Quest’anno la SIC (Società impiegati di commercio) nazionale festeggia i 150 anni di attività. Quali sono state le tappe più importanti di questa lunga storia?
Il 14 aprile 1873 è stata costituita l’associazione “Schweizerischer Verein junger Kaufleute”, poi diventato “Schweizerische Kaufmännische Verein”.
Nei periodi di crisi economica e di forte disoccupazione, in particolare dopo la prima e la seconda guerra mondiale e nel 1929, l’Associazione si è impegnata a mitigare le tensioni sociali. Si è battuta per la Cassa disoccupazione e per ottenere una riduzione dell’orario di lavoro (sabato pomeriggio libero). Si è anche battuta a favore dello sviluppo dell’assicurazione nazionale vecchiaia e superstiti, approvata il 6 luglio 1947 in votazione popolare, con l’80% di voti favorevoli.
Uno dei temi centrali dell’attività è sempre stato quello della promozione della formazione professionale di base e continua. Nel 1963 viene costituito lo “Schweizerisches Institut für Betriebsökonomie SIB”e nel 1968 la “Hochschule für Wirtschaft Zürich”, ancora oggi la sola Scuola universitaria privata della Svizzera.
Qual è a suo giudizio, lo stato di salute del settore degli impiegati di commercio?
È sofferente. Il ridimensionamento del settore finanziario, tutt’ora in corso, non è compensato da nuove realtà. Nel medio termine, l’evoluzione tecnologica e l’intelligenza artificiale lo metteranno ancora sotto pressione. Le previsioni indicano una possibile riduzione di posti di lavoro del 40/50%. In Ticino poi abbiamo il problema della pressione al ribasso sui salari, dovuta all’effetto frontalieri.
La parte amministrativa, in un’azienda, negli anni è diventata sempre più complessa e regolamentata. In che modo la vostra associazione si è adeguata a questa evoluzione? Con quali strumenti?
L’Associazione aggiorna regolarmente l’offerta dei propri corsi di formazione continua. Si impegna a rispondere in maniera adeguata alle aspettative di un mondo del lavoro sempre più esigente e condizionato dallo sviluppo tecnologico e dalla complessa evoluzione normativa svizzera e internazionale.
La formazione (di base e continua) è in costante cambiamento. Quali sono le sfide di questi ultimi anni e in prospettiva futura?
Nel tempo presente la digitalizzazione. L’intelligenza artificiale sarà la sfida del futuro prossimo, anche nelle professioni amministrative e degli impiegati del commercio.
Tra i giovani le professioni legate al vostro settore hanno ancora il tradizionale appeal? Sono ancora molto (troppo) richieste?
Sono sempre molte le richieste. A volte sono scelte informate, a volte sono invece scelte di comodo o di ripiego; la soluzione “meno peggio”. Un buon orientamento alle scuole medie può aiutare e stimolare i ragazzi a scegliere una professione che rispecchi maggiormente i loro interessi e le loro passioni.
Il 2 aprile c’è stato il rinnovo del Governo e del Gran Consiglio. La SIC Ticino cosa chiede alla politica per il prossimo quadriennio?
Dopo il ridimensionamento della piazza finanziaria, il Ticino è alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo economico. Troppi giovani, terminati gli studi, non hanno opportunità di lavoro nella regione all’altezza delle aspettative. Il Consiglio di Stato dovrebbe stimolare la riflessione su una possibile nuova strategia di sviluppo economico. In quali attività ha senso investire? Con quali strumenti si possono sostenere nuove attività e giovani imprenditori? Tema complesso nel mondo tecnologico e globalizzato…
Claudio Moro,
Presidente SIC Ticino
www.sicticino.ch