La SSIC TI è per il partenariato sociale che però non può ridursi a una lista interminabile di possibili rivendicazioni sindacali, in particolare se si tiene in
considerazione che negli ultimi 4 anni gli stipendi nel mondo della costruzione sono aumentati di almeno 310 franchi al mese (oltre 4’000 franchi all’anno). Nonostante ciò, la SSIC TI ha responsabilmente avviato delle trattative per mantenere un Contratto collettivo di lavoro cantonale, uno degli strumenti più importanti per la lotta alla malaedilizia e agli abusi nel settore. Con scopo esclusivamente strumentale, tuttavia, Unia non ha ancora voluto firmare un accordo, dove la parte padronale ha fatto numerose concessioni, assumendosi la responsabilità di mettere a rischio tutto l’impianto del partenariato sociale cantonale nell’ambito della costruzione.
Non si facciano falsi risparmi sugli investimenti
Il 2023, almeno per i primi mesi, ha mostrato un drastico calo degli appalti pubblicati sul foglio ufficiale: da circa 13 al mese del periodo pre-pandemia si
è passati nel 2022 a circa 10 e nei primi mesi del 2023 a 6. Un fenomeno che ha visto subito in prima linea la SSIC TI, infatti, non si vorrebbe che si trattasse di un pericoloso segnale legato a falsi risparmi effettuati sul fronte degli investimenti, in un momento dove le finanze pubbliche sono sotto pressione. Questo a maggior ragione in un periodo in cui il rialzo dei tassi di interesse rallenta il settore dell’edilizia abitativa.
Proprio con la volontà di essere di buon esempio, negli ultimi anni la stessa SSIC Sezione Ticino ha effettuato, sui suoi immobili, 2,2 mio di investimenti
oltre che pianificato interventi dal profilo energetico di quasi 5 mio presso il suo Centro di formazione a Gordola che presto entrerà in un’importante fase
di ampliamento per un volume di quasi 28 mio di franchi.
Carenza di manodopera, agire ora per raccogliere le sfide future
Tema centrale, soprattutto se si pensa alle sfide energetico-ambientali che richiedono importanti interventi di risanamento sul parco immobiliare, oltre
alla velocizzazione delle procedure burocratiche, è quello del disporre di sufficiente personale qualificato.
Purtroppo, nonostante ottime condizioni salariali e un settore che ha visto una forte digitalizzazione e meccanizzazione, alcuni stereotipi sono duri a
morire. La convinzione che i profili professionali nell’ambito dell’edilizia siano delle scelte di serie B, nonostante un muratore possa, con impegno e
capacità, ricoprire diversi ruoli fino ad arrivare ad essere ingegnere, è ancora radicata e richiede un lavoro su più livelli per essere superata. Aspetti,
questi, toccati da Paolo Ortelli in veste di Direttore del Centro di formazione professionale di Gordola.
L’analisi della situazione congiunturale nel settore ticinese della costruzione è invece stata affidata al Direttore della SSIC Sezione Ticino Nicola Bagnovini che ha proposto una valutazione dei principali indicatori statistici di riferimento.