I primi sei mesi dell’anno hanno fatto registrare utili record per BancaStato. Quali sono le ragioni di questo ottimo risultato?
Sono veramente molto orgoglioso dei risultati conseguiti dal Gruppo BancaStato nel primo semestre dell’anno: come dice lei sono risultati record. L’evoluzione si è confermata nei mesi successivi e, ovviamente salvo imprevisti legati al mercato, credo che il 2023 entrerà di diritto negli annali di BancaStato. Prendendo in analisi il conto economico emerge che i ricavi netti sono aumentati di ben il 57%. Al loro interno, la voce che ha registrato la maggiore crescita è il risultato da operazioni da interessi, aumentato di oltre il 71% a 141 milioni.
Tale progressione, e in generale quelli del primo semestre, per quanto oggettivamente eccezionali si inseriscono nel solco della crescita che il Gruppo BancaStato conosce da molti anni. Tale crescita può certamente essere influenzata anche in maniera sensibile dal mercato, ma nella sostanza poggia la sua solidità sugli importanti progetti elaborati e concretizzati con successo negli anni scorsi. Vorrei infatti precisare che, anche se sicuramente tale importante risultato è condizionato dalle variabili di mercato, – penso in particolare all’aumento dei tassi di riferimento attuato dalla Banca Nazionale Svizzera nel quadro della lotta all’eccessiva inflazione – è alla strategia di rifinanziamento attuata dalla Banca negli ultimi anni così come alla crescita dei volumi ipotecari frutto della nostra politica commerciale che dobbiamo questi importanti risultati.
State osservando qualche ricaduta causata dall’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS?
La crescita del Gruppo BancaStato è sostanzialmente organica. Pensando ai soli volumi creditizi vi è un aumento di oltre 258 milioni di franchi e il 69% di essi viene dal comparto immobiliare. Parlando di quota di mercato, tenendo conto dei dati della Banca Nazionale Svizzera (BNS) relativi alle ipoteche garantite da immobili ubicati in Ticino, BancaStato nel 2022 ha raggiunto il 20,1%: un dato che nel corso degli ultimi anni ha conosciuto una costante e progressiva crescita.
Quali sono le conseguenze per voi, se le state avvertendo, della guerra in Ucraina e dell’aumento del costo della vita?
Tra fine 2021 e il primo trimestre 2022 l’uscita dalla pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina hanno innescato forti correnti inflazionistiche che, specialmente per quanto riguarda i costi energetici, hanno iniziato a corrodere il potere di acquisto dei cittadini. La forza del franco svizzero ci ha tenuti al riparo dai livelli ben più alti di inflazione che vigevano nei nostri Paesi limitrofi, ma il rincaro è stato tale da spingere la Banca Nazionale Svizzera a inasprire la sua politica monetaria proprio con l’obiettivo di stabilizzare i prezzi.
Ebbene, lo sappiamo tutti: ciò ha determinato la fine di anni contraddistinti da tassi ipotecari ai minimi storici. Il rialzo dei tassi a cui abbiamo assistito, avvenuto in un contesto di inflazione e di generali incertezze macroeconomiche, li ha riportati a un livello storicamente normale e accettabile ma naturalmente ha avuto un influsso sulla domanda creditizia. Anche in Ticino il mercato immobiliare ha iniziato a rallentare la vivace crescita fino ad allora registrata. Il numero e il valore delle transazioni immobiliari in Ticino si sono ridimensionati ma continuano pur sempre a mantenersi agli alti livelli raggiunti prima della pandemia e impongono un invariato livello di attenzione da parte degli addetti ai lavori.
Almeno per quanto riguarda BancaStato abbiamo registrato una buona crescita dei volumi ipotecari nel primo semestre, con un incremento di oltre 177 milioni. Io credo che, nonostante il contesto sia mutato, chi ha il sogno di “fare casa” e ora come qualche anno fa soddisfa i parametri finanziari, ebbene non sta rinunciando all’acquisto di un’abitazione che rappresenta in quasi i tutti i casi l’investimento della vita e il coronamento di un importante obiettivo personale e familiare. Noi in qualità di Banca cantonale continuiamo a lavorare sodo per essere un costante punto di riferimento per questo e tutti gli altri bisogni bancari dei ticinesi.
Avete una stima di massima su quanto riverserete al Cantone per il 2023?
No, è oggettivamente troppo presto. Ma è logico che se i risultati eccezionali che ci aspettiamo dovessero confermarsi, ebbene anche il versamento al Cantone ne beneficerebbe.
State osservando trend importanti per quanto riguarda la clientela? Abitudini diverse rispetto al passato, più prudenza negli investimenti, attenzione, maggiore ricorso al risparmio…?
Non stiamo assistendo ad evoluzioni particolarmente sorprendenti. Possiamo forse citare il fatto che una parte della clientela destina una maggiore quota di liquidità verso il risparmio vincolato o gli investimenti di borsa.
Anche i risultati di Axion Swiss Bank SA, che fa parte del vostro gruppo, si rivelano importanti. Ce li illustra?
Gli eccezionali risultati del Gruppo BancaStato beneficiano anche dell’ottimo andamento di Axion Swiss Bank. Basti ricordare che durante il 2023 il Gruppo ha destinato al Cantone un versamento straordinario di tre milioni di franchi alla luce del cospicuo dividendo riconosciuto da Axion alla Casa madre. Ebbene, senza entrare nei particolari del conto economico, la gestione di bilancio di Axion sta valorizzando il particolare momento di mercato, e ciò sta consentendo di ottenere una crescita ancora più netta rispetto a quella storica.
Oggi occupate 524 collaboratori. Che previsioni fate per i prossimi mesi sotto questo punto di vista?
Il numero di collaboratrici e collaboratori è in crescita. La progressione di volumi e dei risultati, nonché il passaggio alla categoria 3 di vigilanza della FINMA hanno innescato per la Banca un bisogno essenziale: assicurare un’evoluzione solida e sana degli affari. Ciò significa innanzitutto investire nelle risorse umane, sia dedicando importanti investimenti agli aspetti formativi sia reperendo sul mercato del lavoro ulteriori collaboratrici e collaboratori, proprio con lo scopo di mantenere il numero di collaboratrici e collaboratori con cui continuare ad assicurare qualità alle crescite dell’Istituto. Per rispondere alla sua domanda, il nostro dimensionamento attuale e futuro è legato a tali aspetti.
Fabrizio Cieslakiewicz, Presidente della Direzione generale di BancaStato
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