L’attuale contesto straordinario internazionale causato dal conflitto tra Russia e Ucraina (che si aggiunge peraltro alle conseguenze tutt’altro che superate della pandemia) si sta ripercuotendo sull’intero mercato europeo, incluso quello ticinese della costruzione. Nell’ultima settimana, la situazione è precipitata con un aumento vertiginoso del prezzo dell’energia (carburanti e gas in particolare) e di diversi materiali essenziali per la costruzione (acciaio d’armatura, pannelli in legno, tubi in plastica e altri derivati del petrolio).
Questi aumenti, essendo ormai dell’ordine del 40-60% rispetto al prezzo di pochi mesi fa, stanno mettendo in grave difficoltà le imprese di costruzione che faticano a farsi riconoscere tali rincari come straordinari da parte dei committenti o delle rispettive direzioni dei lavori (a volte anche per appalti pubblici).
Il primo problema, in particolare per contratti sottoscritti da tempo (purtroppo magari addirittura con prezzi fissi) ed in esecuzione solo in questo periodo, consiste nel far riconoscere ai committenti che la situazione con la quale si è attualmente confrontati non ha nulla a che vedere con il normale rischio imprenditoriale e pertanto è indispensabile instaurare un dialogo, dimostrando buon senso, oggettività e trasparenza per riuscire a quantificare e riconoscere i maggiori costi medianti appositi metodi di calcolo.
Ricordiamo che l’attuale variazione dei prezzi delle materie è certamente una «circostanza straordinaria» ai sensi dell’articolo 59 capoverso 2 norma SIA 118 e dell’articolo 373 capoverso 2 del Codice delle Obbligazioni, trattandosi di un evento capace di impedire o rendere particolarmente difficile l’esecuzione dell’opera. Vi è infatti un’evidente sproporzione tra la prestazione e la retribuzione concordata.
L’eccezionalità della situazione è inoltre evidenziata dalla recente comunicazione degli Enti nazionali preposti al calcolo degli indici trimestrali per le variazioni dei prezzi nella costruzione che, a causa dell’estrema volatilità del mercato, sono costretti a rinviare di almeno 3 mesi l’attesa pubblicazione riferita al primo trimestre 2022.
Il secondo problema che preoccupa molto l’industria della costruzione riguarda la garanzia di approvvigionamento futuro di vari materiali per la costruzione.
Ad esempio, alcuni rivenditori locali hanno comunicato alle imprese che l’approvvigionamento dell’acciaio d’armatura diventa sempre più difficile a causa della messa fuori uso di grandi produttori ucraini e russi.
Questo fatto, sommato all’esplosione dei costi dell’energia che si è tradotto in un aumento notevole dei prezzi, rende impossibile l’acquisto di sufficienti scorte di acciaio. Nelle prossime settimane, ci potrebbero dunque essere problemi di fornitura causati dalla penuria di materiale a livello europeo, con tempi di fornitura che si potrebbero allungare fino al punto di costringere al fermo cantiere.
Uno scenario da scongiurare anche per non dover ricadere nella necessità di far capo alla disoccupazione parziale.
Con questo appello, la SSIC Sezione Ticino intende sensibilizzare i committenti e i rispettivi direttori dei lavori su questo grosso problema, chiedendo la necessaria apertura al dialogo per affrontare con etica e professionalità questa situazione del tutto straordinaria.