Come giudica il 2023 turistico? Quali le ragioni del calo rispetto all’anno precedente?
Abbiamo chiuso l’anno con un calo del 3.8% rispetto all’anno scorso, ma in positivo (oltre il 6.4%) rispetto al 2019. Avevamo previsto un calo maggiore (pari al 7%) e quindi possiamo essere soddisfatti. Certamente, se paragoniamo lo scorso anno al 2021 che era stato eccezionale e anche al 2022 che era stato un buonissimo anno, abbiamo avuto una flessione, ma se osserviamo le cifre del pre-covid siamo comunque in positivo e sopra la media nazionale.
Con quale spirito si guarda al 2024 e quali saranno, a suo giudizio, gli eventi che attireranno più turisti?
Per l’anno in corso una previsione che stiamo effettuando anche grazie alle quattro OTR prevede un nuovo calo del 2-3%, in linea con le previsioni del BAK. Ma noi vogliamo comunque essere positivi e ci siamo posti come obiettivo quello di avere gli stessi pernottamenti registrati nel 2023.
Per raggiungere tale scopo ci stiamo adoperando su più fronti e nel corso dell’anno prevediamo numerose attività media e trade dedicate al mercato svizzero e a quelli internazionali. Ovviamente gli eventi importanti che si svolgono sul nostro territorio sono una bella calamita per i turisti. Dal Locarno Film Festival al Moon and Stars, per citarne alcuni tra i più conosciuti. Ma anche la seconda edizione del Winterland a Locarno che quest’inverno ha avuto un ottimo successo. Sono inoltre previsti anniversari altrettanto importanti anche se difficili da stimare in termini turistici, come i 100 anni della Centovallina e i 40 anni del Jazz di Ascona.
Al di là degli eventi più grandi, anche gli altri eventi puntuali contribuiscono ad attirare turisti su tutto l’arco dell’anno. La varietà di manifestazioni, così come le nuove proposte sul territorio – come la nuovissima via Alta Crio da Lumino alla Valle di Blenio e la riapertura della Capanna Gambarogno completamente ristrutturata – sono tutti tasselli che rendono il nostro cantone vivo e vivace anche agli occhi di chi ci visita.
Per quanto riguarda le infrastrutture ricettive sono previste nuove aperture quest’anno?
La situazione è molto incoraggiante. Negli ultimi 20 anni vi è stata una perdita di offerta importante in Ticino, con un calo del numero di alberghi e di camere. Ora, invece, ci sembra che il nostro cantone stia riprendendo quota e c’è un buon interesse da parte di diversi investitori. Al di là del Grand Hotel di Locarno che dovrebbe aprire i battenti nel 2025 dopo un importante investimento, quest’anno segnaliamo ad esempio il nuovo Boutique Hotel del gruppo Seven a Locarno, A Riazzino il gruppo tedesco Dorint aprirà a fine estate e per la prima volta in Ticino un Resort & Spa.
A Losone vi sarà l’apertura del primo Hampton by Hilton in Svizzera, con circa un centinaio di nuove camere e un ristorante interno. Ma ricordo anche un nuovo BnB a Brusino e un nuovo tassello del progetto di albergo diffuso del Monte Generoso con l’apertura della capanna Alpe di Caviano.
Di recente è stato inaugurato il “Ticino Convention Bureau” che contribuisce ad allungare la stagione. Potrà essere un’arma decisiva per il Ticino turistico?
Questo centro di competenze è stato creato per essere più competitivi nel settore del turismo d’affari. Il Ticino Convention Bureau, grazie alla sua struttura trasversale che integra collaboratori di ATT e delle OTR, permette ora di perseguire una strategia comune, potenziare l’acquisizione di eventi aziendali in Ticino, rendere più efficiente il servizio offerto e dunque di raggiungere obiettivi ambiziosi. Sicuramente il turismo d’affari, che genera circa il 20% dei pernottamenti annuali, è importante a destagionalizzare la destinazione ticinese.
Un altro aspetto problematico di questo periodo è stato l’incidente nella galleria AlpTransit del San Gottardo. Avete calcolato o stimato quanto questo è costato in termini turistici?
È molto difficile quantificare il calo di pernottamenti dovuti all’incidente. Sicuramente non ci aspettavamo una chiusura così lunga e non ci fa bene. Le FFS hanno stimato una riduzione del traffico sulla linea del San Gottardo del 15%, ma ovviamente non sono tutti turisti. Detto ciò, è altresì vero che a inizio autunno abbiamo assistito a un calo di pernottamenti. Ora, quanto del calo sia da attribuire alla chiusura prolungata della galleria di base, è difficile da stimare, ma una parte dei pernottamenti mancanti li possiamo conteggiare in questa percentuale. Sicuramente, inoltre, ha un impatto negativo sul turismo di giornata e ce lo hanno detto diversi ristoratori e anche la navigazione sui laghi ne ha risentito.
Con le FFS stiamo collaborando per attenuare gli effetti negativi. In particolare, sono stati messi in circolazione 31 treni in più durante il weekend, da dicembre a marzo, che da Basilea e Zurigo arrivano in Ticino. Abbiamo anche apprezzato la loro disponibilità nel lancio di alcune campagne marketing congiunte come quella tra gennaio e marzo che comprende il viaggio gratuito in treno e uno sconto del 20% su diversi alberghi ticinesi.
Ticino Economico si rivolge soprattutto alle PMI. In questo senso il turismo ticinese che cosa chiede alle aziende?
Bisogna anzitutto distinguere tra le PMI che operano nel settore turistico e le altre. Per chi è coinvolto nel settore chiediamo di credere nel territorio, di investire in infrastrutture, servizi, modernizzazione e digitalizzazione, ma soprattutto di avere un occhio di riguardo per l’accoglienza. Alle infrastrutture (alberghi, ristoranti, impianti di risalita, ecc) che chiudono in inverno, nel limite del possibile, chiediamo di osare e allungare un po’ la stagione. Agli affittacamere chiediamo di curare la qualità del servizio offerto e il rapporto qualità-prezzo. E di credere e investire nella sostenibilità, che promuoviamo in modo energico.
Alle altre PMI chiediamo anche di avere un occhio di riguardo per il territorio, che è il nostro patrimonio turistico più prezioso. E di essere coscienti dell’importanza del sistema turistico ticinese in quanto rappresenta il 12% del PIL. Inoltre, chiediamo loro di organizzare eventi, manifestazioni e incontri sul territorio. A tal proposito, magari, sarebbe bello poter pensare a nuovi eventi-congressi nel settore legato alle scienze della vita che è in piena crescita e ha un grande potenziale, sull’esempio del seminario sui linfomi a Lugano che porta in Ticino 12mila pernottamenti. Ma pensiamo anche al settore assicurativo, a quello bancario, immobiliare o altri settori terziari che potrebbero avere diverse possibilità di crescita.