“Sei sulla luna?” L’espressione spesso viene utilizzata nei confronti di qualcuno che apparentemente è presente fisicamente ma non con la testa. Siamo sicuri che nei prossimi anni potrà essere rivolta solo alle persone distratte?
Fino a qualche anno fa se, costruendo un business plan, qualcuno avesse ipotizzato un’Economia Lunare prevedendo comunità di astronauti e ricercatori, di robot e tecnici sulla luna, sarebbe stato invitato a entrare in qualche casa di cura. Oggi, invece, non solo si parla di andare e tornare dal satellite della terra ma di restarci! Siamo di fronte a interessi miliardari… e non solo. Nel prossimo futuro, sicuramente, sarà anche recuperato il divario di “genere” con la prima donna a mettere piede sul suolo lunare, eguagliando il monopolio maschile della missione Apollo.
Negli ultimi anni si è iniziato a ipotizzare i primi insediamenti sul pianeta grigio finalizzati a pensare moduli abitativi, laboratori per ricerche scientifiche, scoprire ed estrarre materie anche sconosciute, studiare il comportamento del corpo umano in assenza di gravità e, non da ultimo, fare test per il successivo passo verso Marte dopo il 2050. Comprensibilmente il lavoro che spetterà agli scienziati, alle aziende e agli enti coinvolti sarà moltissimo. Non da ultimo, l’Intelligenza Artificiale anno dopo anno migliorerà e supporterà queste ricerche che raggiungeranno livelli altissimi nella creazione di sistemi informatici e programmi, connettivi, di posizionamento e comunicazione, tali da rendere la luna (quasi) dietro casa.
Sarà necessario costruire non solo centri di ricerca e abitativi ma anche strutture per il sostentamento alimentare delle persone che colonizzeranno il satellite della terra. Prevedibilmente la maggior parte del lavoro di preparazione in loco sarà svolto da robot, meno sensibili alle radiazioni ultraviolette. Bisognerà iniziare nuovi esperimenti per l’agricoltura, analisi dell’acqua lunare e di studio dell’Elio 3, carburante che potrebbe essere perfetto. Sappiamo molto bene che alcune risorse sulla terra avranno una durata limitata e che si esauriranno entro qualche decennio; scatta quindi anche l’interesse economico per procurare altre risorse, ma dove? Si stima che sulla luna potrebbero essere presenti circa 1,1 milioni di tonnellate di Elio 3 che, al prezzo attuale, significherebbero 1,5 milioni di miliardi di dollari.
Prevedibilmente gli insediamenti lunari saranno oggetto di complessi dibattiti nelle e tra le istituzioni: per esempio la Nasa e la Cina hanno scelto lo stesso territorio per insediare i loro astronauti, il Polo Sud. Si dovranno necessariamente sviluppare le diplomazie e il diritto quali basi per regolamentare gli interessi delle potenze che ambiscono ad arrivare su quel pianeta.
Dall’inizio dell’era dell’uomo nello spazio i vari modelli di business (se di questi possiamo parlare) erano di esclusiva competenza dei governi.
Oggi si spinge per la partecipazione dei privati alla conquista dei pianeti. La concentrazione, negli ultimi 20 anni, di grandi quantità di capitali di rischio nelle disponibilità di alcuni imprenditori, spinge gli stessi a superare le frontiere del nostro cosmo verso nuovi orizzonti e guadagni ben più lontani e complessi. Si pensi, per esempio, che le stime prevedono fino al 2040 il trasporto di centinaia di tonnellate di materiali su quel pianeta, oltre che la costruzione di vettori per il loro viaggio; tutto questo equivale a decine di miliardi di dollari americani.
La Svizzera e il Ticino come si presentano alla sfida spaziale? Entrare con il piede giusto per cogliere le crescenti occasioni è fondamentale! Le grandi Agenzie e i grandi imprenditori stanno sviluppando la sostenibilità economica di questa immensa opportunità. La missione spaziale Artemis è già in corso e, senza equipaggio, sta gettando le basi per il prossimo sbarco dell’uomo sulla luna. L’ESA è al lavoro per implementare un’idea semplice ma non di facile attuazione: ampliare l’economia spaziale per permettere di contare sui benefici che la stessa potrebbe creare.
L’obiettivo primario è stimolare la nascita di nuovi servizi e supportare i committenti degli stessi alla creazione di potenziali business, nei quali industria e commercio potrebbero inserirsi con l’aiuto anche del sistema finanziario.
La stessa Agenzia sta anche lavorando sulla “Commercial Lunar Mission Support Services (Clmss)” che ha tra i suoi obiettivi anche quello di produrre infrastrutture di comunicazione fondamentali per l’esplorazione della luna. Questo progetto necessita di massa critica per renderlo ampio e applicabile a diverse soluzioni. L’ESA con “Business in space” mira a creare un ecosistema per far crescere servizi e prodotti su scala commerciale. L’Agenzia supporta l’emergere del nuovo mercato con il sistema “Leveraging Economic Oppotunities (LEO)” e “Lunar Orbit”, intensificando le collaborazioni, facilitando la partecipazione di nuovi attori e stimolando la domanda nel tentativo di sviluppare prodotti e servizi basati su modelli di business commercialmente validi. Inoltre, sempre l’ESA, sta lavorando su Argonaut “… is a European lunar lander that will provide autonomous access to the Moon for Europe, allowing us to play a major role on the surface of our natural satellite”. Inoltre si sta valutando la possibilità di trovare e inserire partner per “piccole consegne”.
Da dichiarazioni sembra che anche i responsabili del “future Programs Space Exploration” di Airbus Defence and Space – siano d’accordo con l’ipotesi di coinvolgere partner secondari per soluzioni scalabili e modulari oltre che sostenibili.
Oggi il lavoro da fare è moltissimo e, fino a poco tempo fa, poteva sembrare difficile pensare di coinvolgere aziende private oltre la “semplice” fornitura e consegna di componenti agli enti e alle istituzioni governative.
Anche se non facile il mercato esiste! L’esplorazione spaziale su larga scala porterà sicuramente grandi opportunità. Il problema principale è capire quando il mercato esploderà e con quali risorse e conseguenze. Le difficoltà principali potrebbero essere riscontrate nella mancanza di esperienza per la creazione e presentazione di business-case.
È proprio questo aspetto che fa dell’economia lunare un progetto di non semplice costruzione e consolidamento. La mancanza di assimilato know-how (e se vogliamo di idee attuabili) deve necessariamente essere colmata anche utilizzando collaborazioni con università ed enti specializzati che, a loro volta, fungono da incubatori e acceleratori. Nel prossimo futuro possiamo pensare a nuove strategie nello scovare startup con skills specialistici.
E la Svizzera? Il Paese parteciperà alla missione “Lisa” per la ricerca delle onde gravitazionali nello spazio che ha ottenuto il via libera dall’ESA. Domenico Giardini del Politecnico federale di Zurigo ha dichiarato che “È un progetto enorme” e “Saranno coinvolte tre generazioni di ricercatori e ingegneri”. Fulcro della missione nello spazio è misurare le onde gravitazionali senza alcuna interferenza.
È previsto l’utilizzo di tre satelliti con sofisticati sistemi di misurazione che saranno inviati a decine di milioni di chilometri dalla Terra. Il lancio è già stato pianificato per il 2035 e la missione durerà 50 anni. Gli scienziati cercheranno di avere informazioni sulla materia oscura. La Svizzera sarà coinvolta con il Politecnico (ETHZ) e l’Università di Zurigo.
Inoltre, nell’aprile 2023 il Consiglio federale ha dato il via libera alla politica spaziale 2023. La decisione prevede l’integrazione in un contesto internazionale delle attività dedicate. Si può dire che se lo spazio chiama, la Svizzera non si fa trovare impreparata! “Negli ultimi anni sono peraltro diminuiti gli ostacoli d’ingresso alle attività spaziali, e il numero di attori svizzeri e stranieri nel settore è in costante aumento. Ciò rende sempre più cruciale la questione della sicurezza e della sostenibilità nello spazio.”.
Il Paese Elvetico collabora anche in progetti dell’”Organizzazione Europea per l’utilizzo dei satelliti metereologici (EUMETSAT)”, con il programma di navigazione Galileo/EGNOS e con l’Agenzia ESA. Inoltre, la Svizzera produce contributi programmatici per l’implementazione di progetti spaziali. La stessa nota recita che il Governo rossocrociato vuole costruire su questi punti di forza l’energia per “affrontare al meglio le nuove sfide del settore spaziale in modo da consentire anche alle generazioni future di sfruttare appieno le opportunità offerte”. Gli orizzonti sono immensi e gli investimenti altrettanto; per questo è stato dato incarico al Dipartimento dell’economia di elaborare entro la metà del 2027, in concerto con altri enti e dipartimenti, un report che incorpori la possibilità concreta di attuazione della politica spaziale.
La partita è aperta e presenta molte opportunità di investimento e l’ottenimento di benefici sia per il settore pubblico, sia per quello privato. Allora perché non portare un po’ di rosso-blu nello spazio?
Giorgia Confalonieri,
Bachelor in Economia delle Imprese e dei Mercati | MSc Finance and Investment Business School, University of Nottingham
Franco Confalonieri,
Dottore Commercialista
Docente Business Plan al Master of Advance Studies SUPSI