Nel comparto della tecnica della costruzione – come visto nell’articolo precedente – esiste un problema di carenza di personale. “Se a livello nazionale è qualcosa che il nostro settore sente in maniera importante, in Ticino godiamo di un certo ritardo per via della vicinanza con l’Italia, che ci permette di attingere a forze lavoro esterne, ma da qui a breve subiremo pure noi le conseguenze di un certo disinteressamento per le nostre professioni”, afferma Andrea Andreoli, vicedirettore del Centro professionale tecnico (CPT) di Trevano, che aggiunge: “un problema a cui siamo già confrontati è invece quello della reperibilità di persone idonee ed interessate a fare formazione”.
Data questa situazione bisognerebbe capire come rendere attrattivo un settore che dalla sua ha il fatto di essere vario, dinamico e rivolto al futuro, viste anche le sfide in ambito energetico alle quali siamo confrontati. Un settore che apre inoltre buone prospettive ai ragazzi che decidono di avvicinarvisi, da un lato perché, per come è oggi strutturato in generale il sistema formativo, chi parte da un apprendistato trova davanti a sé numerose strade percorribili, che, nel caso specifico, giungono fino alla scuola universitaria professionale, dall’altro perché si compone di professioni le quali danno un’elevata possibilità di trovare lavoro una volta conclusa la formazione, tanta è la richiesta.
Nell’ambito del cercare di rendere accattivanti queste professioni agli occhi dei giovani, in Ticino sono state gettate le basi di un progetto che potrà avere un ruolo, tra le altre cose, pure in questo senso. Stiamo parlando dei “Laboratori didattici per la tecnica della costruzione”, i quali occuperanno ben 600 metri quadri all’interno di un nuovo stabile, denominato Pragma, che sarà edificato in un’ottica di ampliamento del Centro di formazione professionale (CFP) di Gordola della sezione ticinese della Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC); il progetto è allestito dallo studio di architettura Orsi & Associati di Bellinzona.
“Con la nostra proposta speriamo di suscitare interesse verso delle professioni che riteniamo essere relativamente poco conosciute, almeno a livello di scuola dell’obbligo, mostrandone il potenziale e consentendo ai ragazzi di ‘toccarle’ con mano”, spiega Milton Generelli, vicedirettore dell’Associazione TicinoEnergia, che, assieme a suissetec Ticino e Moesano e il CPT di Trevano, sono i promotori dell’iniziativa di cui stiamo parlando. I laboratori didattici potranno in questo modo contribuire a promuovere le professioni della tecnica della costruzione, a complemento di quanto già fanno eventi quali SwissSkills porte aperte oppure quelli previsti nell’ambito della Città dei mestieri di Bellinzona.
I nuovi laboratori avranno un’ubicazione strategica, all’interno cioè di un centro che oggi si pone come punto di riferimento per il Ticino e il Moesano per la formazione nel settore della costruzione. Oltre a ciò, negli anni la SSIC sezione Ticino, è diventata partner di numerose associazioni professionali di categoria; attualmente i corsi per la formazione di base sono erogati da ben 16 diverse associazioni (tra cui suissetec) e si rivolgono a oltre una trentina di differenti curriculi. “Il fatto che il nostro progetto trovi spazio all’interno del Centro della SSIC permetterà di creare e sfruttare delle sinergie, grazie alle quali quest’ultimo potrà avere la possibilità di crescere ulteriormente come polo di formazione. Oltre a ciò, a livello pratico, essere ubicato in un ‘campus’ già esistente sarà ovviamente molto comodo in quanto consentirà di appoggiarsi a vari servizi, come la mensa e l’internato”, continua Generelli.
Ma facciamo un passo indietro, per vedere com’è nata l’idea dei laboratori didattici. “Attorno al mondo della tecnica della costruzione ruotano diverse entità, mosse dall’obiettivo comune di portare avanti la professione, cui se ne aggiunge al momento attuale uno più specifico, quello cioè di poter disporre di un maggior numero di leve qualificate”, racconta il vicedirettore di TicinoEnergia, “data questa premessa, noi tre – come CPT di Trevano (che propone una formazione specifica nel settore), suissetec Ticino e Moesano (che a Gordola si occupa principalmente della formazione di base degli apprendisti) e noi che, pur essendo un po’ gli outsiders, incentriamo la nostra attività di formazione continua su temi legati all’energia ed abbiamo giocoforza delle connessioni con il settore – abbiamo iniziato a ragionare sulla possibilità di creare un laboratorio che comportasse un’offerta più ampia di quella esistente, si estendesse a tematiche più attuali ed evitasse ai suoi potenziali fruitori di doversi spostare in altre parti della Svizzera per seguire dei corsi, con tutto ciò che questo comporta”. Era il 2 giugno del 2022, data in cui questi tre distinti gruppi di riferimento hanno posto le basi per la realizzazione del progetto di cui ci stiamo occupando, accomunati dall’esigenza di avere un laboratorio condiviso dove fare didattica pratica per la formazione di base e continua.
Per l’associazione padronale l’esigenza di un nuovo laboratorio era in realtà antecedente: “Nel 2020 sono entrati in funzione i nuovi piani di formazione riguardanti i curriculi di installatori e lattonieri, che prevedono una parte di laboratorio”, spiega Ivo Spinedi, formatore in corsi interaziendali presso suissetec, “nel 2017 abbiamo iniziato a parlare di questa esigenza che è poi confluita nel progetto di ampliamento del CFP portato avanti dalla SSIC”. I nuovi spazi dell’edificio Pragma si sono infatti resi necessari proprio per rispondere al fabbisogno delle associazioni che fanno capo al Centro per le loro attività di formazione professionale e lo svolgimento delle procedure di qualificazione.
Anche il CPT di Trevano ha delle esigenze proprie, che possono essere colmate dal progetto che troverà spazio all’interno della nuova costruzione: “Pure da noi i piani di formazione sono cambiati; nel 2025 entrerà in vigore l’ultimo toccato da questa riforma, quello della progettazione. Come nei precedenti, è stato introdotto il concetto di ‘competenze’ che si traduce nel fatto che alla teoria trasmessa in aula deve seguire un esercizio di dimostrazione, per svolgere il quale abbiamo quindi pure noi bisogno di un laboratorio, che non sarebbe semplice creare, e mantenere, a Trevano”, afferma il vicedirettore.
Unendo queste esigenze peculiari a quelle condivise, più di due anni fa i tre promotori hanno dato avvio ad una stretta collaborazione volta a dar forma e poi vita al progetto. “Siamo partiti col sondare sul territorio se effettivamente c’era l’esigenza che noi avvertivamo, e il relativo appoggio, almeno livello di patrocinio”, racconta Milton Generelli, “dal Cantone abbiamo ricevuto un appoggio importante, anche finanziario, dalla Divisione dell’ambiente e una disponibilità a collaborare da parte della Divisione della formazione professionale e di numerose associazioni che su scala cantonale e nazionale operano direttamente o indirettamente attorno al mondo della tecnica della costruzione”. Forti di questo riscontro, i promotori si sono rivolti all’Ufficio federale dell’energia, che si auspicano possa contribuire ad una parte rilevante del finanziamento. “Uno dei punti forti del progetto che si sta realizzando è proprio la sinergia tra i diversi enti che vi confluiscono, che probabilmente esiste solo in Ticino. In operazioni di questo tipo portate avanti in altre realtà la tendenza è infatti quella di fare per sé e di farsi piuttosto concorrenza a vicenda”, commenta Ivo Spinedi.
Tra questi attori figurano anche istituti come la Scuola tecnica di Winterthur e la Scuola universitaria professionale di Lucerna: “Abbiamo apprezzato molto la disponibilità a collaborare da parte di scuole che hanno già dei loro laboratori. Questo ci darà modo di vedere come fanno determinate cose e, se del caso, riprenderle, almeno parzialmente”, aggiunge Generelli, “ma non è tutto: con tale opportunità si aprirebbe infatti pure uno scenario in cui possiamo pensare di destinare quello che del nostro progetto potrebbe eccedere, per volumi o costi, a collaborazioni con enti di questo tipo”.
Dopo la fase iniziale, per i laboratori ospitati all’interno dello stabile Pragma si è imboccata la via della progettualità.
“Visitando altri centri professionali abbiamo avuto l’opportunità di fare le nostre valutazioni riguardo a come verrà strutturato il nostro progetto”, commenta Andreoli, membro di comitato ATTS, “una cosa che sicuramente lo caratterizzerà sarà il modo in cui consideriamo le varie esigenze non mirate ma unite, e questo nei vari ambiti che lo compongono”.
La presenza dei nuovi laboratori in Ticino giocherà un ruolo importante anche nell’ambito della post-formazione, permettendo a chi è già attivo professionalmente di restare aggiornato a livello di tecnica ed impianti. “Una possibilità oggi limitata proprio dalla mancanza di un luogo dove poter svolgere le parti più pratiche”, afferma il formatore di suissetec.
Di conseguenza, allo stato attuale le maestranze si “aggiornano” per mezzo della pratica lavorativa e degli specialisti dei vari fornitori con cui hanno a che fare, in modo quindi empirico e pure un po’ approssimativo. “Senza ovviamente nulla togliere ai fornitori, con i laboratori didattici si farà un passo avanti fornendo la teoria e la pratica nel gestire i vari oggetti in modo uniforme e condiviso, oltre che neutro e slegato da qualsiasi strategia aziendale”, precisa Generelli.
La molteplicità di attori che confluiranno nel progetto, farà inoltre in modo che questi interventi formativi siano impartiti da professionisti che avranno in accumulo un know how importante da poter condividere con chi opera sul territorio. “Con questo diverso approccio alla post-formazione, si potrà poi chiedere agli operatori del settore di dover adempiere a determinati requisiti per fare un certo tipo di lavoro; e ciò si traduce in un innalzamento della qualità, necessario, peraltro, dati gli standard sempre più esigenti, per esempio in ambito energetico”, commenta il vicedirettore del CPT di Trevano.
I laboratori didattici per la tecnica della costruzione, quindi, colmano una lacuna, aprendo al tempo stesso molte possibilità e prospettive. Ma quando si potrà beneficiare di tutto ciò? Obiettivo prefissato per l’operatività del progetto è il 2027/28: “Ci siamo mossi due anni fa, e ora puntiamo al 2027/28, perché l’idea è di mettere in piedi qualcosa di valido, che dia una garanzia di continuità. Un aspetto cui teniamo molto è infatti che il nostro progetto si sappia costantemente adeguare all’evoluzione del settore, sia dal punto di vista tecnico che per le questioni legate all’aspetto energetico”, afferma il vicedirettore dell’associazione TicinoEnergia. Restare al passo con i tempi è, di fatto, uno dei principali obiettivi del progetto. “Una delle caratteristiche che avranno i laboratori, d’altra parte, sarà proprio la dinamicità e la flessibilità. In un futuro, viste le caratteristiche climatiche del nostro Cantone, i laboratori potrebbero per esempio diventare luogo di ricerca”, aggiunge Andrea Andreoli, “e in questo saremo agevolati dal fatto di avere alla base tre diverse entità, con un obiettivo comune. Se sarà necessario cambiare, lo potremmo fare più velocemente perché a livello economico c’è una concentrazione di diverse forze.
Per tutti questi motivi si tratta di un progetto che ci piace chiamare ‘ITE’, il che sta a significare che c’è un interesse, è tecnicamente valido ed economicamente sostenibile”.
Intervista a cura di Alessandra Ostini Sutto