Il 30 agosto scorso, il Consiglio federale ha deciso di sottoporre al Parlamento entro il mese di marzo 2024 un disegno di legge al fine di proporre il passaggio dall’imposizione congiunta a quella individuale per tutti i contribuenti e su tutti i livelli (Confederazione, Cantone e Comune). Il messaggio del Consiglio federale fungerà da controprogetto all’iniziativa popolare federale “per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)”, presentata dalle Donne liberali. Sempre il Consiglio federale afferma che è difficile stabilire una data di entrata in vigore: forse fra una decina di anni, poiché: “a causa della complessità del cambiamento di sistema, si deve prevedere un orizzonte di attuazione più lungo”.
Per i sostenitori dell’imposizione individuale, il cambiamento di sistema si renderebbe necessario per risolvere l’annoso problema della penalizzazione del matrimonio, detto anche “tassa sul matrimonio” e che riguarda esclusivamente l’imposta federale diretta (e non le imposte dirette cantonali e comunali). I Cantoni, dalla famosa sentenza Hegetschweiler del 1984, hanno immediatamente adeguato le loro legislazioni alla giurisprudenza del Tribunale federale che stabilisce un differenziale massimo del 10% di carico fiscale tra le diverse categorie di contribuenti, in particolare tra concubini e coniugi, di modo che la loro tassazione sia ancora conforme al principio dell’uniformità dell’imposizione. È solo la Confederazione che non ha adeguato le sue tariffe. Del resto, il Tribunale federale non può dichiararle inapplicabili, dato che le leggi federali non soggiacciono al controllo di costituzionalità.
Quindi, vi è oggi una situazione in cui i coniugi si trovano, per determinate fasce di reddito, a dover pagare maggiori imposte rispetto a concubini che si trovano nella stessa situazione. Se prendiamo come esempio due persone che vivono in regime di concubinato, ciascuna con un reddito di fr. 100’000 (e, quindi, complessivamente fr. 200’000), queste versano un’imposta federale diretta di circa fr. 3’700. Invece, due coniugi che conseguono lo stesso reddito, devono pagare un’imposta federale diretta di circa fr. 6’400. Per gli stessi redditi, se si confrontano i Cantoni, le differenze riscontrabili sono minime: se prendiamo il Ticino, i concubini pagano circa fr. 26’000 e i coniugi circa fr. 26’700. Pertanto, il problema esiste soltanto a livello federale.
Certamente l’imposizione individuale avrebbe il pregio di eliminare la “tassa sul matrimonio” esistente ai fini dell’imposta federale diretta. Tuttavia, per eliminare un problema se ne creerebbero di nuovi.
In primo luogo, l’imposizione individuale andrà a penalizzare le famiglie monoreddito o le famiglie il cui secondo reddito è relativamente basso. Questo perché il secondo reddito del coniuge non sarà in grado di assorbire completamente le deduzioni a sua disposizione, ripartite tra i coniugi con la regola 50/50. Si pensi, ad esempio, alla deduzione sociale per figli, proposta a fr. 12’000, che sarà attribuita al 50% per ciascun coniuge. Per il coniuge che non lavora, questo significa perdere il diritto alla deduzione e questa perdita non potrà essere compensata dall’altro coniuge, che ha ancora disponibilità di reddito.
In secondo luogo, i redditi e le sostanze dei coniugi dovranno essere dichiarati in funzione dei rapporti di diritto civile e di altri diritti legali. A tale riguardo, si rileva che spesso è difficile stabilire la proprietà del bene, per cui l’autorità fiscale si troverà nella difficile situazione di doversi sostituire al giudice civile. Per conseguire dei risparmi d’imposta, verranno sicuramente messe in atto pianificazioni fiscali da parte dei coniugi con il rischio che vi sia un abuso. In particolare, si verificherà un aumento dei negozi giuridici tra i coniugi, che con il sistema attuale della famiglia sono del tutto irrilevanti, soltanto per conseguire dei risparmi d’imposta e beneficiare completamente delle deduzioni.
Vi è poi, in terzo luogo, il problema burocratico, ossia quello dell’onere amministrativo legato alla tassazione individuale, che sarà decisamente maggiore per le autorità fiscali cantonali incaricate della riscossione. L’onere di accertamento e di coordinamento dei Cantoni non potrà, infatti, essere completamente automatizzato. Nei risultati della procedura di consultazione si afferma addirittura che vi sarà un “aumento sproporzionato” del lavoro amministrativo con conseguente necessità di assumere nuovo personale. Vi saranno 1,7 milioni di dossier fiscali in più da gestire, così come ulteriori “ingenti” costi. In Ticino ci saranno 85’000 nuove tassazioni. Se applichiamo a queste nuove tassazioni i parametri di calcolo di Argovia, in Ticino ci vorranno 75-80 tassatori in più. Del resto l’autorità fiscale cantonale dovrà stampare, spedire, gestire il rientro, tassare, decidere i reclami e le richieste di revisioni, archiviare e incassare per un numero di contribuenti sensibilmente superiore. Dovrà poi confrontare le due dichiarazioni separate. Ci penserà la “chat GPT”? Purtroppo no!
Vi sarà poi un onere amministrativo decisamente maggiore anche per i contribuenti coniugati, i quali dovranno presentare due dichiarazioni fiscali, anziché una.
Infine, vi è la questione degli effetti positivi sull’occupazione con la tassazione individuale (47’000 nuovi posti di lavoro stimati), i quali però sono tutti da dimostrare. Numerosi sono i fattori non fiscali da considerare, quali l’indipendenza economica, l’offerta d’impiego e la possibilità di custodia dei bambini. La fiscalità è uno dei fattori, ma certamente non quello decisivo. L’unica certezza sarà l’aumento del numero di funzionari fiscali per smaltire le maggiori tassazioni.
In sostanza la riforma in atto, se dovesse essere accolta, ridurrà le entrate fiscali, aumenterà i costi per il personale, aumenterà notevolmente la complessità del sistema e, infine, creerà anche nuove disuguaglianze. Per evitare tutto ciò, basterebbe applicare ai fini dell’imposta federale uno dei metodi in uso nei Cantoni per eliminare la discriminazione (doppia tariffa, splitting, quoziente familiare, flat rate tax).
Samuele Vorpe,
Professore SUPSI di diritto tributario
Resp. Centro competenze tributarie della SUPSI
Of counsel at COLLEGAL Studio legale e notarile Attorneys at law, Lugano
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