È con grande piacere che colgo l’occasione di presentare ai lettori di Ticino Economico gli obiettivi e i contenuti dell’annuale “Forum dei Fiduciari”, tenutosi a Vezia, presso il Centro Studi Villa Negroni, lo scorso 26 gennaio.
FTAF – Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari – ha scelto di focalizzare il dibattito dell’incontro sul tema: “ComunicAZIONE, come cambia l’azione comunicativa nel nostro quotidiano”. Un messaggio enfatico, volto a sottolineare non solo la dinamica, il movimento, insiti nell’azione comunicativa, ma anche la necessità, per noi fiduciari, di ricercare con determinazione nuove vie per condividere le nostre tesi, le nostre istanze. Contribuire a stabilire le migliori condizioni quadro per il settore fiduciario è parte integrante della missione di FTAF. Riuscirci significa, anche, condividerne le motivazioni: per raggiungere questo risultato, bisogna saper comunicare.
Il nostro invito a riflettere, insieme, su questo tema, è stato colto da un folto pubblico, composto da operatori del settore e non. I numerosi interventi dei presenti hanno saputo complementare e valorizzare le presentazioni di Christian Vitta, Consigliere di stato e direttore del, di Marcello Foa, docente di comunicazione all’Università della Svizzera Italiana e all’Università Cattolica, giornalista e saggista, e inoltre di chi scrive, che di FTAF è presidente.
Il mio intervento si è focalizzato sulla visione strategica di FTAF, imperniata sulla cultura della condivisione e sul nesso fra comunicare e condividere. FTAF mira a trasmettere percezioni, a far comprendere il valore dei servizi che eroga e a favorire la definizione delle migliori condizioni quadro.
In una sua definizione che ha fatto scuola, la comunicazione, infatti, non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri. Percezione di fiducia da parte della clientela, delle nostre competenze da parte degli altri attori della piazza finanziaria, di cui facciamo parte, della nostra capacità di essere un
partner della politica. Dobbiamo essere pronti ad esprimere la nostra opinione sui grandi temi, ma anche ad intervenire su casi specifici, in situazioni di necessità.
Per FTAF, il primo passo del processo consiste nell’ascoltare le esigenze delle associazioni di fiduciari, nonché dei fiduciari stessi. L’ascolto è una virtù facile da enunciare, difficile da praticare. Proprio il nostro Forum annuale è lo strumento principe di ascolto, uno strumento che abbiamo fortemente voluto e tenacemente mantenuto nel tempo.
Mira a stimolare quella che le riviste di management chiamano “cross fertilization”: i fiduciari di diverse specializzazioni si riuniscono, ascoltano le voci dei colleghi e della Federazione, e a loro volta espongono le proprie riflessioni, le proprie visioni del futuro, che così divengono patrimonio comune.
I passi successivi si articolano su quegli strumenti che abbiamo nel tempo affinato: il dialogo con le associazioni, che a loro volta comunicano a due vie con gli associati, la rivista INFO, i siti web e Linkedin, una presenza sui media sempre più fitta.
Dieci anni fa, FTAF era poco conosciuta. Oggi, mi sento di dire, è nella posizione di fare ascoltare la propria voce: ne sono prova, fra gli altri, i nostri frequenti interventi su Ticino Economico.
Comunichiamo bene?
I risultati fino ad oggi ci premiano, ma questo non basta. Vogliamo migliorare, padroneggiare nuove tecniche, raggiungere nuovi segmenti della società.
Delineato il percorso che attende noi fiduciari, il podio è passato al Direttore del DFE. Il DFE, si noti, è direttamente o indirettamente un ente che ci fornisce, ci comunica, numerosi dati e informazioni sull’economia, indispensabili per capire le dinamiche sociali del Cantone e programmare le politiche di FTAF.
Christian Vitta, con la consueta chiarezza, ha tracciato un quadro dell’economia cantonale, delle tematiche aperte, delle prospettive. Non ha tralasciato di analizzare le sfide che attendono la politica, riconoscendo che, per vincerle, sarà indispensabile saper comunicare bene, evitando di perdersi in giochi di parole. Ne sono esempio gli equivoci che possono nascere su cosa sia la disoccupazione, oppure l’inflazione, quando non si sa chiarire, comunicare, condividere a priori i termini di queste questioni.
La parola è poi passata a Marcello Foa, recente autore del libro “Il sistema (in)visibile. Perché non siamo più padroni del nostro destino”. Foa si è soffermato sul tema di come i media tradizionali non sappiano parlare alle giovani generazioni, che invece si rivolgono a vettori mobili di informazione.
La sfida di come informare bene tocca anche le aziende e le istituzioni. I politici sono troppo spesso ossessionati dalla comunicazione, che fanno con metodi troppo rapidi e compulsivi. Le aziende, invece, sono lente e tendono al conformismo.
Per tuti, sarebbe utile un check up professionale: questa è peraltro una tappa che la stessa FTAF reputa importante, per imparare come fare meglio.
Il rischio del mondo di oggi? Che la disaffezione dai libri, dai giornali, dai media più capaci di approfondimento abbia come conseguenza perdita di capacità analitica, perfino diminuzione del quoziente intellettivo tramite un continuo “lavaggio del cervello”.
Un dibattito interessante: che indicazioni ne traggono FTAF ed i fiduciari presenti in sala?
Certo, ne usciamo rafforzati nell’investire sui temi della condivisione e della comunicazione.
La parola d’ordine, però resta fiducia, quella fiducia che, anche comunicando meglio, dobbiamo confermare nei nostri clienti, per garantire il futuro della professione di fiduciario.
Cristina Maderni,
Presidente FTAF
www.ftaf.ch