Ma cosa dice la scienza? E cosa significa questo per la politica?
Tecnologie a basse emissioni come l’eolico, l’idroelettrico, il solare e il nucleare presentano generalmente il miglior rapporto costi-benefici per l’aumento della produzione di energia elettrica. Tuttavia, è difficile stabilire quale tecnologia possa contribuire in quale dimensione alla sicurezza dell’approvvigionamento.
Per quanto riguarda i costi, il metodo più comune per misurare i costi di produzione dell’elettricità è il cosiddetto «costo livellato dell’elettricità» (LCOE). In sostanza si tratta del costo totale di produzione diviso per la produzione nell’intero ciclo di vita di un sistema. Se, ad esempio, un pannello solare richiede 1000 CHF per la produzione, l’installazione, la manutenzione e lo smantellamento e produce 1000 kWh all’anno per dieci anni, il LCOE sarà di 0,1 CHF/anno/kWh.
Secondo uno studio dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) le tecnologie più favorevoli sono l’energia eolica, l’estensione della durata di vita delle centrali nucleari, i grandi impianti solari e l’energia idroelettrica delle dighe. Anche le nuove costruzioni di centrali nucleari, i parchi eolici nel mare e l’energia fluviale risultano interessanti sulla base di questo studio. Un esempio pratico: estendendo la durata di vita delle nostre centrali nucleari potremmo risparmiare diverse centinaia di milioni di franchi, l’equivalente del costo delle bollette per l’energia elettrica di tutte le famiglie svizzere in un mese.
Sempre secondo l’AIE, le tecnologie a basse emissioni (principalmente le energie rinnovabili e l’energia nucleare) stanno diventando sempre più economiche rispetto alle energie fossili. L’aumento del prezzo del CO₂ e dell’efficienza di queste tecnologie comporta, ad esempio, che producendo 10 terawattora supplementari con una centrale solare, si risparmierebbero 140 milioni di franchi rispetto a una centrale a gas.
Ma ogni caso è diverso. I costi di produzione dipendono fortemente da condizioni locali quali topografia, clima e quadro giuridico. Ad esempio, i costi livellati per gli impianti solari su larga scala differiscono di cinque volte tra Giappone e India. Le ragioni di queste importanti differenze sono da individuare sia nei costi (ad esempio processi lunghi e complessi, costi di manodopera elevati), che nei benefici (ad esempio irradiamento solare, presenza del vento).
Oltre a ciò, ogni tecnologia comporta una serie di altri costi e benefici che non si riflettono sul prezzo di mercato e che sono difficilmente stimabili.
Quanto vale, per esempio, la dipendenza dalle forniture estere? O quale valore dare all’eventualità di un incidente che comporti un danno ambientale importante? Se si prendessero quale metro di misura esclusivamente l’impatto sul clima e la sicurezza, allora le tecnologie migliori risulterebbero essere l’energia solare, nucleare, eolica e idroelettrica.
Inoltre, anche il valore effettivo per il sistema non è valutato pienamente poiché i costi di produzione si basano sulla produzione totale.
Ma in Svizzera abbiamo un problema di approvvigionamento elettrico specialmente in inverno, fatto che rende l’elettricità più preziosa in certi periodi rispetto ad altri. Ciò significa che, in inverno, l’energia solare alpina o l’energia nucleare sono più preziose dei pannelli solari nel nebbioso Mittelland. Anche fattori come la stabilità del sistema o i costi di rete hanno un impatto importante. Un impianto solare vicino a reti già esistenti è più efficiente dal punto di vista dei costi rispetto a uno isolato che deve essere prima messo in rete.
In altre parole, le tecnologie a basse emissioni sono in crescita, anche dal punto di vista economico. Ma non esiste una sola tecnologia per tutte le esigenze, il mercato dell’energia è troppo complesso per disegnare una soluzione a tavolino.
La politica dovrebbe impegnarsi a garantire condizioni quadro favorevoli e aperte ad ogni tecnologia, processi non burocratici e un’internalizzazione degli effetti esterni che sia il più possibile efficiente in termini di costi.
Le misure di sostegno non dovrebbero essere concepite per tecnologie specifiche, ma in funzione dell’aumento di approvvigionamento di elettricità efficiente rispetto ai costi.
ll risultato sarà probabilmente un mix energetico diversificato; questo è più conveniente rispetto alle monoculture della politica energetica, poiché i rischi e gli svantaggi delle diverse tecnologie si bilanciano a vicenda. A ben vedere, probabilmente non c’è alternativa alla diversificazione.
Perché la fame di energia della nostra società moderna e la decarbonizzazione sono così importanti che abbiamo bisogno di tutte le tecnologie disponibili.
Marco Martino,
Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana
www.economiesuisse.ch