I lavori importanti in Ticino hanno, nella Mancini & Marti/Otto Scerri, un sicuro punto di riferimento. L’azienda è infatti in prima linea su diversi appalti grazie anche alla divisione in più società che si sono specializzate nei vari ambiti. Tra quelle storiche abbiamo la Mancini & Marti che si occupa di costruzione, pavimentazione e genio civile, e la Otto Scerri attiva sulla produzione e il riciclaggio del materiale.
Ma è utile fare un passo indietro per capire come è nata l’attuale azienda. La Mancini & Marti SA, con sede a Castione, è stata costituita nel 1961 dopo che era stata iscritta a registro di commercio dal 1949. Nel 1972 le ditte Otto Scerri Sa Castione e Otto Scerri & Co Lostallo (GR), attive nella produzione e vendita inerti, trasporto e movimento terra, sono entrate a far parte del gruppo Marti. Dal 1994 la direzione delle tre imprese è stata unificata creando un pool di società indipendenti, ma unite sotto un’unica direzione. Oggi, in totale sono 260 i collaboratori, tra cui 18 apprendisti. Le due aziende possono avvalersi della possibilità di accedere alle risorse e competenze specifiche anche delle consociate al Gruppo Marti, potendo così affrontare le sfide con le migliori tecnologie disponibili.
Come detto, sono molti i lavori importanti che ha realizzato e che sta realizzando. Tra di essi vi è sicuramente quello al secondo tunnel autostradale del San Gottardo, che sarà inaugurato nel 2030. Per saperne di più abbiamo intervistato il direttore Fabrizio Bellini.
“Il tutto è partito alla fine del 2022 quando abbiamo vinto l’appalto del lotto 111 che consiste nella gestione e rivalorizzazione del materiale di scavo”, esordisce Bellini. Più precisamente riguarda la gestione e la logistica del materiale a nord e a sud, la progettazione, la costruzione, l’esercizio e lo smantellamento degli impianti per il carico, il trasporto e lo scarico dei materiali di scavo con nastri trasportatori, ferrovia e camion. Inoltre, fanno parte sempre di questo lotto la produzione di aggregati per calcestruzzo, nonché la costruzione e la gestione degli impianti di stoccaggio intermedi e finali dei materiali di scavo. Il tutto per un importo di circa 241 mio di franchi.
Un lavoro che in totale dura una decina d’anni e che coinvolge quattro aziende del gruppo: la Mancini & Marti SA, la Otto Scerri SA, la Simatec Maschinenbau AG (che si occupa dei macchinari e degli impianti di frantumazione) e la Marti Technik (specializzata nei nastri trasportatori), oltre alla Arnold & Co. AG, un’azienda esterna che si occupa della messa in deposito del materiale nel Lago dei Quattro Cantoni”, ci spiega il direttore.
In estrema sintesi, il lavoro consiste nel “trasportare i materiali di scavo che escono dalla galleria del San Gottardo, sia al portale nord sia a quello sud, e di smistarlo a dipendenza del suo uso. Infatti, il materiale di buona qualità viene trasformato in inerti ad Airolo, mentre quello non più utilizzabile viene usato per altri scopi: una parte per la copertura dell’autostrada e il restante viene messo a dimora nel lago dei Quattro Cantoni”.
L’azienda, proprio nelle scorse settimane, ha terminato la costruzione dell’imponente impianto di smistamento e trattamento del materiale (n.d.r non lo si può non notare dall’autostrada) e nei prossimi otto anni avrà il compito di gestirlo. Come aggiunge lo stesso direttore, la struttura è importante e i tempi di progettazione e di costruzione sono stati lunghi: “infatti ci è voluto un anno per progettare l’impianto e un altro anno per costruirlo. Da ottobre è stato messo in funzione regolarmente”.
Per capire meglio la portata del progetto è utile snocciolare alcuni dati. L’impianto può contare su 12 km di nastri trasportatori che entrano ed escono dalla galleria, spingendosi fino all’impianto di frantumazione posizionato in zona Stalvedro. E, a pieno regime, dovrebbe trattare 2mila tonnellate l’ora che equivalgono al trasporto di 100 camion. In totale, nei prossimi anni, verranno trattati ben 7,4 milioni di tonnellate di materiale che corrisponde circa al volume della grande piramide di Giza. Di questo materiale 1,5 milioni di tonnellate saranno riutilizzati come calcestruzzo per la nuova galleria, 0.5 milioni di tonnellate sempre come calcestruzzo per il risanamento della vecchia galleria, 1,9 milioni resteranno ad Airolo per diversi lavori legati al ripristino del paesaggio e il restante 3,5 milioni saranno trasportati nel Canton Uri e messi a dimora nel lago dei Quattro Cantoni.
Ma non è tutto, perché alla fine dei lavori della nuova galleria autostradale, e per altri due anni, l’azienda sarà attiva nel risanamento del vecchio tunnel del San Gottardo. Anche per questo appalto saranno utilizzati diverse tonnellate di inerti estratti dal nuovo tunnel.
Come aggiunge lo stesso Fabrizio Bellini “nelle ultime settimane ad Airolo hanno lavorato 18 tecnici sotto la direzione dell’ingegner Manolo Gallo di Otto Scerri.
Durante l’esercizio saranno invece attivi sul cantiere 8 ingegneri e una quarantina fino a un massimo di circa 70 operai. Ma occorre sottolineare che nei mesi scorsi, per la costruzione dell’intero impianto, abbiamo avuto anche giornate in cui erano sul cantiere 250 operai specializzati. Per il montaggio abbiamo utilizzato maestranze di diverse imprese locali, ma ci siamo avvalsi anche di altre ditte specializzate provenienti da tutta Europa”.
Un lavoro che richiede anche una buona esperienza che non manca alle aziende dirette da Fabrizio Bellini. “È vero che abbiamo già lavorato su cantieri di tale portata, ma non si finisce mai di imparare. In particolare, eravamo già in prima linea nella galleria di base del San Gottardo (dal 1998 al 2014) dove abbiamo coordinato i cantieri di Faido e Bodio, gestendo i materiali di scavo e inerti provenienti dalla galleria. E prima ancora eravamo attivi, con il gruppo Marti, nel tunnel di base del Lötschberg, ai portali vallesani”, conclude Fabrizio Bellini.
Insomma, l’esperienza, l’impegno e le capacità tecniche necessarie per gestire un grande cantiere come il secondo tunnel autostradale al San Gottardo, qui non mancano.
Intervista a cura di Nicola Mazzi
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