Ho avuto l’onore di presiedere, lo scorso 23 maggio, la trentesima assemblea annuale della FTAF, Federazione mantello che riunisce le sei Associazioni ticinesi del settore fiduciario. Un’Assemblea carica di energia, in cui il Consigliere di stato Norman Gobbi, il Presidente di AET Giovanni Leonardi e, non da ultima la sottoscritta, hanno esortato il cittadino, l’economia e la politica all’azione.
L’energia, sia psicologica che materiale, è il tema del momento. Dopo la crisi sanitaria, siamo ora chiamati ad affrontare quella energetica. Per avere successo, avremo bisogno a livello personale di forza mentale, a livello pubblico di lungimiranza nel pianificare la produzione e i consumi di energia.
È il momento di agire! Proprio per esemplificare in Assemblea il nesso fra energia e azione, ho fatto ricorso ad una famosa citazione di Goethe. È il passo in cui Faust si domanda: come tradurre il vocabolo greco “Logos”, presente nel Vangelo di Giovanni? Dopo una profonda riflessione, giunge alla parola “energia”, che subito, però, corregge in “azione”.
Azione, dunque, cui personalmente ho sollecitato i colleghi presenti, a sostegno del futuro del mestiere di fiduciario: una professione che, nel nostro Cantone, funge da cerniera fra famiglie e imprese e dà lavoro a oltre 7000 addetti.
Il numero dei fiduciari iscritti all’Albo continua a segnare, come rileva il Rendiconto 2021 del Consiglio di Stato, un trend positivo. La professione, dunque, si sa rinnovare e di conseguenza cresce. Al pari dell’intera società, però, noi fiduciari ci troviamo oggi ad affrontare rischi nuovi e non preventivati: inflazione, contrazione di quella ripartenza che con fatica abbiamo contribuito a costruire, difficoltà di approvvigionamento di combustibili fossili, che ancora sono necessari al funzionamento dell’economia.
Una realtà resa ancor più complessa da una guerra condotta ai nostri confini, che FTAF condanna e di cui non possiamo prevedere intensità e durata.
Ho quindi domandato all’Assemblea: “Come uscire da questa situazione di potenziale stallo?”. Per costruire un futuro di successo, è mia ferma opinione che noi tutti si abbia bisogno di energia, nei molteplici significati che ho in precedenza attribuito a questa evocativa parola.
Di questo è convinto anche il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, cui il settore fiduciario fa riferimento. Nel corso del suo articolato saluto, Norman Gobbi ha ringraziato FTAF per la proficua collaborazione con il Dipartimento, collaborazione che ha permesso di portare a buon fine la revisione della Legge cantonale sull’esercizio delle professioni di fiduciario, approvata in Gran Consiglio lo scorso mese di ottobre.
Una misura che, nel giudizio del Consigliere di stato, va letta quale volontà del Parlamento di tutelare gli interessi della cittadinanza che fa capo ai servizi offerti dai fiduciari commercialisti e immobiliari autorizzati e iscritti all’albo. LFid contribuisce, infatti, a favorire la sicurezza della nostra piazza finanziaria e a renderla attrattiva. Uno strumento ben visto anche dal Ministero pubblico, apprezzato dai professionisti e dall’opinione pubblica che può contare su un settore fiduciario trasparente, coerente con la volontà del Legislatore federale.
La parola è quindi passata a Giovanni Leonardi che, in tema di energia, ha affascinato i presenti con un discorso denso di ispirazione.
“Cos’è l’energia?” si è innanzitutto chiesto il Presidente di AET, proiettando un’immagine di Albert Einstein e della sua celebre formula della relatività. Qual è la relazione fra l’energia e la politica? E fra l’energia e il potere? Come si produce e come si potrebbe produrla in maniera maggiormente efficiente? Quali alleanze geopolitiche sono necessarie per percorrere le strade del fossile come quelle del rinnovabile? E come può venire meglio consumata?
Ad oggi, sappiamo che lo spegnimento progressivo del nucleare, dettato dalla Strategia energetica 2050, porta la Nazione verso un gap fra consumo e produzione che sarà arduo colmare con le importazioni. Aumentare la produzione idroelettrica in misura sensibile e premere l’acceleratore sul rinnovabile non sarà facile.
Allo stesso tempo, stabilizzare i consumi con provvedimenti autoritari potrebbe non risultare accettabile. La transizione verso l’energia rinnovabile comporta inoltre complessità di natura geopolitica, nella misura in cui la Cina oggi controlla il 97% delle terre rare, il 71% del germanio e il 41% del litio estratti nel mondo, materiali indispensabili per la produzione di magneti, batterie e impianti fotovoltaici.
Che una soluzione sia invertire la politica di spegnimento del nucleare dettata dal Referendum popolare del 2017? In Finlandia è stato di recente acceso il reattore più grande del continente: 12 anni di tempi di costruzione e 11 miliardi di costi. Ma, ci dice Leonardi, i sussidi federali al fotovoltaico sono fin qui costati 15 miliardi per generare un modesto 3% dell’elettricità consumata, mentre una centrale nucleare con caratteristiche di sicurezza di ultima generazione potrebbe garantire un multiplo assai elevato di tale cifra.
Toccherà alla politica trovare risposte adeguate.
Futuro energetico, dunque: un tema avvincente, una priorità su cui agire. Quale conclusione migliore della frase di Alexis de Tocqueville citata da Norman Gobbi: “Il mondo appartiene a quelli che hanno maggiore energia”. Cerchiamo di procurarcela per tempo e di consumarla con giudizio!
Cristina Maderni,
Presidente FTAF
www.ftaf.ch