Direttore Vitta, come valuta l’attuale situazione economica cantonale, all’interno di una situazione mondiale molto complicata?
Al momento attuale l’economia ticinese, malgrado il contesto sfavorevole, sta tenendo, con settori che vanno meglio e altri che soffrono un po’ di più. La marcata diversificazione del nostro tessuto imprenditoriale è sicuramente un fattore positivo e permette un buon tasso di resilienza. Tuttavia, la situazione di incertezza a livello internazionale, legata soprattutto al conflitto in Ucraina, pone delle sfide importanti e concrete preoccupazioni anche all’economia e alle aziende ticinesi. Pensiamo, ad esempio, a temi quali l’approvvigionamento energetico o l’inflazione. Per questo l’ente pubblico, in particolare il Dipartimento che dirigo, sta monitorando da vicino la situazione, dialogando direttamente con gli imprenditori e le associazioni di categoria.
Di recente ha confermato che l’obiettivo per il 2023 è quello di avere un preventivo con un disavanzo sotto gli 80 milioni. Crede sia ancora realistico o sarà rivisto in peggio?
Il periodo che stiamo vivendo è un’ulteriore dimostrazione che avere delle finanze pubbliche solide è fondamentale anche per affrontare nel migliore dei modi i periodi di crisi. Il Governo ha più volte confermato la necessità di ritrovare gradualmente l’equilibrio dei conti entro il 2025. Abbiamo quindi deciso di fissare dei limiti annuali al disavanzo, lavorando sui singoli preventivi per rispettare gli obiettivi posti. Attualmente stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2023, che rimane un disavanzo massimo di 80 milioni di franchi. Ovviamente questo esercizio è fortemente condizionato dall’incertezza generata dal contesto che stiamo vivendo, che crea instabilità anche nelle finanze cantonali e difficoltà nel pianificare la strategia finanziaria.
L’Ente pubblico in che modo può fare la sua parte sul fronte delle uscite e delle entrate?
Nei prossimi anni sul fronte finanziario saranno richiesti importanti sforzi. Il Consiglio di Stato ha già iniziato i lavori di revisione critica del piano finanziario al fine di poter approfondire per tempo eventuali misure che si impongono per conseguire il risultato del riequilibrio finanziario. Attorno a questo obiettivo è necessario costruire un consenso il più ampio possibile, mantenendo anche uno stretto coordinamento con il Parlamento. È quindi importante che ognuno mostri un forte senso di responsabilità collettiva nel contribuire allo sforzo per il miglioramento delle finanze cantonali.
Se fosse un giovane imprenditore su che tipo di impresa punterebbe? Per quale ragione?
Negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere da vicino il mondo delle startup e sono rimasto colpito dal loro dinamismo e dalla loro capacità di generare idee e innovazione. Ho avuto il piacere di condividere con loro momenti di scambio ed è stato per me un arricchimento importante. Sono realtà imprenditoriali interessanti, con grande potenziale di crescita e che possono creare opportunità di sviluppo tecnologico. Realtà che trovano in Ticino un ambiente particolarmente favorevole all’innovazione e alla crescita di idee, anche grazie a una strategia cantonale di sostegno dedicata, con misure – anche fiscali – che permettono di coprire tutto il percorso di sviluppo, dall’idea al consolidamento di una startup. Punterei quindi su un tipo d’impresa particolarmente innovativa e dinamica.
Le PMI (alle quali ci rivolgiamo con questa rivista) sono la colonna vertebrale della nostra economia. In che modo il Cantone li sta agevolando? Sono previste altre misure (fiscali, infrastrutturali, di accesso al credito, ecc), nel prossimo futuro, per favorirle?
Le piccole e medie imprese rappresentano una parte molto importante del numero di aziende in Ticino, occupando oltre l’85% dei dipendenti. Proprio per questa ragione, il sostegno alle PMI e all’imprenditorialità è uno dei pilastri su cui si basa la nostra strategia di sviluppo economico. Tra le misure previste posso citare, innanzitutto, il servizio interdipartimentale Fondounimpresa, che è l’attore di riferimento nel nostro Cantone per quanto riguarda il sostegno a chi desidera mettersi in proprio, ma anche alle piccole aziende già avviate.
Fondounimpresa offre corsi di formazione (anche con focus su temi digitali), un accompagnamento attraverso attività di coaching e consulenza su aspetti puntuali di tipo amministrativo, organizzativo, promozionale o finanziario. È pure possibile beneficiare di un sostegno finanziario tramite micro-credito, che comprende i Fondi di promozione regionale (FPR, gestiti dagli Enti regionali per lo sviluppo), prestiti per l’inizio dell’attività attraverso fideiussione garantiti dalla cooperativa di fideiussione CF Sud e una piattaforma di crowdfunding tutta ticinese (Progettiamo.ch), senza dimenticare gli incentivi disponibili per l’avvio di attività indipendenti.
Sempre per quanto concerne il sostegno finanziario ci tengo anche a citare gli strumenti previsti dalla Legge per l’innovazione economica (LInn), ad esempio per sostenere attività di ricerca e sviluppo, la partecipazione a fiere o azioni di internazionalizzazione. In ambito turistico, la Legge per il turismo (LTur) prevede contributi destinati principalmente agli investimenti delle strutture di alloggio.
Infine, negli ultimi anni il Cantone Ticino ha messo in atto una serie di misure in ambito fiscale a favore delle imprese, in particolare la riduzione dell’imposta sull’utile.
Quali sono le infrastrutture, sulla rampa di lancio, che potranno cambiare il volto del Ticino?
Un ambiente propizio all’innovazione e allo sviluppo delle aziende passa anche attraverso un’infrastruttura all’avanguardia, che rappresenta una parte importante delle condizioni quadro. Per quanto riguarda le iniziative in ambito economico ricordo, tra le altre, l’importante progetto legato al Nuovo Quartiere Officine di Bellinzona che prenderà vita sull’attuale sedime delle Officine FFS.
È infatti previsto che entro il 2026 lo stabilimento industriale delle FFS si sposterà ad Arbedo-Castione lasciando libera un’area di 120’000 mq destinata alla realizzazione del nuovo quartiere. Di questo sedime, circa la metà è destinata a diventare proprietà comunale e cantonale, grazie ad un contributo complessivo di 120 milioni di franchi concesso dal Cantone e dalla Città di Bellinzona per favorire la realizzazione del nuovo stabilimento industriale ferroviario e l’acquisizione di parte dell’area occupata da quello esistente.
Nel cuore di quest’area sorgerà il nuovo Parco dell’innovazione, una piattaforma unica per stimolare attività creative, sviluppare e testare idee sostenibili e innovative. Il Parco sarà strutturato in centri di competenza tematici dove aziende, startup e istituti accademici potranno cooperare e creare sinergie. Attualmente sono già in fase di sviluppo dei centri di competenza in ambiti quali il lifestyletech e le scienze della vita.
Proprio in questo ambito il Ticino vanta già oggi delle competenze riconosciute mondialmente, come l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) o l’Istituto oncologico di ricerca (IOR), che hanno permesso di catalizzare l’arrivo di aziende altamente innovative, le quali vedono nel nostro Cantone un interessante luogo di crescita e sviluppo. Il Parco dell’innovazione sarà un vero e proprio “distretto dell’innovazione” che ospiterà anche istituti di formazione e che si collegherà all’aeroporto di Lodrino dove si sta sviluppando il centro di competenza legato ai droni.
Il 2023 sarà anno elettorale. Dando per scontata la sua ricandidatura per un terzo mandato, che cosa pensa di poter dare al Cantone rispetto a quanto fatto finora?
Massimo impegno e perseveranza nello sviluppare nuovi e concreti progetti a favore dei cittadini e del nostro tessuto economico.
Christian Vitta,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia
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