Julius Baer è una delle più antiche banche svizzere e la principale Banca privata. Qual è il segreto di tale longevità e del successo nel corso degli anni?
Oggi, ovviamente, la direzione intrapresa dalla Banca è diversa da quella del 1890, quando Julius Baer aprì i battenti a Zurigo, all’epoca importante centro del commercio internazionale. Ma, in un certo senso, è sempre la stessa. Il nostro Wealth Management è orientato al lungo termine; da 130 anni, tutto si basa sul rapporto personale con i nostri clienti. Dal 2009, il focus esclusivo di Julius Baer consiste nell’offrire servizi per clienti private banking, alle famiglie, ma anche ai Family Office e agli intermediari. Non abbiamo affari istituzionali né attività concorrenti che ci distraggono dal nostro core business.
Voi siete nati come banca a gestione familiare e poi nel 2005 siete diventati una società quotata in Borsa. A distanza di oltre 15 anni da questa scelta, qual è la vostra valutazione?
L’intera società ha una storia movimentata lunga 130 anni – e si è sviluppata da impresa familiare a società quotata e leader globale nel Wealth Management con CHF 428 miliardi di valori patrimoniali in gestione a fine giugno 2022. In effetti, grazie alla cultura solida di Julius Baer, non abbiamo assistito a grandi cambiamenti dall’impresa familiare alla società quotata. Siamo vicini ai nostri clienti e, poiché il Wealth Management è un’attività che riguarda le persone, ci affidiamo alle imprese locali e alla presenza sul territorio, come qui nella nostra filiale ticinese. D’altra parte, l’arrivo di grandi investitori ci ha fornito i mezzi per crescere rapidamente, soprattutto a livello internazionale. In ogni caso, la nostra società mantiene uno stretto contatto con la famiglia fondatrice, in particolare con Raymond Bär, Presidente onorario e custode della storia della nostra Banca.
Veniamo agli ultimi anni. Come avete gestito il periodo della pandemia? Quali sono state le conseguenze per una banca privata come la vostra?
Nella primavera del 2020, la crisi correlata al Covid ha costretto Julius Baer, come l’intero settore finanziario, a introdurre cambiamenti finora inimmaginabili, praticamente da un giorno all’altro. Il contatto diretto con il cliente, caratteristica del private banking, è diventato improvvisamente impossibile e i flussi di lavoro operativi hanno dovuto essere drasticamente rivisti, dato che la maggior parte del personale lavorava da casa. Inoltre, tutto ciò avveniva in una situazione di generale incertezza, in cui le esigenze dei nostri clienti e il volume di negoziazione erano molto più elevati di quanto non lo siano di solito in acque tranquille. Oltre a dare il via a una trasformazione, tuttavia, la crisi ha anche accelerato e rafforzato i progetti già esistenti all’interno della Banca, come la digitalizzazione, aumentando in modo significativo l’efficienza dei back office o il supporto ai consulenti, ma anche portando progressi nella comunicazione digitale nell’interazione con i clienti.
Il momento attuale non è dei più semplici. La guerra in Ucraina sta provocando, a cascata, conseguenze importanti. In che modo le state affrontando?
Nell’economia globale e nell’intera società ci troviamo di fronte a crisi e sconvolgimenti: una guerra in Europa che pochi un anno fa avrebbero ritenuto possibile, preoccupazioni e costi energetici crescenti, inflazione dilagante, segnali di recessione, per citare solo alcune delle sfide che dobbiamo affrontare. Questa combinazione rende impossibili gli scenari con decisioni binarie portando all’incertezza e a far sì che i clienti, correttamente, assumano nuovi rischi con maggiore cautela. Per Julius Baer questo significa affrontare le sfide rimanendo un partner fidato e imparziale per i clienti, più che mai vicino a loro in tempi così difficili, dando il meglio in termini di consulenza, servizi ed esecuzione ad hoc.
Come banca privata, avete delle richieste da fare in materia di politica federale e cantonale?
È importante essere consapevoli che la stabilità della piazza finanziaria svizzera si basa sulla forza istituzionale ed economica della Svizzera. Dobbiamo preservare queste fondamenta e anche in questo caso è la politica a occuparsene. Per il Ticino e l’economia locale, la piazza finanziaria è ovviamente molto importante. Tuttavia, l’accesso a importanti mercati di esportazione come l’Italia rimane un fattore cruciale che deve essere affrontato affinché le banche (private) svizzere possano offrire attivamente i loro servizi all’estero. Julius Baer è membro di diverse associazioni come Associazione Bancaria Ticinese e Associazione delle banche svizzere di gestione patrimoniale al fine di garantire buone condizioni quadro per la piazza finanziaria ticinese.
La nostra è una rivista che si rivolge alle PMI. Quali sono le vostre offerte per agevolare il finanziamento delle aziende in Svizzera e in Ticino?
Non siamo una Banca per società o PMI, ma una Banca privata che offre servizi adatti agli imprenditori. Oltre ai servizi di gestione patrimoniale e di pianificazione finanziaria, i finanziamenti sono un pilastro dell’offerta di Julius Baer. Questa divisione comprende ipoteche e crediti lombard, ma anche soluzioni specializzate come la finanza strutturata. Per i nostri clienti imprenditori in Svizzera, l’anno scorso abbiamo anche creato un team dedicato alla consulenza in materia di fusioni e acquisizioni e, da allora, abbiamo riscontrato una notevole domanda in questo segmento.
Ettore Bonsignore,
Responsabile per il Ticino e l’Italia di Julius Baer
www.juliusbaer.com