La parte iniziale dell’evento è stata caratterizzata da un’approfondita analisi svolta da Sara Rossini (responsabile azienda “fill-up” specializzata nell’ambito del coaching per apprendisti e aziende formatrici.) per capire lo stato di salute dell’apprendistato a livello nazionale e cantonale. Sul piano numerico, in Ticino siamo passati da 2’617 Attestati Federali di Capacità (AFC) nel 2019 a 2’179 nel 2022. Si tratta di un calo significativo. Diverso il trend riscontrato per il Certificato Federale di Formazione Pratica (CFP), passato da 250 unità nel 2019 a 276 nel 2022.
Nel nostro Cantone, lo scorso anno sono state 109 le professioni per le quali è stato rilasciato un AFC e 26 un CFP. Tra le professioni più scelte, quella del muratore/trice AFC si trova al nono posto con 49 apprendisti che hanno iniziato il loro percorso formativo duale (scuola, lavoro in azienda e corsi interaziendali svolti al nostro Centro di Gordola).
Secondo Sara Rossini, pare evidente che la mancanza di conoscenza e/o i preconcetti portano i giovani a scegliere sempre le stesse professioni, spesso con una forte influenza delle famiglie. Per quanto riguarda il percorso biennale CFP, lo stesso dovrebbe essere un trampolino di lancio e non la via di fuga in caso di difficoltà nel percorso AFC.
Per queste ragioni occorre che tutte le associazioni professionali continuino con rinnovato impegno, ognuno nel proprio ambito di competenza, a promuovere le professioni con un occhio di riguardo alle esigenze anche future dell’economia.
Le opportunità e i canali comunicativi sono numerosi e occorre sfruttarli bene: penso ad esempio al settore dell’orientamento professionale, alla Città dei mestieri, a Millestrade (un progetto della Divisione della formazione professionale paragonabile a una fiera delle professioni diffusa sul territorio che permette a giovani, genitori, adulti, docenti e aziende di esplorare il mondo della formazione professionale in Ticino e scoprirne le opportunità visitando le porte aperte dei centri di formazione aziendali e partecipando a eventi in presenza e online) e alle iniziative di promozione sviluppate dalle singole associazioni di categoria.
Quello che è certo è che la formazione duale dell’apprendistato rappresenta uno strumento formativo molto potente se si riesce a toccare le giuste corde motivazionali dei ragazzi, dei loro formatori e delle aziende. Formare i giovani apprendisti è infatti una necessità per garantire personale qualificato alle aziende del territorio e la situazione sta diventando sempre più complessa. È anche difficile reperire giovani che inizino un percorso di apprendistato in modo consapevole, aumentano gli scioglimenti di contratti e le bocciature agli esami finali sono sempre numerose. Situazioni che toccano ormai tutti i settori professionali e per questo la Camera di commercio ha voluto dare il via allo sviluppo di misure utili per cercare di invertire questa tendenza.
Sulle problematiche che toccano le varie professioni è stato interessante ascoltare le testimonianze dei rappresentanti dei diversi rami economici per rendersi conto che le tematiche sono davvero comuni e trasversali per poter garantire il giusto ricambio generazionale tra le maestranze e tenere aperte anche le strade che portano alle varie specializzazioni e possibilità di carriera all’interno dei singoli corpi di mestiere. Il fatto che le scuole a tempo pieno nella formazione professionale riscontrano un aumento di interesse da parte dei giovani preoccupa le associazioni economiche. Credo che questo sia il risultato di un’immagine sminuita e offuscata della formazione professionale in Ticino e questo mi dà un po’ fastidio in quanto conosco bene le reali potenzialità e le qualità dei percorsi formativi di base che, oltretutto, lasciano aperte numerose strade nell’ambito di perfezionamento e carriera professionale.
La Società svizzera impresari costruttori continuerà, con rinnovato impegno, a promuovere l’apprendistato anche attraverso il proprio Centro di formazione di Gordola, che ospita numerose Associazioni dei settori affini all’edilizia principale.
Anche le cerimonie di premiazione dei neo diplomati permettono di parlare e far parlare delle nostre belle professioni artigianali, delle quali avremo un gran bisogno anche in futuro, pur adattandole all’evoluzione della tecnica mediante la formazione continua.
In tal senso, termino questo mio contributo riprendendo qualche passaggio del discorso tenuto dal Presidente della SSIC Sezione Ticino, ing. Mauro Galli, alla recente cerimonia di consegna del Premio Renato Antonini, giunto alla sua trentunesima edizione e che mira a gratificare l’impegno di tutti i neo diplomati muratori e premiare i più meritevoli:
“È un piacere parlare di una professione che, ancora oggi, mette l’uomo con il suo intuito, il suo ingegno, la sua abilità manuale e la sua passione al centro delle attività di cantiere. Muratori, casseratori, manovali, gruisti, macchinisti e naturalmente artigiani di tutti gli altri corpi di mestiere, valgono oggi circa il 50% del fatturato in edilizia. Ecco perché l’individuo resta fondamentale, ecco perché il nostro sistema di formazione professionale deve essere salvaguardato, promosso e continuamente migliorato.
Certamente tecnologia, digitalizzazione e intelligenza artificiale sono entrati di prepotenza nei nostri cantieri, ma, per il momento, solo come mezzi di grande supporto alle nostre attività e non come sostitutivi della nostra manodopera. Computer e robot riescono a costruire un muro in laboratorio, ma la realtà del cantiere è ben altra cosa: condizioni meteo, polvere, umidità, accessibilità al posto di lavoro, approvvigionamento dei materiali e altri imprevisti sempre presenti rendono loro la vita dura, per ora impossibile.
Per il momento vince ancora la mano dell’uomo, l’arte del muratore, il suo ingegno, la sua abilità e la sua passione. La manodopera qualificata rimane dunque fondamentale e centrale nel nostro settore. Anzi, tutte le previsioni a livello nazionale e cantonale ci dicono che nei prossimi anni ci sarà una preoccupante mancanza di artigiani qualificati a tutti livelli e in tutte le professioni legate all’edilizia. Un’ulteriore prova che, almeno nei nostri cantieri, la macchina non riesce ancora a sostituire l’uomo; oggi è ancora l’uomo ad azionarla e a dominarla, e non il contrario.
Cari diplomati, avete scelto l’arte del costruire, cioè quella di dare forma ai progetti e di lasciare un segno concreto e duraturo nel tempo. Perché costruire oggi significa andare alla ricerca dell’efficienza statica, funzionale, estetica e temporale del progetto che si vuole realizzare.
Il vostro è un lavoro di squadra, assieme facciamo un lavoro d’impresa.
Siete figure imprescindibili delle nostre aziende, avete un futuro davanti a voi, onorate la vostra splendida professione e promuovetela con il vostro entusiasmo.”
Nicola Bagnovini,
Direttore SSIC Sezione Ticino