Ci può fare una fotografia numerica della situazione attuale del mercato del lavoro in Ticino?
Non è semplice scattare una fotografia che illustri in maniera chiara e univoca il mercato del lavoro ticinese. Vi sono da considerare diverse prospettive dettate anche dalla particolare collocazione del nostro Cantone – unica a livello svizzero ed europeo – a cavallo della frontiera con una grande regione come la Lombardia. La situazione attuale del mercato del lavoro ticinese è in ogni caso caratterizzata da una dinamica positiva dei posti di lavoro (241’200 nel primo trimestre 2023, in aumento di 3’200 su base annua). Tuttavia il periodo di incertezza a livello internazionale in cui ci troviamo potrebbe riservare evoluzioni che richiedono un costante monitoraggio della situazione. Per quanto riguarda una fotografia di dettaglio, invito a consultare il panorama statistico del mercato del lavoro ticinese, costantemente aggiornato, pubblicato dall’Ufficio di statistica alla pagina www.ti.ch/ustat-schede-lavoro.
Sappiamo che gli iscritti agli URC sono solo una parte di chi non ha un impiego. Come è la situazione in generale (con persone in assistenza, chi ha finito il diritto, chi cerca un impiego, ecc)?
I dati sulla disoccupazione mostrano una tendenza al ribasso dopo il periodo pandemico, sia considerando i dati degli iscritti agli Uffici regionali di collocamento (URC) della Segreteria di Stato dell’economia (SECO; tasso del 2.1% nel mese di giugno 2023, dopo il picco del 4.2% di aprile 2020 e gennaio-febbraio 2021), sia guardando quelli dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO; tasso del 6.6% nel primo trimestre 2023, se paragonato al tasso medio del 7.8% del 2021). Il quadro è, anche sotto questo punto di vista, sostanzialmente positivo, considerando anche la stabilità delle cifre sul fronte dell’aiuto sociale.
Quali i settori nei quali il Ticino si trova maggiormente in difficoltà nell’occupazione? Esistono grandi differenze tra uomini e donne? E nelle diverse classi di età?
In linea con i dati complessivi della disoccupazione ai sensi della SECO, anche i principali settori economici in Ticino mostrano un andamento al ribasso del numero di iscritti agli URC. Le ultime cifre del mese di giugno 2023 evidenziano questo andamento per le attività manifatturiere (-11.6% di disoccupati iscritti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), le costruzioni (-8.3%), il commercio (-10.0%) e l’alloggio e la ristorazione (-8.2%).
Le cifre riguardanti uomini e donne in disoccupazione non mostrano generalmente grandi differenze, mentre i giovani e le persone over 50 possono riscontrare maggiori difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro rispetto ad altre fasce d’età. Per questo motivo, ricordo che il Servizio pubblico di collocamento in Ticino dedica una particolare attenzione proprio alle persone che presentano un rischio accresciuto di disoccupazione di lunga durata, mettendo in campo in maniera sempre più individualizzata e tempestiva le varie misure di sostegno previste.
Rispetto al resto del Paese come è situato il Ticino?
Dopo la fase più acuta della pandemia di COVID-19, più precisamente da inizio 2021, le cifre sulla disoccupazione della SECO hanno mostrano un riassorbimento più rapido nel nostro Cantone rispetto al dato nazionale. Questo grazie soprattutto alle eccezionali performance del comparto turistico nel 2021 e nel 2022. Il dato ticinese e quello svizzero sono ora sostanzialmente allineati (rispettivamente, 2.1% e 1.9% nel mese di giugno 2023).
Le misure in atto in Ticino per migliorare la situazione dei disoccupati sono sufficienti? Dove si potrebbe migliorare?
Da ormai qualche anno, il Servizio pubblico di collocamento in Ticino ha adottato una strategia di sostegno alle persone disoccupate sempre più personalizzata, con un’attenzione accresciuta per coloro che presentano un rischio maggiore di disoccupazione di lunga durata. Su questa tela di fondo, sono molte le misure previste dalla Legge federale contro la disoccupazione (LADI) e dalla Legge cantonale sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc) messe in campo. Pensiamo, solo per citare un paio di esempi, alla figura del “Job mentor” dedicata ai disoccupati over 50 oppure all’approccio del coaching individualizzato.
Viste le grandi trasformazioni in atto, il Servizio pubblico di collocamento ticinese ha intrapreso una riflessione strategica con un orizzonte 2030. L’intento è quello di cogliere e anticipare le evoluzioni future, per offrire alle persone disoccupate un servizio di qualità, efficace, apprezzato e al passo con i tempi. In questo contesto le riflessioni si concentrano su quattro ambiti, tra cui l’organizzazione, la digitalizzazione, le attività di sostegno e le relazioni con le aziende.
Proprio in quest’ultimo ambito, ricordo il ruolo consolidato del Servizio aziende URC, il partner pubblico per i datori di lavoro alla ricerca di personale. Più in generale, le aziende sono “l’altra faccia della medaglia” ed è quindi necessario metterle nelle migliori condizioni per operare e creare interessanti opportunità di lavoro nel nostro Cantone. In questo senso si agganciano anche le varie misure adottate nell’ambito della strategia di sviluppo economico per favorire l’imprenditorialità e l’innovazione nelle loro varie declinazioni.
Osservando le cifre attuali quali sono le tendenze per i prossimi mesi?
L’ultimo “Monitoraggio congiunturale”, pubblicato nel mese di giugno scorso dall’Ufficio cantonale di statistica (Ustat), mostra un quadro tutto sommato positivo. Tuttavia, l’attuale situazione, soprattutto sul piano internazionale, rimane molto incerta. In un simile contesto è delicato e difficile fare previsioni attendibili. Occorre piuttosto monitorare costantemente la situazione, grazie anche al contatto con i partner sociali e le associazioni di categoria.
Stefano Rizzi,
Direttore della Divisione dell’economia