Si tratta del mancato pagamento della liquidazione finale da parte dei committenti, nonostante il lavoro sia stato svolto come previsto dal contratto d’appalto e nel rispetto delle regole dell’arte e delle varie normative tecniche in vigore nel nostro settore. La situazione diventa emblematica se neppure la sottoscrizione da parte del committente del verbale di collaudo dell’opera (dunque in assenza di difetti di costruzione) o addirittura l’iscrizione dell’ipoteca legale sull’edificio servono a sbloccare il pagamento finale. La liquidità non entra nell’azienda, ma le fatture e le spese correnti sono sempre puntuali. Per cantieri importanti, i ritardi possono durare molti mesi, con cifre vicine al milione di franchi e le conseguenze dirette e indirette per le aziende creditrici sono facilmente immaginabili.
Molte imprese ticinesi lavorano seriamente e meritano puntualità nei pagamenti di acconti e liquidazione finale anche perché i margini di guadagno sono da tempo molto risicati e la liquidità è indispensabile per far fronte al pagamento di stipendi (con paghe di tutto rispetto dettate da contratti collettivi di lavoro molto performanti per le maestranze con, ad esempio, stipendi di 5’738.- franchi al mese per un muratore diplomato), oneri sociali, fornitori, leasing, costi fissi, ecc.
Le linee di credito non sono evidenti da ottenere e il costo del denaro è tornato a farsi sentire. Il mancato incasso in tempi ragionevoli causa poi una serie di problemi a cascata con effetti negativi sull’intero nostro sistema economico.
Nella maggior parte dei casi sono le discussioni, la burocrazia e la continua trattativa a lavori già realizzati ad influenzare negativamente la procedura d’incasso delle aziende, che prevedono peraltro le trattenute di garanzia proprio per tutelare il committente in caso di difetti della costruzione.
Spero che questo trend rientri presto, guidato dall’applicazione dei principi di correttezza, etica e professionalità da parte di tutti. Il committente ha il diritto di reclamare, chiedere il rifacimento di eventuali lavori insoddisfacenti o di quantificarne il loro minor valore, deducendolo dalla fattura finale. L’impresa ha però anch’essa il diritto di essere pagata per tutte le prestazioni eseguite correttamente e in ossequio al contratto d’appalto o a richieste specifiche della committenza.
Ricordo che, contrariamente a quanto avviene per altri corpi di mestiere, all’impresario non vengono praticamente mai versati acconti per l’acquisto del materiale da mettere in opera e dunque l’esposizione finanziaria dei costruttori edili è importante.
Un motivo in più per raccomandare ai committenti puntualità nell’eseguire i pagamenti comprovati e che spettano di diritto alle numerose imprese serie del nostro territorio, quale corretta retribuzione per le prestazioni eseguite.
Ing. Nicola Bagnovini,
Direttore SSIC Sezione Ticino
www.ssic-ti.ch