L’utilizzo dei Big Data ha manifestato recentemente tutto il suo potenziale sulla possibilità di influenzare le scelte di voto dei cittadini in ambito politico. Molti commentatori ed autorità hanno gridato all’uso improprio, da parte di alcuni colossi del Web, delle informazioni elaborate dall’analisi dei tracciati delle persone in internet.
Qual è il confine tra utilizzo legale ed illegale? Impiegare in modo scorretto dei dati – ai fini di influenzare orientamenti anche politici – su quale frontiera si pone tra proprio e improprio? Qual è il motivo che fa sconfinare da una fattispecie all’altra? Difficile dirlo con certezza: Internet e il Web corrono più veloci dell’adeguamento delle disposizioni normative! Il tema (e l’altrettanto scontata risposta) riguarda la diffusione, nel tempo e nello spazio, di informazioni mirate (e riservate) in ambito economico, politico ed etico: ciò potrebbe influenzare l’orientamento degli elettori? Questa possibilità sembra ormai assodata dallo sviluppo delle tecnologie digitali e, soprattutto, dalla capacità di raccolta e di analisi dei comportamenti di ogni individuo nella rete. Le abitudini delle persone nel Web sono, oggi, tracciate più che mai. Gli algoritmi permettono di identificare (quasi) con certezza le caratteristiche e le tendenze di gruppi omogenei di individui ed arrivano, addirittura, a prevedere classi di (futuri) comportamenti.
Da diversi anni i “giganti” di Internet si avvalgono di tecnologie sempre più sofisticate e strumenti di machine learning evoluti. La raccolta dei dati ha raggiunto dimensioni inimmaginabili e l’elaborazione di informazioni è quasi infinita. I Big Data sono efficaci quanto più possibile è raccoglierli in “magazzini” di elevato Volume, dalla Velocità di elaborazione e trasformazione in informazioni e dalla Varietà degli stessi. Una banca dati che contiene, ad esempio, gli acquisti di merce degli abitanti di ogni Cantone – indubbiamente – richiede una grande capacità di immagazzinarli. Ciò non basta. È necessario che questi dati vengano lavorati molto velocemente ed in modo affidabile. Una raccolta che non è aggiornata tempestivamente è, sicuramente, meno utile di una che, invece, presenta spesso nuove versioni. A nostro avviso, possiamo affermare che laddove incontriamo le 3 V citate, troviamo anche un grande Valore.
Da ultimo, non per importanza, riguarda la fonte di provenienza dei data-base e gli eventuali altri items connessi. Se, ad esempio, potessimo avere a disposizione delle informazioni relative al processo psicologico che guida un cluster di persone nell’acquisto del bene X, ci troveremmo di fronte – probabilmente – alla possibilità di modificare le scelte di acquisto di molti individui. Se questo fosse vero, psicologi ed analisti indicherebbero come influenzare l’orientamento di gruppi (omogenei)? …magari attraverso la lettura delle espressioni facciali elaborate da avanzate applicazioni di machine learning.
Ogni “viaggio” che una persona compie in Internet lascia un segno che potrà essere oggetto nel futuro di analisi ed elaborazione. Migliaia, se non milioni, di queste tracce – raccolte per classi di persone – formano orientamenti e scelte. Questi ultimi potrebbero essere utilizzati per immaginare comportamenti futuri. Nel mondo fino a pochi anni fa erano milioni i dispositivi connessi a Internet, oggi sono miliardi. Il futuro è altrettanto in prospettiva di sviluppo.
I sistemi complessi sono studiati da una branca della fisica. Le migrazioni, i flussi finanziari, tutto quello che accade nel mondo è, in linea generale, descrivibile con funzioni matematiche. Più accurata è la modellazione, più queste funzioni saranno utili a rappresentare tanto il presente quanto il futuro. Le analisi non escludono lo studio di gruppi di potenziali elettori e le loro interrelazioni. Un “post” su Facebook evidenziato a mezzo “like” o in altri Social è indicativo di preferenze. Lo sviluppo di una funzione che studia una siffatta rete complessa metterà in evidenza il comportamento emergente del Cluster, evidenziando macro-tratti che non sarebbero significativi se analizzati singolarmente. È evidente l’importanza di queste analisi per pianificare strategie mirate ad orientare od influenzare il comportamento degli elettori.
Secondo il nostro punto di vista, in questo campo, il futuro si “giocherà” nell’osservazione del comportamento vincente di campioni di candidati. Già nel recente passato si è capito che molti di questi hanno coinvolto il proprio elettorato nel Web. L’utilizzo degli strumenti tecnologici porta le persone ad aggregarsi in gruppi che hanno gli stessi interessi. Un’idea comune connette gli individui, fa unire per un ideale. Si entra a far parte di un sistema (complesso) che va oltre il singolo. Negli ultimi 10 anni i candidati hanno usato – in forme diverse – gli strumenti Social & Media. Queste piattaforme hanno permesso di coinvolgere i propri sostenitori mantenendoli informati e sempre “in linea” con il loro leader. La strategia adottata porta a sentirsi parte di un flusso energetico che soddisfa la necessità psicologica di esserci! I Social, ben usati, aiutano a costruire il leader bravo ed efficiente non solo nelle proposte e nelle idee ma anche nell’uso tecnologico e del Web; sprona il singolo ad unirsi per avere la forza di portare avanti un cambiamento.
L’immagine di un potenziale leader che sale le scale con passo veloce, magari con uno smartphone in evidenza, rappresenta l’energia e l’essere pronto a connettersi con la gente, con gli elettori!
Tutti siamo connessi, i devices sono parte della vita e sono un prolungamento della nostra persona (o della nostra personalità), ci forniscono contenuti. Lanciare messaggi politici in real-time permette, altrettanto velocemente, di avere sostegno immediato per proporre iniziative e ricevere feedback se continuare o modificare la direzione intrapresa. Continuare a connettere persone, creare una rete e una comunità che unisce le forze attorno ad un candidato pronto ad azioni di cambiamento. Inoltre, non da meno, mantenere con il proprio elettorato un costante link informativo, anche dopo i risultati elettorali, è uno skill fondamentale già utilizzato da diversi leader politici mondiali.
In questo contesto anche l’economia è sicuramente un cavallo di battaglia. Il mondo digitale ha radicalmente trasformato il modo di comunicare alle/delle persone, portando la possibilità di dialogare con tutti e di rendere “virali” i contenuti pubblicati sul Web. Ciò comporta criticità nell’uso “politico” dei Social & Media per lanciare messaggi economici (e non solo). L’approccio a senso unico non è più consentito. Oggi si rischia di creare confusione tra ciò che è istituzionale e quello che è “fake”: l’“effetto boomerang” della propaganda, attraverso la diffusione di video e post con informazioni incomplete-inesatte-promesse impossibili, potrebbe ritorcersi contro i loro divulgatori. Lanciare “spot” violenti per avere una reazione dal Web è sbagliato e rischioso. In questo modo si ha una pessima qualità informativa nell’interno dei Social nati, invece, per essere immediati, reattivi e interattivi. Il pericolo sta nella manipolazione che potrebbe influenzare l’opinione pubblica, quella meno propensa ad analisi obiettive. Questo fenomeno invade (forse meglio dire invasa) Internet con il rischio di modificare il sistema come lo abbiamo conosciuto finora.
La difficoltà principale è dovuta all’impossibilità di intercettare flussi di informazioni istituzionali da fake fuori controllo, in parte anche per l’impossibilità dei Legislatori di adeguare le norme alla velocità d’evoluzione e sviluppo della tecnologia.
Per restare in Ticino, abbiamo chiesto all’Avv. Simona Genini – Candidata al Gran Consiglio – cosa ne pensa dell’utilizzo del Web e dei Social nella campagna elettorale.
La Sig.ra Genini ci ha risposto che «Serve a mostrare ciò che si è, ciò in cui si crede e si vuole promuovere. Crea una relazione diretta che permette al Cittadino di identificarsi oppure no con i candidati».
Internet e il Web, per questi aspetti, saranno sempre oggetto di studio degli analisti e di controllo da parte degli organi competenti. L’utilizzo etico di questi strumenti ripagherà sicuramente chi ne farà un uso onesto e non denigratorio.
Chi di internet ferisce, prima o poi, di Web perisce!
Giorgia Confalonieri,
Bachelor in Economia delle Imprese e dei Mercati
MSc Finance and Investment Business School, University of Nottingham
Franco Confalonieri,
Dottore Commercialista
Docente Business Plan al Master of Advance Studies SUPSI