Non solo, è anche la parola d’ordine dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile: al centro ci sono 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che sono un urgente invito all’azione per tutti i paesi – sviluppati e in via di sviluppo – in un partenariato globale. Restringendo il campo di osservazione alla realtà aziendali, non c’è dubbio che la sostenibilità, dapprima mera virtuosità ed ora – nel dopo Pandemia – necessità impellente, sia centrale rispetto a tutte le decisioni imprenditoriali e manageriali.
Una delle “declinazioni” di sostenibilità è sicuramente il fenomeno in ascesa del lavoro ibrido (“Hybrid working”): il lavoro ibrido o flessibile, di cui ad IWG/REGUS siamo pionieri, sostenitori e leader di mercato, risponde e supporta al meglio quattro dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile per l’agenda 2030: buona salute e benessere (#3), energia pulita (#7), salvaguardia climatica (#13), città e comunità locali sostenibili (#11).
Vediamoli insieme nel dettaglio
Buona salute e benessere (#3)
Il lavoro ibrido offre le migliori possibilità per la salute dei dipendenti e il loro benessere. Il tempo trascorso lavorando a casa o in un ufficio di prossimità (raggiungibile a piedi o in bicicletta) significa meno stress e meno tempo trascorso in coda in macchina e, di conseguenza, uno stile di vita più sano. Non solo, le giornate trascorse in ufficio forniscono interazioni e socialità che sono indispensabili per l’essere umano. Che si tratti di ore trascorse fermo nel traffico o una decina di fermate in treno o in metropolitana, il risultato non cambia: ore sprecate che avrebbero potuto essere destinate a produttività lavorativa, affetti famigliari o alla cura del proprio corpo con prolungato riposo notturno o esercizio fisico. Una riduzione dei tempi di posizionamento casa-lavoro è la chiave per un ritrovato equilibrio vita-lavoro, per il benessere e per le performance professionali.
Energia pulita e salvaguardia climatica (#7 e #13)
Il lavoro ibrido può concretamente contribuire alla riduzione dell’inquinamento grazie al minor utilizzo di auto e aereo per posizionamento e trasferte lavorative. Allo stesso modo, le aziende possono contenere le proprie emissioni di CO2 riducendo lo spazio necessario per il proprio ufficio (guadagnando anche in efficienza con un consistente risparmio economico). Un esempio dal nostro network globale: l’ultimo nuovo sito SPACES a Oslo, in Norvegia, è considerato dagli addetti ai lavori un vero e proprio capolavoro di sostenibilità ambientale. È stato infatti costruito ricondizionando uno storico palazzo degli anni ‘50 con materiali di riciclo provenienti da aree dismesse della città. Si stima che l’utilizzo di materiale riciclato abbia permesso di abbattere del 95% le emissioni di CO2. Un vero e proprio esempio di economia circolare apprezzato soprattutto dai lavoratori più giovani, così sensibili alla salvaguardia del pianeta in cui viviamo.
Città e comunità locali sostenibili (#11)
Approccio globale, attenzione locale. L’apertura di nuovi centri servizi fuori dalle metropoli, in provincia o addirittura in piccoli paesi garantisce una straordinaria ventata di aria fresca (e di introiti) per le comunità locali: secondo uno studio condotto dalla nostra holding, IWG, si stima che di media 218 nuovi posti di lavoro vengono creati per ogni nuova apertura di un business center. Non solo, a livello globale, l’indotto medio generato per anno è pari a circa 15 milioni di dollari, di cui due terzi “spesi” nei negozi e nelle economie di prossimità.
Quale è allora la visione di REGUS per il prossimo lustro?
La risposta è stata suggerita da un accademico francese, Carlos Moreno, che ha definito questo fenomeno “La città a 15 minuti”. La tesi di fondo è che il posto di lavoro, i negozi, le scuole, l’intrattenimento e i servizi per la salute debbano trovarsi a non più di 15 minuti (a piedi oppure in bicicletta) da ciascun individuo. Questo progetto ha già trovato una prima e parziale implementazione a Parigi – alle prese con una trasformazione ecologica senza precedenti – ma ha fatto breccia anche nel cuore di altri capitali europee (tra cui Milano, Madrid e Edimburgo). L’obiezione sollevata da più parti riguarda proprio il “posto di lavoro”: impossibile che tutte le aziende si trovino a 15 minuti da ciascun dipendente ma è proprio qui che la nostra proposta di “business centers” corre in soccorso. Lavorare in un centro servizi REGUS a due passi da casa sarà davvero possibile entro il 2030 quando tutte le maggiori province europee e mondiali disporranno di un network pari a quello delle grandi città e metropoli realizzando così il sogno di lavorare per vivere (meglio) e non vivere per lavorare (male).
Luca Zanella,
Direttore Regionale REGUS Canton Ticino
www.regus.ch
www.linkedin.com/company/regus