È Al Borde (Ecuador) il vincitore del BancaStato Swiss Architectural Award 2024, prestigioso premio internazionale di architettura a cadenza biennale promosso dal 2018 dalla Fondazione Teatro dell’architettura.
Da sempre, il premio riconosce e segnala architetti di tutto il mondo che, con particolare sensibilità nei riguardi delle questioni etiche, estetiche ed ecologiche, hanno offerto un apporto rilevante alla cultura architettonica contemporanea, contribuendo in tal modo a migliorare la qualità di vita dell’uomo e a favorire il dibattito pubblico e disciplinare sul ruolo dell’architettura nella società odierna. Il premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui il premio è di volta in volta bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative e abbiano offerto un contributo rilevante alla cultura architettonica contemporanea.
Anche per questa edizione, il premio riconferma la collaborazione delle tre Scuole di architettura svizzere: Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture; Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur.
Grazie al consolidamento di questa sinergia, BancaStato Swiss Architectural Award si conferma uno dei premi di architettura più ingenti e prestigiosi, forte di un comitato di advisor composto da architetti, critici e storici dell’architettura di rinomanza internazionale che nomina una rosa di candidati provenienti da tutto il mondo.
Il BancaStato Swiss Architectural Award, che ammonta a 100.000 franchi svizzeri, sarà consegnato l’8 maggio 2025 presso l’Auditorio del Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana. In occasione della cerimonia verrà inaugurata l’esposizione dei progetti presentati dai candidati.
Al Borde è stato scelto fra 31 candidati provenienti da 17 Paesi di tutto il mondo, selezionati dal comitato di advisor, che hanno pienamente risposto alle attese dei promotori e della giuria del premio.
La giuria ha attribuito all’unanimità il BancaStato Swiss Architectural Award 2024 allo Studio Al Borde per il Mirador Aula nella foresta protetta del Cerro Blanco, Guayaquil, Ecuador, 2021-2022, il Raw Threshold Pavilion a Sharjah, Emirati Arabi Uniti, 2022-2023 e la Biblioteca comunitaria Yuyarina Pacha, Huaticocha, Provincia de Orellana, Ecuador, 2023-2024.
I lavori presentati da Al Borde hanno convinto la giuria per molteplici ragioni. Oltre all’approccio collettivo alla progettazione e alla costruzione, che si riflette anche nel coinvolgimento delle comunità locali, e alla particolare attenzione agli aspetti climatici, le opere di Al Borde manifestano un’interpretazione ampia e profonda del concetto di sostenibilità, perché radicata nella storia dell’architettura e in un ampio spettro di riferimenti che vanno dalle tecniche costruttive tradizionali alle sperimentazioni moderne. La loro ricerca riguarda anche la reinterpretazione innovativa dei materiali locali, la definizione di un vernacolo contemporaneo e le questioni cruciali in corso a livello locale: temi che Al Borde affronta con singolare coerenza e radicalità.
La giuria, presieduta da Mario Botta, ha visto la partecipazione di Walter Angonese (direttore USI-Accademia di architettura), Sophie Delhay (direttrice Section d’Architecture EPFL-ENAC), Matthias Kohler (decano ETHZ-Departement Architektur) e Xu Tiantian (Cina, vincitrice ultima edizione).
Il vincitore
Al Borde, con sede a Quito (Ecuador) e fondato nel 2007, dichiara di “muoversi nel territorio del dubbio, dove le certezze su ciò che l’architettura dovrebbe o non dovrebbe essere sono in costante evoluzione. Le idee si sviluppano in corso d’opera, precisandosi nella relazione con il luogo”, perché le loro opere sono “costruite con le risorse e le tecniche locali, dove il territorio è sempre una variabile specifica e unica. I progetti diventano dunque una radiografia di un determinato luogo e dei costumi delle persone che lo abitano, della loro storia, dei loro problemi e dei loro bisogni”. Al Borde persegue un’architettura, la cui estetica è consapevole dell’energia spesa nella sua costruzione: un’architettura apparentemente senza sforzo, nella quale i materiali sono connessi in modo chiaro e logico e gli utenti sono coinvolti in un processo di progettazione e costruzione partecipativa.
Lo studio ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Donghia Designer-in-Residence 2021-2022 dell’Environmental Design Department – Otis College of Art and Design di Los Angeles, il Lafarge Holcim Award Acknowledgment per l’America Latina 2014, il Global Award for Sustainable Architecture 2013, lo Schelling Architecture Prize 2012, la Medaglia del Bicentenario per meriti culturali del Ministero della Cultura e del Patrimonio dell’Ecuador 2012. È inoltre stato selezionato come finalista per il Design of the Year 2015 al Design Museum di Londra ed è stato inserito nel 2019 tra i 100 studi di architettura più importanti al mondo dalla rivista “Domus”.
Le opere di Al Borde sono state presentate in numerose esposizioni e i suoi membri fondatori sono stati docenti, critici o conferenzieri invitati in università o istituti di ricerca nelle Americhe, Europa, Asia e Medio Oriente, fra cui la Columbia University di New York, Stati Uniti d’America; la Oregon University, Stati Uniti d’America; la Tongji University di Shanghai, Cina; la Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi, Francia.
Fondazione Teatro dell’architettura
Con sede a Mendrisio, la Fondazione Teatro dell’architettura, presieduta da Mario Botta e diretta da Riccardo Blumer, promuove il premio Swiss Architectural Award. Dalla sua settima edizione (2019-2020), la Fondazione ha raccolto l’eredità della Fondazione Svizzera per l’architettura (dal 2007 al 2018) garantendo la continuità. Grazie al sostegno di Charles Kleiber, allora presidente della Fondazione Svizzera per l’architettura, il premio ha acquisito una nuova direzione, rafforzata dal coinvolgimento delle tre scuole di architettura svizzere (ETH di Zurigo, EPFL di Losanna e Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana), rappresentate nella giuria dai rispettivi decani o direttori.
La Fondazione si propone anche di offrire visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che sempre più intervengono nel processo progettuale e che ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura. Le complesse questioni che la società contemporanea è chiamata ad affrontare – l’impegno a favore dell’ambiente, la reperibilità delle risorse energetiche, i drastici cambiamenti climatici e le nuove complesse realtà sociali – condizionano fortemente le dinamiche legate agli aspetti identitari che si registrano a livello territoriale, tanto da rendere necessari nuovi approcci e una nuova sensibilità disciplinare nell’ambito dell’architettura, degli studi urbani e della progettazione del paesaggio.