Signor Fasciana, mi dà una definizione del RUEn?
È il regolamento, diramato dal Consiglio di Stato, sull’utilizzazione dell’energia che mette in pratica l’omonima Legge cantonale. Essa definisce gli obiettivi e gli indirizzi generali entro i quali si può agire, mentre il RUEn esplicita quel che si può e non si può fare nel concreto.
Quando entra in vigore l’aggiornamento del RUEn?
Lo stiamo affinando ed entrerà in vigore nel 2023. Ma è utile fare un passo indietro per spiegare come si è giunti a questo cambiamento. Nel 2020 il Governo aveva licenziato un messaggio sulla revisione della Legge cantonale sull’energia. Un documento approvato dal Parlamento a metà del 2021 ma che non è ancora entrato in vigore perché bisogna adattare anche lo stesso RUEn in profondità.
È vero che i tempi sono stati più lunghi del previsto, ma abbiamo dovuto lavorare parecchio sui cambiamenti e i concetti. Il prossimo anno, comunque, entrerà in vigore sicuramente e noi daremo il tempo agli specialisti del ramo di informarsi e di formarsi con appositi corsi di formazione. Daremo il tempo necessario per adattarsi alle novità. Terremo conto anche del fatto che molti progetti, già iniziati o in fase avanzata, non potranno contemplarle in modo completo.
Veniamo ai cambiamenti previsti dal nuovo regolamento. Quali saranno i principali?
Ce ne sono alcuni che interessano i privati e altri che riguardano le istituzioni come i Comuni e il Cantone. Partiamo da quelli che riguardano, in modo diretto, tutti noi.
Se infatti osserviamo le modifiche per i privati possiamo notare che la modifica delle Legge cantonale sull’energia, nei nuovi edifici, contempla l’obbligo di produzione energetica, che avverrà soprattutto mediante l’installazione di impianti fotovoltaici.
Una seconda novità riguarda l’isolazione. Tutti i nuovi edifici dovranno rispettare paletti più stretti in questo senso. Inoltre, non farà più testo solo l’isolamento termico (il classico “cappotto”), ma si dovrà tener conto anche della produzione di acqua calda sanitaria, del raffreddamento e dell’impianto di areazione. Tutti aspetti che concorreranno al bilancio energetico virtuoso dell’edificio.
Un’altra importante novità riguarda il cambio di un impianto di riscaldamento. Se fino a oggi una caldaia a olio combustibile può essere sostituita con un’altra simile, da domani questa certezza non ci sarà più. Perché l’edificio dovrà poter contare su una quota-parte di energie rinnovabili. Di fatto, comunque, tutti gli edifici costruiti o risanati completamente dal 2009 potranno cambiare l’impianto senza problemi perché contemplano già questo concetto. Altrimenti bisognerà valutare in quale classe CECE (Certificato energetico cantonale) appartiene l’edificio e nel caso utilizzare una tra le undici soluzioni standard che il Cantone propone per adeguarsi alla legge.
Il Parlamento, nell’ambito dei suoi lavori, ha anche approvato un ulteriore emendamento restrittivo. Nel concetto della sostituzione di un impianto di riscaldamento si intende anche il cambio del bruciatore. Quindi per essere assoggettato alla nuova normativa basta sostituire il semplice bruciatore.
Un’altra modifica che personalmente ritengo più marginale riguarda gli impianti elettrici diretti e centralizzati (così come gli impianti che producono l’acqua calda) che devono essere sostituiti entro 15 anni dall’entrata in vigore della legge. Ma già dal 2009 questi impianti non possono più essere installati o sostituiti. Quindi, di fatto, saranno davvero pochi quelli che saranno ancora attivi nel 2038.
E per i Comuni quali saranno le novità?
Un cambiamento importante riguarda la rete di riscaldamento alimentata a energia rinnovabile (per esempio a cippato). Se questa passa davanti a un’abitazione l’ente locale può imporre all’edificio di allacciarsi alla rete. Ovviamente nei modi e nei tempi più opportuni. Un’imposizione che può essere fatta anche con i nuovi edifici in modo da avere la certezza di avere un sufficiente numero di utenti allacciati alla rete.
Sempre per i Comuni, il Parlamento ha dato loro la facoltà di applicare le disposizioni del proprio Piano energetico comunale. La strategia comunale in questo ambito può dunque essere messa in atto.
E per il Cantone?
Una modifica riguarda il PEC (Piano energetico cantonale) che si chiamerà Piano energetico e climatico. Una connotazione diversa e che quindi includerà l’aspetto ambientale e il cambiamento climatico. Una revisione del PEC è infatti in fase avanzata e sarà presentata nei prossimi mesi. In questo senso verrà eseguita una consultazione generale e poi, raccolte le varie osservazioni, il nuovo PEC sarà affinato e posto all’attenzione del Parlamento.
Michele Fasciana,
Capo Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili