Signora Staub, di recente la Polus SA ha risanato un tetto degli stabili. Ci può spiegare le ragioni alla base di tale intervento?
GS: Spazio Polus è un complesso edilizio industriale ultracentenario costruito per la lavorazione del tabacco. Dal 1992, cessata l’attività in quel settore, grazie alla nostra volontà di adeguare gli spazi alle esigenze del mercato, nuove aziende hanno scelto di stabilire la propria sede presso di noi.
Il complesso amministrativo/industriale è composto da 2 stabili principali estesi su 5 livelli: i blocchi uffici e fabbrica. Gli edifici sono stati oggetto di importanti interventi integrati in un progetto di rinnovamento generale attento alle caratteristiche dell’epoca dell’edificazione (la prima metà del ’900). I lavori di ristrutturazione eseguiti negli anni hanno riguardato i serramenti, l’impiantistica e la ridistribuzione degli spazi interni. Di particolare rilevanza storica sono la struttura e i tetti ancora originali. Sulle coperture, ai fini di contenimento energetico, è stata valutata la posa di pannelli fotovoltaici.
Considerato il livello di sensibilità dell’intervento, prima dell’esecuzione risultava necessaria una verifica del grado di conformità della copertura. A tale scopo lo studio brenni engineering, incaricato del mandato, ha prodotto un “Rapporto di stato e studio di fattibilità” dal quale sono emerse delle criticità e delle proposte di soluzione nell’ottica di intervenire, per quanto possibile, in modo conservativo.
Ing. Pietro Brenni, ci può illustrare quali sono gli aspetti importanti da considerare quando si fanno delle valutazioni statiche di questo tipo?
PB: La necessità di risanamento di un tetto nasce generalmente da 3 fattori: la modifica della sua destinazione d’uso porta a nuovi sovraccarichi; la necessità d’adeguamento a nuove esigenze normative; l’insorgenza di difetti visibili sui materiali della struttura spesso legati all’usura o al degrado perché tutto invecchia, anche le costruzioni.
Di fronte ad una o alla combinazione di queste casistiche, si valuta se prolungare la durata d’esercizio di una struttura giudicata obsoleta con dei rinforzi oppure se sia necessaria una sostituzione, operazione legata ad una demolizione. Oggi il risanamento e il rinforzo stanno riprendendo quel giusto ruolo che hanno perso nell’ultimo arco della storia delle costruzioni. Si preferisce la valorizzazione delle risorse date dai materiali disponibili rispetto al loro smaltimento e sostituzione col nuovo, poiché coscienti dell’impatto che i materiali da costruzione assumono in termini di emissioni di CO2 (embodied carbon). Quando la struttura, come lo Spazio Polus, rappresenta un gesto tecnico ed estetico di pregio, che racconta agli utenti futuri la storia, l’ingegno e l’audacia di chi l’ha costruita, assumendo addirittura la caratteristica distintiva dello spazio, è doveroso tentare, per quanto possibile, di conservarla.
L’intervento è stato eseguito adottando un sistema innovativo non invasivo, a tutela dello storico stabile. Di che cosa si tratta?
GS: La soluzione proposta dalla brenni engeneering e Fabio Rezzonico SA per questo tetto, anche a titolo propedeutico e sperimentale, è stata progettata in collaborazione con Sicurtecto, azienda specializzata negli interventi di messa in sicurezza di edifici storici, che vanta una trentennale esperienza. Nel nostro caso si è proceduto con il rinforzo delle capriate in legno mediante il sistema brevettato Resistecto.
PB: Secondo un’ingegnosa geometria predefinita, tramite le travi principali di una struttura lignea di copertura, si trasmettono le forze che sorreggono un impalcato. Inserendo nella struttura nuovi elementi costituiti da puntoni a compressione e da cavi metallici a trazione, si modifica la geometria della distribuzione degli sforzi, andando a scaricare gli elementi della struttura esistente. L’intervento prevede l’inserimento di un sistema di supporti metallici, bracciali e cavi in acciaio che, una volta sollecitati dai nuovi carichi d‘esercizio, consentono alla struttura di ridistribuire le spinte e di sviluppare meccanismi duttili come rappresentato dallo schema allegato.
Come mai questa scelta? Quali le ragioni che vi hanno indotto a una soluzione all’avanguardia a livello tecnologico per mantenere la qualità e le caratteristiche dell’edificio?
GS: La soluzione è stata applicata a un tetto per il quale nel 2018. si era già provveduto al rifacimento del manto di copertura. A quel momento non era stata considerata l’eventualità della posa dei pannelli fotovoltaici, né erano state effettuate verifiche di conformità della struttura.
PB: Come già accennato il recupero di una struttura è un gesto di rispetto al valore architettonico e di sostenibilità per quanto concerne l‘utilizzo razionale dei materiali esistenti. Operazione che nel nostro caso specifico addirittura, evitando la demolizione ed il rifacimento del manto di copertura, ha conseguito vantaggi di velocità esecutiva, di impatto per gli utenti ed infine economici per il committente.
A livello tecnico come si sono svolti i lavori e quali le difficoltà principali con le quali gli ingegneri si sono dovuti confrontare?
PB: Gli interventi si sono svolti in modo assolutamente non invasivo data la dimensione e la flessibilità di trasporto e di messa in opera di tutti gli elementi di rinforzo. Dopo un ripristino locale e la sostituzione di singole travi secondarie da parte di Rezzonico, Sicurtecto ha predisposto i puntelli e i bracciali secondo lo schema previsto, senza mai forare le travi, operazione che avrebbe portato all’indebolimento dei materiali esistenti. Infine, sono stati disposti e messi in tensione i cavi in acciaio. Tensioni dei cavi che vengono minuziosamente protocollate, e se è il caso controllate nel tempo, in modo da certificare il corretto comportamento della struttura.
La difficoltà per questo genere d‘interventi risiede nel corretto rilievo dello stato della struttura esistente, sia dal punto di vista geometrico che delle caratteristiche dei materiali che costituiscono le travi e le giunzioni. Dopo aver analizzato il flusso di forze che sollecita gli elementi esistenti viene concepito il sistema di rinforzo che consente una ridistribuzione delle sollecitazioni, andando a sgravare gli elementi critici a favore di quelli che dispongono riserve di resistenza. È un’analisi iterativa, di ingegneria creativa, alla ricerca di un nuovo equilibrio della struttura.
Siete soddisfatti del risultato ottenuto? Sono previsti altri lavori del genere in futuro?
GS: In quanto proprietari e amministratori degli stabili siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto e di come si sono svolti i lavori in maniera pulita e veloce. Come si può notare dalle fotografie, sebbene si tratti di un solaio non utilizzato, l’ingombro causato dalle strutture di rinforzo permette un agevole accesso al locale conferendo inoltre valore estetico alla struttura esistente. Una soluzione nata da una necessità, che è cresciuta come occasione attraverso un gesto architettonico intelligente che integra in modo naturale elementi di rinforzo alla struttura storica. Ciò ci indurrà a considerare l’applicazione della stessa soluzione anche per altri due tetti di copertura di Spazio Polus.
Giovanna Staub,
Presidente del CdA Polus SA
www.polus.ch