cultura aziendale.
In BancaStato, ad esempio, non era pratica corrente. Durante l’emergenza sanitaria si è dovuto fare di “necessità virtù” e ora questo
approccio rientra nella panoplia di strumenti a disposizione delle risorse umane.
Naturalmente, non tutti i mestieri presenti in banca si prestano al telelavoro, ma è plausibile pensare che, laddove possibile, saranno offerte soluzioni che ne tengano conto. Proprio di recente, ad esempio, abbiamo aggiornato il “parco PC” e fornito nuovi computer che favoriscono il concetto di postazioni mobili.
Ad ogni modo, a prescindere dal telelavoro, occorre ricordare che il contesto pre-pandemico era già caratterizzato da un’esigenza che rappresenta una sfida per molti settori, compreso quello bancario: la digitalizzazione. Ebbene, le banche, anche prima del Covid, si trovavano nella necessità di aggiornarsi digitalmente su tutti i fronti.
Pensando all’esperienza cliente”, ecco il motivo per cui BancaStato aveva ad esempio già iniziato ad arricchire i suoi prodotti, i suoi servizi e i suoi canali dal punto di vista digitale. Durante la pandemia, tali aspetti si sono rivelati oltremodo preziosi: basti pensare alla video identificazione con cui è possibile diventare cliente tramite un PC e una webcam, senza dunque presentarsi fisicamente in Banca.
La pandemia ha forse anche accelerato alcune abitudini della clientela, facendole scoprire la “comodità” di relazionarsi a distanza, ma per BancaStato, nonostante tutto, la vicinanza fisica con il territorio e i clienti resta molto importante.
Le PMI, a cui Ticino Economico si rivolge, sono un vostro punto di riferimento. Come le avete sostenute, ma soprattutto quali sono gli strumenti a disposizione per agevolarle anche nel prossimo futuro?
Ci siamo subito attivati per sostenerle e questo anche alla luce del nostro mandato pubblico. Abbiamo ad esempio sospeso subito il pagamento degli ammortamenti per le PMI, sino a fine settembre 2020. Abbiamo iniziato a dialogare con il Cantone ed eravamo pronti a lanciare un fondo per crediti d’urgenza, ma nel frattempo la Confederazione ha lanciato il programma dei “crediti Covid-19” al quale BancaStato ha partecipato a pieno regime.
Abbiamo poi finanziato il progetto “Vivi il tuo Ticino”, promosso su impulso del Dipartimento delle finanze e dell’economia e dell’Agenzia Turistica Ticinese, teso a sostenere il settore alberghiero e turistico. Tra l’altro sosteniamo anche l’attuale seconda edizione di tale progetto. Quanto al prossimo futuro,
continueremo certamente a fare la nostra parte tramite i nostri prodotti e servizi e tramite la nostra particolare vicinanza a chi, ogni giorno, concorre a produrre ricchezza per il territorio.
BancaStato da sempre è un istituto che accompagna i cittadini nella concessione di crediti ipotecari. È un settore che continua ad aver successo?
Sì, i nostri volumi ipotecari continuano a evolvere positivamente e il nostro portafoglio ipotecario si rivela sano. Durante la pandemia la voglia di far casa è addirittura aumentata.
Quali sono i settori nei quali intendete svilupparvi maggiormente nei prossimi anni?
Intendiamo crescere in tutti i nostri segmenti di affari. Ciò ci consentirà anche di incentivare ulteriormente la nostra diversificazione dei ricavi.
A livello economico disoccupazione e assistenza sociale sono rimasti, nonostante tutto, a livelli bassi.
Dal suo punto di osservazione la situazione economica ticinese continuerà positivamente anche nel 2022?
L’auspicio è che ciò avvenga. Occorrerà che non emergano nuovi elementi che possano inibire la normalizzazione della situazione epidemiologica, o situazioni impreviste che frenino in qualche modo la ripresa: pensiamo ad esempio alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dei materiali di costruzione che sta interessando molti settori e che speriamo non si acuisca ulteriormente. Credo che il 2022, così come l’anno successivo, sarà un banco di prova importante e rivelatore per tutte le aziende che hanno attraversato la crisi del Coronavirus.
Quale augurio che fa ai cittadini e alle aziende per questa fine dell’anno e per il 2022?
La pandemia ha causato dolore a molte persone e serissime ripercussioni sull’economia. Vi sarebbero diversi auspici per i prossimi mesi ma il più sentito è che torni, finalmente, la serenità.
Intervista a Fabrizio Cieslakiewicz, Presidente della Direzione generale di Banca Stato