È interessante capire l’origine di un’idea. Perché comprendi che c’è sempre una persona che l’ha pensata e un team che l’ha poi realizzata. È il caso di Giomoflex Naturo, un pavimento unico e irripetibile, composto anche da elementi naturali, creato da Uniquefloor Switzerland AG e in particolare da Giovanni Moret che da anni collabora con l’azienda diretta da Marco Palumbo. “Oggi Giovanni ha 70 anni – ci dice lo stesso Ceo – ma lavora ancora con noi ed è fondamentale per tutti con i suoi consigli e la sua grande esperienza. Grazie a lui abbiamo potuto sviluppare questo innovativo pavimento che ci sta dando molte soddisfazioni”.
Una pavimentazione (variante moderna e innovativa del rivestimento in granulato di gomma Giomoflex) che alle nostre latitudini è stata portata da Isotech Ticino SA, la quale opera in sinergia con la stessa Uniquefloor. “Siamo sempre alla ricerca di soluzioni innovative – spiega il responsabile di Isotech Ticino, Giacomo Cannone, – e per questa ragione abbiamo individuato nell’azienda di Cham un partner prestigioso per la fornitura di pavimenti, adatti sia per l’interno sia per l’esterno”, posati dagli operai Ticinesi della Isotech Ticino SA.
Un rivestimento dalle caratteristiche molto interessanti e uniche nel suo genere. Ideale anche nelle ristrutturazioni, poiché può essere posato su quasi ogni tipologia di supporto: dalle piastrelle ai sottofondi cementizi preesistenti. Si tratta di un rivestimento elastico e continuo, altamente decorativo e innovativo, che può essere utilizzato in un ampio spettro di situazioni, quali ad esempio: edifici pubblici e privati, ospedali, uffici, negozi e punti vendita, centri congressi, grandi magazzini e shopping center, sale espositive e showroom, appartamenti e ville, condomini e residence, parti comuni (es: atri, scale e corridoi) e locali umidi. Ma tra le altre proprietà vi è anche quella di avere una lunga durata: si può limare e sigillare il pavimento ogni 20 anni per ben tre volte.
E come aggiunge lo stesso direttore Cannone “si tratta di un materiale davvero polivalente e che necessita di una sola gettata. Non avendo giunti è perciò più igienico, più facile da pulire e richiede poca manutenzione. Ma non solo, è anche antiscivolo, isolante dal calpestio e resistente al fuoco. Di recente abbiamo realizzato il pavimento della Ca’ Rossa di Pregassona, il nuovo circolo degli anziani. Uno spazio di 150 metri quadrati, ideato dagli architetti Enrico Sassi e Alessandro Armellini, valorizzato da questo pavimento che simula una terrazza alla veneziana”. Come rileva ancora il direttore di Isotech Ticino “nel nostro Cantone è stato già posato in alcune abitazioni private, in un asilo di Chiasso, in un bar a Mendrisio e a breve inizieremo un altro cantiere a Viganello”.
Tra le particolarità di Giomoflex c’è anche quella di essere disponibile in molte versioni e colori e soprattutto di essere personalizzabile a dipendenza delle esigenze del cliente. “Al posto dei granuli di gomma per la versione naturale – spiega Palumbo – vengono utilizzati prodotti organici, come ad esempio trucioli o dischi di legno, gusci di frutta secca o noccioli dei più differenti tipi di frutta a km zero. La fantasia può viaggiare liberamente e il cliente può scegliere e ideare la pavimentazione come ha sempre sognato”. Anche per questa ragione il pavimento è unico e irripetibile.
Se la versione naturale è stata sviluppata da Giovanni Moret, Giomoflex è comunque un prodotto che si è consolidato nel tempo e ha una quarantina d’anni di vita. “È una pavimentazione nata in Francia – sottolinea Palumbo – una quarantina di anni fa e l’azienda, che ho creato nel 2015, è tra le prime ad averla importata in Svizzera. Grazie anche a questo prodotto ci siamo sviluppati e ora contiamo su un team di 12 collaboratori che lavorano in tutto il Paese e anche fuori dai confini nazionali”. Il tutto è certificato PAK IPA (idrocarburi policiclici aromatici); ciò significa che non ha tracce né di solventi né di vernici ed è quindi adatto per i più innovativi edifici che chiedono altri standard qualitativi ed ecologici come quelli che seguono lo standard Minergie Eco.
Intervista a cura di Nicola Mazzi