Immaginiamo per un attimo la nostra società come un grande organismo composto da molti organi interdipendenti tra loro: le aziende private, la politica e le amministrazioni pubbliche. Immaginiamo ora che ogni piccolo organo sia composto da tante cellule/persona che interagiscono fra loro, per raggiungere gli obiettivi funzionali rispetto al contesto in cui operano. È abbastanza naturale supporre che se la persona X, inserita nell’azienda Y, è soddisfatta, porterà beneficio a sé stessa, quindi all’azienda e, di conseguenza, alla società tutta.
Quindi, la domanda importante che ogni imprenditore dovrebbe porsi è: “in che modo il mio business può adempiere alla sua missione aziendale e nel contempo contribuire al benessere delle società?”.
Il successo non porta alla felicità, ma la felicità porta al successo
L’incertezza, la concorrenza, la globalizzazione, mettono giornalmente sotto tensione le aziende e questa tensione frequentemente si riversa sui dipendenti sotto forma di stress, il quale rappresenta una delle cause principali di assenteismo, burnout, turnover e, di conseguenza, costi aziendali. Per sopravvivere è pertanto necessario trovare delle cure. La creazione di una cultura aziendale positiva, che favorisca il benessere psicologico e fisico delle persone, è certamente la cura migliore, poiché incrementa la soddisfazione del collaboratore, aumenta la sua produttività, accresce il suo senso di appartenenza e lo fidelizza all’azienda.
La Leadership gentile è autorevole?
La Leadership ha un ruolo fondamentale nella formazione di una cultura aziendale positiva, come dimostrano i dati di Gallup, raccolti in “State of Global Workplace Report” (2021).
Il Leader solo e autoritario è una figura superata, anche se qualche rimasuglio è purtroppo ancora osservabile, nel privato, come nel pubblico.
La Leadership gentile e positiva, è principalmente una questione di COMUNICAZIONE, e per comunicare bene è necessario possedere gli strumenti dell’intelligenza linguistica, ossia la capacità di utilizzare il linguaggio, sapendolo declinare all’ambiente, agli stati d’animo e alla persona.
Intelligenza linguistica e il potere delle parole
L’intelligenza linguistica è l’elemento centrale per favorire un ambiente di lavoro positivo, dove regnino rispetto, trasparenza e collaborazione (Studio di Glassdoor,Mission and Culture Matter, 2019). Questo è certamente il tassello più importante perché favorisce la crescita individuale e aziendale, ed è inoltre uno strumento molto potente per sedare i conflitti interni che, lo sappiamo tutti bene, rubano molto tempo ai responsabili delle risorse umane.
Tutte le parole, dette o pensate, richiamano nella nostra mente delle immagini. A queste immagini sono associate delle emozioni che generano una reazione biochimica, che si manifesta attraverso una reazione fisica. Quando per esempio ci troviamo ad affrontare un colloquio difficile con un team e utilizziamo le parole inadeguate al contesto, ponendole in una sequenza cronologica inadatta, rischiamo di uscire dall’incontro senza produrre un effetto motivazionale positivo sul gruppo, ritrovandoci così ai piedi della scala.
L’errore: da biasimo personale a crescita collettiva
Siamo cresciuti in una società che fin dai tempi della scuola ci ha abituati a essere puniti per i nostri errori e premiati in assenza degli stessi, promuovendo così l’idea errata che chi non sbaglia è più bravo degli altri. Un concetto che è stato traslato dalla scuola ai modelli di conduzione aziendale.
È vero, l’errore alle aziende può costare caro, ma allora perché non farselo amico, invece di limitarsi a punire chi sbaglia? L’adozione di un protocollo gestionale dell’errore che lo trasformi da monito a risorsa, può ridurre i costi e creare team più affiatati, trasformando un atto, storicamente considerato di demerito, in un valore aggiunto che aumenta considerevolmente anche la concorrenzialità sul mercato.
Consapevolezza e formazione
Ai nostri giorni è sempre più evidente che le aziende si trovano a operare in un contesto di incertezza, che richiede a tutti un grado di professionalità molto elevato e, nel contempo, anche molta flessibilità. A fare la differenza, di fatto, è il capitale umano. Una cultura aziendale positiva che consenta ai propri collaboratori di sentirsi a proprio agio e di crescere, attrae talenti, li fidelizza, li motiva e diminuisce il turnover e l’assenteismo.
Come esseri umani in primis, come imprenditori o liberi professionisti, abbiamo la possibilità di contribuire significativamente al proliferare delle nostre aziende, riducendone i costi e nel contempo favorendo il benessere della nostra società.
Gli strumenti sono disponibili e utilizzabili, vanno solo appresi e adottati.
Carmela Fiorini,
Esperta in Comunicazione e intelligenza linguistica, Business Coach
Fondatrice e direttrice di Vertere Sagl, società di consulenza aziendale
www.vertere.ch