Di recente, nella vostra annuale assemblea, avete evidenziato alcuni aspetti importanti per il settore. Partiamo da quelli positivi come l’aumento degli impiegati del settore: quali sono le ragioni di questa crescita?
Durante la nostra recente assemblea annuale, abbiamo evidenziato con grande soddisfazione l’aumento significativo del numero di impiegati nel nostro settore. Questo incremento può essere attribuito a diverse ragioni fondamentali.
Innanzitutto, abbiamo assistito a un notevole afflusso di investimenti nelle strutture del settore. Questi investimenti sono stati resi possibili grazie a una costante e mirata strategia di finanziamento in ricerca e sviluppo che ha permesso di innovare e migliorare continuamente le nostre tecnologie e metodologie, rendendo necessario un ampliamento del personale qualificato per sostenere questi progressi.
Inoltre, il miglioramento delle infrastrutture e delle capacità operative del settore ha creato nuove opportunità lavorative, richiedendo un aumento del personale per gestire e operare nelle nuove strutture e nei progetti in espansione. La crescita non solo contribuisce a rafforzare il settore, ma ha anche un impatto positivo sull’economia locale, generando nuovi posti di lavoro e stimolando ulteriori investimenti.
Infine, l’attrattività del nostro settore, alimentata dalle innovazioni e dalle opportunità di carriera offerte, ha reso più facile acquisire talenti, favorendo un ambiente lavorativo dinamico e in continua crescita. Siamo fiduciosi che questa tendenza continuerà, grazie al nostro impegno costante verso l’eccellenza e l’innovazione.
Anche gli investimenti sono aumentati. Ci può spiegare dove ha investito il settore?
È un altro aspetto emerso durante l’assemblea. Gli investimenti quest’anno ammontano a circa 280 milioni di CHF. Ed essi sono stati strategicamente distribuiti in diverse aree chiave per garantire una crescita sostenibile e innovativa. Il 50% circa degli investimenti è stato destinato alla costruzione e al potenziamento di impianti di produzione e laboratori. Si tratta di un passo fondamentale per aumentare la capacità produttiva e migliorare l’infrastruttura tecnica, permettendo di sostenere la crescente domanda e di mantenere elevati standard di qualità e sicurezza.
Un ulteriore 12% degli investimenti, che corrisponde a circa 33,6 milioni di CHF, è stato allocato alla ricerca e sviluppo (R&D). Questi fondi sono cruciali per promuovere l’innovazione, esplorare nuove tecnologie e sviluppare soluzioni all’avanguardia che possono migliorare significativamente il settore. Investire in R&D ci permette di mantenere una posizione competitiva nel mercato globale e di anticipare le esigenze future del settore.
Infine, il 27% è stato dedicato agli studi clinici. Un impegno finanziario è essenziale per validare l’efficacia e la sicurezza dei nuovi prodotti e trattamenti, assicurando che ogni innovazione sia supportata da dati scientifici rigorosi. Gli studi clinici sono una componente fondamentale per l’approvazione regolatoria e per garantire che le nostre soluzioni siano benefiche per i pazienti.
La nostra strategia di investimento si concentra su aree cruciali che insieme costruiscono una base solida per il futuro del settore, promuovendo crescita, innovazione e qualità.
Tra gli aspetti più problematici c’è quello degli apprendisti. Per quale ragione? Il Cantone può darvi una mano in qualche modo?
In particolare, notiamo difficoltà a trovare interessati al corso di Tecnologo Farmaceutico. Nonostante la crescente domanda di questa figura professionale da parte delle aziende del settore, stiamo riscontrando un insufficiente numero di iscritti. Diverse le cause: in primo luogo, c’è una mancanza di consapevolezza e di informazione riguardo alle opportunità di carriera offerte dal ruolo di Tecnologo Farmaceutico. Molti giovani non sono a conoscenza delle prospettive lavorative e delle competenze richieste per questa posizione, il che porta a una scarsa partecipazione al corso. Inoltre, vi è una percezione errata del settore farmaceutico, che viene spesso visto come troppo tecnico o difficile da approcciare senza un’adeguata preparazione. Questo può scoraggiare i potenziali studenti dal considerare questa carriera, nonostante le numerose opportunità e i vantaggi che essa offre.
Crediamo fermamente che il Cantone possa giocare un ruolo cruciale nel supportarci e superare queste difficoltà. Un primo passo potrebbe essere l’implementazione di campagne informative e di orientamento nelle scuole secondarie, per sensibilizzare gli studenti sulle opportunità di carriera nel settore farmaceutico e in particolare nel ruolo di Tecnologo Farmaceutico. Inoltre, incentivi e borse di studio specifiche potrebbero rendere più attrattivo questo percorso formativo.
Collaborazioni tra il settore privato e le istituzioni educative possono anche essere rafforzate per sviluppare programmi di formazione che rispondano alle reali esigenze delle aziende, assicurando che gli apprendisti acquisiscano le competenze necessarie e siano pronti ad entrare nel mercato del lavoro. È fondamentale creare una sinergia tra il settore pubblico e privato per promuovere il corso di Tecnologo Farmaceutico e attrarre un numero maggiore di apprendisti, garantendo così un futuro solido e competente per il nostro settore.
Sempre parlando di manodopera, sta avendo effetto il nuovo accordo con l’Italia sui frontalieri. Ci spiega in che modo potrebbe essere un ostacolo?
Il recente accordo sui frontalieri tra Italia e Svizzera sta iniziando a mostrare i suoi effetti, anche se presumibilmente non abbiamo ancora visto tutte le conseguenze che potrebbe comportare. Tuttavia, alcune aziende del settore stanno già lamentando difficoltà nel reperimento del personale.
L’accordo ha introdotto nuove regole e procedure che potrebbero rendere più complesso e meno conveniente per i lavoratori frontalieri italiani lavorare in Svizzera. Questo ha portato a una riduzione della disponibilità di manodopera qualificata proveniente dall’Italia, una risorsa storicamente fondamentale per il nostro settore. Le nuove normative fiscali e burocratiche potrebbero scoraggiare i lavoratori frontalieri, spingendoli a cercare opportunità lavorative più vicine a casa o in altri paesi. La diminuzione del numero di frontalieri può creare un significativo vuoto di manodopera, specialmente in un momento in cui la domanda di personale qualificato è in crescita. Questo problema potrebbe aggravarsi se non vengono prese misure per mitigare gli effetti dell’accordo.
È fondamentale che le aziende e le autorità cantonali collaborino per trovare soluzioni che possano attrarre e trattenere i lavoratori frontalieri. Ciò potrebbe includere incentivi fiscali, semplificazione delle procedure burocratiche, o la creazione di programmi di formazione e sviluppo che rendano più attrattivo lavorare in Svizzera.
Gli effetti completi del nuovo accordo sui frontalieri tra Italia e Svizzera devono ancora manifestarsi pienamente, è già però evidente che potrebbero rappresentare un ostacolo significativo per il reperimento della manodopera. È quindi essenziale monitorare attentamente la situazione e adottare misure proattive per garantire che il settore non soffra di una carenza di personale qualificato.
Altro aspetto delicato è il costo dei farmaci. Le aziende farmaceutiche lamentano una pressione sul prezzo dei medicamenti. Come si potrebbe aiutarle?
Questo aspetto ha diverse implicazioni negative. In Svizzera, le aziende farmaceutiche devono assorbire mediamente circa 500 milioni di franchi per una revisione costante dei prezzi. Questo processo di revisione continua, orientato prevalentemente verso la riduzione dei prezzi, ha un impatto diretto sui profitti delle aziende. Di conseguenza, la capacità di investimento in ricerca e sviluppo e in altre aree cruciali viene limitata, ostacolando l’innovazione e la crescita del settore. Un altro punto critico è che la carenza di farmaci è spesso dovuta a prezzi che non sono più economicamente sostenibili per alcuni prodotti. Quando i prezzi fissati diventano troppo bassi, le aziende possono essere costrette a ridurre la produzione o a ritirare i prodotti dal mercato, creando una situazione di scarsità che danneggia i pazienti.
È importante notare che la spesa farmaceutica rappresenta solo il 12% della spesa sanitaria totale. Pertanto, per ottenere una riduzione significativa dei costi delle casse malati, sarebbe necessario agire anche sul restante 88% della spesa sanitaria. Concentrarsi esclusivamente sulla riduzione dei prezzi dei farmaci non è una soluzione sostenibile e rischia di compromettere la disponibilità e la qualità dei medicamenti. Inoltre, i prezzi dei farmaci al pubblico sono fissati dal Bundesamt für Gesundheit (BAG) e vengono rivisti periodicamente solo verso il basso, nonostante l’inflazione. Questo approccio non tiene conto dell’aumento dei costi di produzione e delle dinamiche economiche globali, mettendo ulteriormente sotto pressione le aziende farmaceutiche.
Per aiutare le aziende farmaceutiche, sarebbe auspicabile una revisione delle politiche di determinazione dei prezzi che consideri non solo la necessità di contenere i costi per i consumatori, ma anche la sostenibilità economica per i produttori. Inoltre, incentivi per la ricerca e lo sviluppo, insieme a misure per ridurre la burocrazia e facilitare l’accesso al mercato, potrebbero aiutare a mantenere un equilibrio tra accessibilità dei farmaci e innovazione. Un approccio più equilibrato e sostenibile alla regolazione dei prezzi dei farmaci, insieme a un’azione più ampia sulla spesa sanitaria totale, è essenziale per garantire che le aziende farmaceutiche possano continuare a fornire prodotti innovativi e di alta qualità senza compromettere la loro sostenibilità economica.
Come vede la seconda parte dell’anno per il settore farmaceutico ticinese?
Il nostro settore non è esente dalle influenze della geopolitica globale e dalla forza del franco svizzero, che rimane ancora troppo forte. Questo rappresenta una sfida significativa, specialmente in un contesto in cui oltre l’80% della nostra produzione è destinata all’export. Un franco forte rende i nostri prodotti meno competitivi sui mercati internazionali, incidendo sui margini di profitto. Inoltre, stiamo osservando una crescente carenza di liquidità, una preoccupazione diffusa che potrebbe influenzare negativamente gli investimenti e la capacità di innovazione delle aziende del settore. Questa situazione richiede una gestione finanziaria molto attenta e soluzioni creative per mantenere la stabilità e la crescita. Tuttavia, guardiamo alla seconda metà dell’anno con un cauto ottimismo. Nonostante le sfide, le nostre aziende associate hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento e resilienza. Il trend positivo che ha caratterizzato il nostro settore finora ci fa sperare che, con il giusto approccio, possiamo continuare su questa strada. Le aziende stanno lavorando diligentemente per ottimizzare i processi produttivi, espandere la loro presenza su nuovi mercati e investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività. La collaborazione tra le aziende, il supporto delle istituzioni locali e una strategia di export ben pianificata saranno cruciali per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità che si presenteranno nella seconda metà dell’anno.
In conclusione, seppur con prudenza, crediamo che il settore farmaceutico ticinese continuerà a mostrare segni di crescita e dinamismo, grazie alla determinazione e all’innovazione delle nostre aziende.
Piero Poli,
Presidente di Farma Industria Ticino
www.farmaindustriaticino.ch