Le 140’000 firme (ne bastavano 100’000!) a sostegno dell’iniziativa popolare federale lanciata dalla Gioventù socialista e denominata “Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)” sono state consegnate l’8 febbraio scorso. È certo, quindi, che Popolo e Cantoni saranno presto chiamati ad esprimersi su questo tema.
Che cosa prevede l’iniziativa?
L’iniziativa chiede di ancorare nella Costituzione federale un nuovo articolo (129a – Imposta per il futuro) per attribuire alla Confederazione la competenza di “riscuote[re] un’imposta sulle successioni e sulle donazioni delle persone fisiche al fine di costruire e preservare un futuro che meriti di essere vissuto”. Si tratta di introdurre un’imposta di scopo, ovvero destinare il gettito fiscale “per combattere la crisi climatica”. Queste entrate dovranno essere ripartite “in ragione di due terzi alla Confederazione e un terzo ai Cantoni”. La competenza attuale dei Cantoni di riscuotere le imposte sulle successioni e sulle donazioni “rimane invariata”. Infine, “l’aliquota d’imposta è del 50 per cento. È esentata dall’imposta una franchigia unica di 50 milioni di franchi sull’importo complessivo […]. L’imposizione ha luogo non appena la franchigia è superata”. L’entrata in vigore è prevista retroattivamente alla data eventuale di accettazione popolare.
Qual è lo scopo dell’iniziativa?
Come sopra indicato, si vogliono tassare i grossi patrimoni, ossia l’importo che supera i 50 milioni di franchi, con un’aliquota del 50 per cento per combattere la crisi climatica. Si tratta, è bene dirlo, di una finalità lodevole e responsabile per le future generazioni. Da qui anche il nome accattivante “Iniziativa per il futuro”. Come spiegato dagli iniziativisti, le maggiori entrate, stimate in 6 miliardi di franchi all’anno, saranno destinate in particolare per rinnovare gli edifici in modo da incrementare l’efficienza energetica, sviluppare le energie rinnovabili, offrire una riqualifica ai lavoratori dipendenti attivi in settori dannosi per il clima e rafforzare il trasporto pubblico.
Chi saranno i soggetti toccati dall’iniziativa?
In primo luogo si tratta di persone molto facoltose, tant’è che gli iniziativisti parlano di tassare l’1% della ricchezza. Si tratta, quindi, di un’iniziativa analoga a quella bocciata da Popolo e Cantoni poco tempo fa, denominata “Sgravare i salari, tassare equamente il capitale” (“Iniziativa 99%”), che chiedeva di introdurre un’imposta più alta per i redditi da capitale. In questo caso, i soggetti che dovranno pagare il 50 per cento dell’imposta di successione e di donazione saranno il coniuge superstite e i figli. Sono, invece, escluse dal campo di applicazione le persone giuridiche. Per evitare il rischio di elusioni d’imposta e per contrastare eventuali abusi che potrebbero sorgere tramite la creazione di società ad hoc per evitare il pagamento dell’imposta, gli iniziativisti hanno formulato una base normativa volta a contrastare gli abusi.
L’iniziativa riuscirà a raggiungere il suo scopo?
Questa è la questione più controversa. In primo luogo, va osservato che oggi in tutti Cantoni i coniugi sono esenti dalle imposte di successione e donazione. Per quanto attiene ai figli, solo un numero molto limitato di Cantoni prevede un’imposizione tutto sommato modesta. Il Ticino esenta i trasferimenti di proprietà tra ascendenti e discendenti in linea diretta. Negli Stati limitrofi sono previste per le imposte di successione e di donazione tra genitori e figli le seguenti aliquote massime: 45% in Francia, 34% in Spagna, 30% in Germania, 4% in Italia e 0% in Austria.
Qualora l’iniziativa riuscisse, è altamente probabile che i contribuenti facoltosi decidano di non restare in Svizzera evitando di vedersi erodere un’importante fetta del loro patrimonio, optando, invece, per lo spostamento della propria residenza in uno Stato limitrofo. Di conseguenza, non solo si perderanno le entrate previste di 6 miliardi di franchi, ma si assisterà anche alla mancanza delle entrate ordinarie provenienti dall’imposta sul reddito e sulla sostanza. In aggiunta, si verificherà un calo dell’indotto economico generato dai contribuenti facoltosi.
Anche i globalisti sceglieranno di lasciare la Svizzera per evitare una simile imposizione, che sarebbe una tra le più alte d’Europa. L’iniziativa per il futuro troverebbe una sua giustificazione solo se le persone scegliessero di non lasciare mai la Svizzera per ragioni fiscali. Purtroppo, la realtà è ben diversa da quella che si sogna e la concorrenza fiscale, non solo intercantonale, ma anche internazionale esiste e bisogna tenerne conto.
L’effetto boomerang è del resto scontato e l’iniziativa non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi, seppur lodevoli, attraverso l’istituzione di un’imposta federale sulle successioni e sulle donazioni.
Samuele Vorpe,
Professore SUPSI di diritto tributario
Resp. Centro competenze tributarie della SUPSI
Of counsel at COLLEGAL Studio legale e notarile Attorneys at law, Lugano
www.supsi.ch/fisco