La Mancini & Marti è sicuramente una delle aziende leader nel settore delle costruzioni cantonale. Ed è anche una delle ottanta società del gruppo Marti, fondato nel 1922 da Alfred Marti senior. Qualche anno dopo le imprese Otto Scerri SA di Castione e Otto Scerri & Co. SA di Lostallo si sono aggiunte al gruppo Marti trasformandolo in una delle realtà imprenditoriali più grandi del Ticino. Oggi tutte queste aziende sono controllate da un’unica direzione. Per approfondire il tutto abbiamo incontrato il direttore Fabrizio Bellini.
Direttore Bellini, mi riassume le tappe più importanti dello sviluppo della vostra azienda?
La filiale ticinese del gruppo Marti è nata a Muralto il 1° dicembre del 1949 col nome Mancini & Marti SA e quindi con un’aggiunta italofona per renderla più vicina alla gente. I primi lavori furono effettuati nel locarnese e nella Val di Blenio e riguardavano le centrali di Cavergno e Maggia, ma anche le Officine idroelettriche di Blenio (Ofible). Da quel momento l’azienda si è consolidata e ha allargato il suo raggio d’azione specializzandosi soprattutto in opere infrastrutturali importanti e di grandi dimensioni come nella costruzione di diversi tratti della autostrada A2, in ponti, dighe e tunnel. Proprio in questo processo di consolidamento si inserisce la seconda tappa importante che avviene nel 1961 e cioè quando viene costituita l’impresa Mancini & Marti SA con sede a Bellinzona.
Da parte sua la Otto Scerri SA con sede a Bellinzona è stata costituita nel 1964 con l’assunzione della ditta individuale Otto Scerri, Bellinzona, iscritta al registro di commercio dal 1940. L’idea vincente dell’imprenditore Otto Scerri – personalità di spicco del Bellinzonese e tra le altre cose presidente dell’Associazione Calcio Bellinzona – fu quella di ammodernare l’azienda e di posizionarla sui trasporti e nella produzione di inerti. Negli anni d’oro l’azienda ebbe fino a 600 dipendenti e impianti distribuiti su tutto il territorio cantonale.
Nel 1974 la Otto Scerri SA è quindi entrata a far parte del gruppo Marti, assieme alla Otto Scerri & Co, Lostallo, attiva in Mesolcina sin dal 1942. Come detto da qualche anno le due aziende sono state messe sotto un’unica direzione (che da due anni può contare sulla nuova sede di Castione), anche se hanno mantenuto un’autonomia e una specializzazione che li contraddistingue ancora oggi.
Come è costituita oggi l’azienda?
Abbiamo una divisione di compiti e ruoli piuttosto chiara. Da un lato la Mancini & Marti si occupa di costruzione, pavimentazione e genio civile, mentre dall’altro la Otto Scerri è attiva sulla produzione e il riciclaggio del materiale, ha a disposizione un’officina, si occupa di trasporti, scavi e demolizioni, ecc. In totale possiamo contare su 237 collaboratori tra cui 7 apprendisti attivi alla Otto Scerri e altri 5 giovani in formazione impiegati alla Mancini & Marti. Oltre alla direzione generale, composta da 9 membri, l’azienda è divisa in diversi settori, ognuno con un proprio responsabile.
Quali sono state le opere recenti più importanti cui avete partecipato?
Sicuramente citerei il rinnovo della centrale del Ritom (eseguito in consorzio), ma anche il risanamento della A2 ad Airolo e il nuovo Centro di controllo veicoli pesanti di Giornico. Tra i lavori terminati qualche anno fa citerei la costruzione della galleria Vedeggio-Cassarate e la circonvallazione di Roveredo. Ricordo anche il nuovo ponte a Sementina e il rifacimento delle piste degli aeroporti di Lugano e Magadino-Locarno. Oggi siamo attivi nella costruzione del secondo tunnel autostradale al San Gottardo, con lo scavo della galleria per il lato sud. Inoltre, in questi mesi, stiamo anche partecipando al risanamento della A2 nel tratto bellinzonese.
Come giudica l’andamento dei lavori nel 2022 e nel 2023?
Lo scorso anno abbiamo avuto una mole di lavoro sufficiente e che ci ha soddisfatti. Questo perché operiamo principalmente nelle infrastrutture e gli appalti in questo campo non sono mai venuti meno. I committenti federali come l’Ustra e le FFS o il Dipartimento del territorio per i lavori di pavimentazione, hanno continuato a pubblicare lavori pubblici in quantità equivalente ai livelli prepandemici. Invece, l’edilizia sta conoscendo una certa crisi che osserviamo anche noi.
Anche per questa ragione preferiamo concentrarci sulle infrastrutture lasciando in secondo piano l’edilizia che lo scorso anno per noi ha fatto registrare solo 500mila franchi di fatturato rispetto ai circa 60 milioni totali; una cifra evidentemente piuttosto contenuta per la nostra realtà aziendale. Nei primi mesi del 2023 stiamo avendo una rotta di crociera simile a quella dello scorso anno, sempre grazie agli appalti federali e in parte cantonali che generano riserve di lavori sufficienti.
È comunque vero che in parte dal Cantone e soprattutto dai Comuni abbiamo assistito a un chiaro calo degli appalti pubblici. In questo senso anche io sottoscrivo il recente appello lanciato dal mondo economico a non abbassare il livello di appalti pubblici, soprattutto in un momento delicato e difficile come questo.
A suo giudizio quali sono i punti di forza dell’azienda?
In primo luogo, direi l’organizzazione. La nostra azienda è attrezzata per realizzare tutti i lavori che vengono effettuati nella Svizzera italiana, anche quelli di grandi dimensioni. Inoltre, abbiamo uno staff tecnico altamente specializzato e preparato che ci permette di essere all’altezza e pronto per ogni tipo di appalto nel nostro settore. Senza scordare che facciamo parte di una holding e questo ci avvantaggia nell’avere a disposizione materiali e specialisti per ogni tipo di opera.
Fabrizio Bellini,
Direttore di Mancini & Marti e di Otto Scerri
www.mancinimarti.ch
www.ottoscerri.ch