Quest’anno Cornèr Banca festeggia 70 anni di vita. Che cosa significa questo traguardo? Ci riassume le principali tappe di questa lunga storia?
Gli anniversari sono belle occasioni per festeggiare e fare il punto della situazione, ponendo così le basi per gli anni a venire.
Cornèr fu fondata il 3 luglio 1952 da mio nonno, il Dr. Vittorio Cornaro, che, dopo aver costituito il Banco di Roma per la Svizzera, decise di intraprendere la via imprenditoriale creando la propria banca, nata come istituto di credito commerciale e di gestione patrimoniale. Negli anni successivi, Cornèr conobbe un importante sviluppo, orientato principalmente alla diversificazione dei prodotti e dei servizi. Uno dei settori maggiormente strategici, mi riferisco a quello delle carte di credito, nacque nei primi anni ’70.
Mio padre Paolo, figlio del fondatore, intravide in quel periodo il potenziale delle carte e riuscì in pochi anni ad introdurle in Svizzera: nel 1975, infatti, Cornèr divenne la prima banca a lanciare l’offerta di carte nel nostro paese. Oggi la conduzione dell’istituto è affidata a me, che rappresento la terza generazione della famiglia Cornaro. Tra le prime novità che introdussi dieci anni fa vorrei menzionare quella dell’attività di trading online, obiettivo che raggiungemmo realizzando una piattaforma tutta nostra, denominata Cornèrtrader.
Come siete riusciti a superare i due anni di pandemia? Quali gli aspetti negativi e positivi che vi hanno lasciato?
Cornèr Banca da sempre investe in maniera importante nell’ambito informatico, avendo una propria divisione in Ticino dedicata allo sviluppo tecnologico. Questa particolare struttura interna ha consentito a tutti i collaboratori di lavorare da casa nel giro di pochi giorni, in occasione del primo lockdown.
Ciononostante il telelavoro ha mostrato i suoi limiti da un punto di vista sociale e per questo motivo Cornèr oggi offre un sistema misto casa/ufficio. In ogni caso, la pandemia non ha rallentato la crescita della banca, anzi, in taluni casi, l’ha addirittura accelerata. Basti pensare ad esempio che, sempre grazie alla nostra divisione informatica, in meno di due settimane siamo riusciti a introdurre la video-identificazione per la clientela.
L’attuale situazione internazionale in che modo vi sta toccando?
Cornèr Banca è primariamente un istituto svizzero focalizzato sul mercato domestico e quindi è toccata solo marginalmente dalla situazione internazionale.
Quali saranno le conseguenze per l’istituto derivanti dalla crescita dei tassi di interesse che stiamo avendo in questi mesi?
La principale conseguenza è che dal 1° luglio Cornèr non addebita più tassi negativi sui conti correnti in franchi svizzeri e dal 1° agosto neanche sui conti correnti in euro.
L’istituto è anche molto radicato nel territorio ticinese con quasi 900 collaboratori. La vostra volontà è quella di rimanere nella regione sul lungo periodo? Sono previste contrazioni di personale?
Cornèr è radicata nel territorio anche attraverso una rete di succursali e agenzie. La nostra volontà è quella di continuare a gestire il gruppo mantenendo il quartier generale in Ticino, dove, con ogni probabilità, prevediamo di aumentare lievemente il personale nei prossimi mesi. Fondamentale è, però, che le condizioni quadro non peggiorino nel nostro Cantone, già svantaggiato rispetto ad altri cantoni svizzeri, come ad esempio con la tassa di bollo.
La nostra è una rivista che si rivolge soprattutto alle PMI. In che modo Cornèr Banca aiuta le aziende? Avete dei pacchetti o dei servizi ad hoc per le imprese?
Cornèr Banca è da sempre attenta alle necessità delle aziende, soprattutto per quanto concerne la nostra regione che pullula di società a conduzione familiare e di PMI. Del resto, la nostra stessa natura di banchieri-manager e le dimensioni del nostro istituto ci avvicinano ancora di più a queste realtà imprenditoriali che caratterizzano in modo specifico il Canton Ticino e non solo, ovviamente.
Tradotto in altri termini, al pari di quanto già facciamo per la maggior parte della nostra clientela privata, anche con tutte le categorie di aziende operiamo in maniera personalizzata, modellando la nostra offerta sulle specificità delle singole imprese e non offriamo “pacchetti”, diciamo, preconfezionati.
Che fine 2022 prevedete?
Al momento è difficile fare previsioni visto l’evolversi della situazione inflazionistica che ha colto molti operatori, in primis la nostra Banca Nazionale, di sorpresa. Siamo tuttavia ottimisti e riteniamo di chiudere il 2022 meglio dello scorso anno.
Vittorio Cornaro,
Direttore Generale di Cornèr Banca
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