Quest’anno c’è stato un record (forse inatteso) di candidati (924) per le elezioni cantonali. Come spiega questo dato? C’è un ritorno della gente alla politica?
Il dato ci rallegra sicuramente, ma il parametro decisivo per misurare l’interesse rimane la partecipazione al voto, il prossimo 2 aprile.
A suo giudizio questa cifra si trasformerà anche in una maggiore partecipazione popolare?
Vogliamo essere ottimisti e rispondere di sì. In effetti, la pandemia ha portato con sé un rinnovato interesse per la politica, nel senso che tutti ci siamo resi conto – anche confrontando l’approccio svizzero con quello dei Paesi a noi vicini – che il nostro Paese rimane una felice eccezione, per le possibilità che concede alla cittadinanza di partecipare nelle decisioni politiche.
Ci saranno delle novità per quanto riguarda l’organizzazione dello spoglio oppure consoliderete quanto fatto le ultime volte?
L’organizzazione viene costantemente perfezionata, ma va detto che per fortuna possiamo contare su una «macchina» davvero bene oliata, che elezione dopo elezione si conferma eccellente.
A questo proposito, vanno sicuramente ringraziate le centinaia di persone che, sul territorio e a Bellinzona, fanno la loro parte per permettere che tutto funzioni al meglio. Non vanno inoltre dimenticate le persone che svolgono un lavoro preziosissimo nei Comuni. Sono loro a fare tutte quelle attività preparatorie del materiale che poi ci viene inviato a Bellinzona.
Prevede che i tempi di spoglio resteranno uguali a quelli registrati nelle ultime occasioni?
Non ci sono motivi per credere che le cose andranno molto diversamente.
Secondo lei il voto all’urna sarà utilizzato ancora da parte dei cittadini o è possibile pensare a una sua eliminazione? I dati delle ultime tornate elettorali confermano che la stragrande maggioranza degli elettori vota ormai per corrispondenza…
Il voto al seggio rimane garantito dalla nostra Costituzione e la minoranza di elettori che vi fa capo merita che le sue esigenze vengano prese in considerazione. Anche in questo ambito è importante non escludere quella parte di popolazione che ancora desidera – e in alcuni casi necessita – del voto al seggio.
Quale è l’augurio che fa ai candidati e agli elettori?
Che dimostrino il loro attaccamento al bene comune anche dopo il 2 aprile 2023, specialmente se non verranno eletti. Certo, hanno già fatto molto mettendosi a disposizione, ma va detto che la nostra società per funzionare bene ha bisogno di persone volenterose anche in molti altri campi – non solo in politica. Il discorso vale anche per l’elettorato, perché lo spirito di milizia è una componente della nostra società che va coltivata nella vita di ognuno, compatibilmente con le possibilità individuali.
Tengo poi a ricordare che le cantonali sono il primo appuntamento, ma che in autunno ci saranno le elezioni federali e il prossimo anno si tornerà a votare per il rinnovo dei poteri comunali. Sarebbe un ottimo segnale per la nostra democrazia, se questo interesse potesse confermarsi ad alti livelli anche in quelle occasioni.
Arnoldo Coduri,
Cancelliere