Il 1° settembre in Viale Franscini a Bellinzona, alla presenza dei Consiglieri di Stato Christian Vitta e Norman Gobbi, del presidente del Tribunale penale federale (TPF), Alberto Fabbri, del presidente della Corte di Appello del TPF, Olivier Thormann e dei rappresentanti della Magistratura ticinese si è tenuta la cerimonia di posa della prima pietra del nuovo Pretorio.
Il progetto di ristrutturazione e ampliamento del nuovo Pretorio di Bellinzona, si ricorda, è stato approvato dal Gran Consiglio nel mese di settembre del 2021, con un investimento complessivo pari a 50 milioni e 250 mila franchi. Una volta ultimato, l’edificio accoglierà la Corte di appello del Tribunale penale federale, la Pretura penale – la cui sede sarà dunque confermata a Bellinzona, seguendo altresì gli auspici del Parlamento – e la Polizia cantonale.
La nuova importante realizzazione – ha affermato il Consigliere di Stato Norman Gobbi – si inserisce nella strategia logistica generale promossa dal Governo, nell’ottica di assicurare pari dignità nelle varie regioni del Cantone alle sedi della Giustizia: dal Pretorio di Bellinzona, appunto, alla futura ristrutturazione del Pretorio di Locarno i cui lavori sono programmati a partire dal 2025 per giungere all’auspicato acquisto del nuovo Palazzo di giustizia di Lugano nello stabile Botta.
Progetti che devono essere intesi quali investimenti, in una prospettiva lungimirante e di lungo periodo, tesi a rispondere, rispettando la storia del nostro Cantone a livello della presenza delle autorità sul territorio, alle esigenze della Giustizia e di chi vi opera: una Giustizia moderna che in futuro conoscerà la digitalizzazione dell’attività, ciò che richiede degli stabili adeguati e funzionali.
Il progetto di ristrutturazione del Pretorio si inserisce in un concetto urbano che fa di Viale Stefano Franscini un elemento essenziale nella trasformazione della città medievale in capitale permanente della Repubblica e Cantone Ticino. In questo senso, gli stabili del Tribunale penale federale e del Pretorio sono legati alla memoria storica della Città di Bellinzona e rivestono un’importanza strategica per l’assetto del viale: si relazionano infatti in modo diretto e ben percepibile con il quartiere governativo, con il Castelgrande, con il teatro sociale e con il nucleo.
È per questa ragione che il corpo di testa a carattere rappresentativo che si affaccia su Viale Stefano Franscini, come già realizzato per il TPF, sarà integralmente conservato mentre il corpo retrostante sarà ricostituito secondo gli stessi criteri tipologici e architettonici che contraddistinguono la sostanza attuale. In questo senso, come sottolineato dal Consigliere di Stato Christian Vitta, i progettisti e la Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) hanno compiuto degli sforzi importanti, prestando attenzione alla flessibilità degli spazi e dei contenuti e al recupero della sostanza storica. Ciò si inserisce perfettamente nella strategia legata ai beni storici. Una strategia che mira a rivalutare la sostanza esistente nell’ottica di una trasformazione che ne conservi il carattere urbano e storico, permettendo l’inserimento di nuovi contenuti con un linguaggio architettonico attuale.
Il progetto è inoltre esemplare dal punto di vista della sostenibilità: si è infatti intervenuti applicando i concetti imposti dallo standard Minergie. Una volta ultimato, l’edificio potrà dunque raggiungere delle ottime prestazioni in termini di qualità dell’aria e di benessere termico, come pure mantenere il proprio valore. Inoltre l’approvvigionamento del calore avverrà attraverso il sistema di distribuzione del teleriscaldamento del Bellinzonese (TERIS), ciò che garantirà una fornitura di energia rinnovabile.
La ristrutturazione e l’ampliamento del Pretorio durerà circa tre anni e la consegna dell’edificio è prevista per l’autunno del 2026.