Negli anni la sostenibilità è diventata una priorità mondiale influenzando numerosi settori. Non è esente da questo cambiamento il grande business del calcio professionistico. Questo sport vanta milioni di tifosi e praticanti nel mondo che producono e spostano interessi economici immensi. Possiamo affermare che lo sport più amato ha la responsabilità di influenzare e guidare coscienziosamente il cambiamento verso pratiche più sostenibili. In questo articolo proveremo a esplorare come il mondo del calcio stia affrontando la sfida con iniziative già in atto e le aree di miglioramento.
Il calcio professionistico lascia tutti i giorni un’impronta ecologica immensa. Le partite richiamano milioni di supporters che, nel contesto degli eventi, producono rifiuti e consumano risorse energetiche. Gli stadi hanno bisogno di tantissima elettricità per l’illuminazione, la manutenzione, il riscaldamento e il raffreddamento. I viaggi delle squadre e del loro seguito contribuiscono ad alimentare un sistema economico gigantesco che a sua volta scarica “scorie” di ogni tipo nell’ambiente, con tutte le conseguenze del caso.
Molti club stanno adottando misure mirate alla riduzione dell’impatto ecologico dei loro stadi. L’utilizzo di energie rinnovabili, la raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione, i sistemi di illuminazione a LED, con significativa riduzione del consumo energetico, la gestione dei rifiuti, sono aspetti che dovranno necessariamente essere migliorati. Programmi di economie-circolari che prevedono, per esempio, l’uso di bicchieri riutilizzabili e compostabili, l’eliminazione della plastica monouso (moltiplicati per migliaia di strutture e milioni di tifosi), produrranno grandi benefici per il nostro Pianeta.
Inoltre, grande impatto ha il calcio sulla responsabilità sociale. I club possono avere effetti molto positivi sui loro “popoli” con il miglioramento e l’istruzione delle comunità e anche attraverso programmi educativi e di inclusione. Queste iniziative non solo migliorano la vita delle persone ma rafforzano il legame tra club, individui e gruppi.
Una spinta fondamentale al generale miglioramento della sostenibilità è stata data dall’Europa con la Direttiva UE 2464/2022 che ha introdotto per le società la rendicontazione degli effetti delle azioni poste in essere a favore della sostenibilità.
La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), così conosciuta, pone le basi per guidare quindi anche le squadre di calcio verso il rispetto dei “capisaldi” della sostenibilità, cioè Ambiente, Sociale e Governance (Environmental, Social and Governance).
Con questo impulso, la UEFA con le federazioni e le leghe calcistiche giocano un ruolo fondamentale nella promulgazione della sostenibilità. La prima ha introdotto una nuova strategia chiamata “Strength through Unity” ponendosi come obiettivo di raggiungere la tutela dei diritti umani e dell’ambiente nel mondo del calcio. Il Presidente UEFA Aleksander Ceferin ha dichiarato: «Questa strategia si intitola “Forza attraverso l’unità” e significa che questi problemi complessi possono essere affrontati e risolti solo se lavoriamo in stretta collaborazione con tutti i nostri stakeholder del calcio, concordiamo un’agenda condivisa, usiamo un linguaggio comune e adottiamo un approccio coerente. Sono convinto che se il calcio si unisce e unisce il suo potere per guidare il cambiamento sostenibile, sarà in grado di avere un impatto positivo forte e duraturo. Come UEFA, dobbiamo dare il giusto esempio di cambiamento sostenibile e ispirare e mobilitare gli altri a seguirlo».
L’obiettivo è quello di rendere il football europeo più sostenibile entro il 2030. Nel programma sono inclusi la riduzione delle emissioni, la gestione dei rifiuti e l’inclusione sociale. La FIFA sta andando in questa direzione, favorendo le energie rinnovabili e le tecnologie verdi.
Il piano prevede sette punti di sostenibilità in ambito sociale e quattro nell’ambiente:
Obiettivi 2030
- Antirazzismo: zero incidenti razzisti;
- Tutela dell’infanzia e dei giovani: zero episodi di abusi nel calcio europeo giocato da bambini e giovani;
- Uguaglianza e inclusione: zero episodi di discriminazione;
- Calcio per tutte le abilità: triplicare il numero di calciatori con disabilità e raddoppiare il numero di persone con disabilità che lavorano all’interno della UEFA;
- Economia circolare: zero rifiuti di plastica e cibo;
- Clima e advocacy: ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni entro il 2040;
- Sostenibilità dell’evento: migliorare continuamente la sostenibilità di ogni evento.
Cosa pensano gli investitori di questi cambiamenti nel “pianeta” calcio?
Negli ultimi anni nel mercato si sono affacciati sempre più spesso nuovi investitori non più legati a imprenditori individuali. Questi ultimi consideravano, probabilmente, più importante un ritorno in visibilità che il vero e proprio investimento. Con l’arrivo sulla scena mondiale di nuovi player (per la maggior parte grandi fondi di investimento), intenzionati all’acquisto di società calcistiche allo scopo di generare profitti, vengono posti al centro obiettivi internazionali mirati alla crescita del valore adottando gestioni sostenibili. Per esempio l’Internazionale Milano, dopo la cessione del club dai Cinesi al fondo “Oaktree Capital Management”, con il nuovo presidente Marotta ha dichiarato: «Le società di calcio erano spesso nelle mani di industriali, mecenati che garantivano la sopravvivenza degli sport quasi come debito sociale verso la collettività nella quale avevano avuto un grande successo. Oggi tutto questo non c’è più, per cui il modello è diventato un modello di business, e da questo punto di vista ci dobbiamo reggere solo seguendo quello che è il concetto della sostenibilità».
Anche il vicepresidente del club nerazzurro Zanetti in materia di sostenibilità «Per noi sostenibilità è trasformare i valori universali dello sport che ci guidano sul campo nei principi guida anche del nostro business fuori dal campo».
Questi investitori stanno generando aumenti nell’indotto, trofei, progetti di sviluppo e nuovi scenari non pianificabili fino a solo qualche anno fa. Obiettivi improntati sulla gestione complessiva delle squadre e non più solo al management sportivo: il calcio come impresa globale! Quindi possiamo dire “benvenuta sostenibilità” non solo declinata alla gestione finanziaria ma con un’impronta fortemente ESG.
Oltre alle squadre di spicco anche club meno blasonati stanno andando in questa direzione.
I nuovi obiettivi e le condizioni sulla sostenibilità poste dalla UEFA sicuramente influenzeranno anche la presentazione delle prossime candidature dei Paesi e delle strutture che desiderano organizzare eventi locali e internazionali. Si pensi a richiamare sul proprio territorio un evento come il Campionato del Mondo o Europeo oppure la finale di uno dei tanti trofei internazionali. Potremmo dire che si assisterà anche a un campionato della sostenibilità tra club, federazioni e leghe!
Il cambiamento verso tematiche sostenibili richiamerà necessariamente nuovi dirigenti sportivi. In futuro si assisterà alla presenza di persone formate sulla sostenibilità con attenzione anche al profitto. Questo comporterà che il calcio dovrà affrontare molte sfide nella transizione anche se la competizione sportiva talvolta potrebbe ostacolare l’implementazione di pratiche sostenibili. La crescente consapevolezza tra i tifosi e gli sponsor porterà opportunità uniche. I club che potranno vantarsi di essere sostenibili sicuramente beneficeranno di una migliore reputazione.
Questa evoluzione richiede un cambiamento culturale e strutturale per vincere la sfida complessa e necessaria per il futuro del calcio non solo professionistico. Le società devono integrare la sostenibilità nella loro strategia aziendale e operativa e ciò richiederà un impegno a lungo termine. La formazione e la sensibilizzazione del personale e dei giocatori sono fondamentali per creare la cultura della sostenibilità.
I club, le leghe e le federazioni hanno l’opportunità di guidare questo cambiamento e di dimostrare che lo sport più amato al mondo può essere anche un modello di sostenibilità.
In conclusione
Il territorio che ruota intorno a questi Club sicuramente trarrà un gran beneficio da questa evoluzione!
Giorgia Confalonieri,
Bachelor in Economia delle Imprese e dei Mercati | MSc Finance and Investment Business School, University of Nottingham
Franco Confalonieri,
Dottore Commercialista, Docente Business Plan al Master of Advance Studies SUPSI