L’iniziativa popolare “Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)”, promossa dalla Gioventù socialista (GISO), propone di introdurre un’imposta del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori a 50 milioni di franchi. Questa proposta, se approvata, potrebbe avere conseguenze devastanti per le imprese familiari svizzere, che rappresentano la spina dorsale dell’economia del paese.
Contesto attuale
Attualmente, la maggior parte dei Cantoni svizzeri esenta il trasferimento di ricchezza tra genitori e figli, offrendo un vantaggio competitivo significativo per l’attrazione e l’insediamento di imprese familiari. Questa esenzione consente alle famiglie di trasmettere il loro patrimonio senza subire una penalizzazione fiscale, garantendo così la continuità delle imprese di famiglia.
Impatto dell’iniziativa
Se l’iniziativa venisse approvata, la Svizzera introdurrebbe una delle imposte sulle successioni più elevate al mondo, superiore a quella di paesi come l’Italia (4-8%), la Francia (5-45%), la Germania (7-50%) e il Regno Unito (40%). Poiché l’imposta sulle successioni e sulle donazioni deve essere riscossa in aggiunta alle imposte cantonali vigenti, in casi estremi potrebbe esserci un’imposizione vicina al 100%, con un effetto praticamente confiscatorio.
Conseguenze per le imprese familiari
Secondo uno studio di PwC Svizzera, questa iniziativa avrebbe effetti devastanti sulle imprese di famiglia. Il sondaggio, condotto su 224 imprenditori familiari, ha rivelato che il 96% di loro si oppone all’iniziativa, indipendentemente dal fatto che siano o meno interessati dall’imposta.
Il 52% dei partecipanti sarebbe personalmente toccato dalla nuova imposta, in quanto il loro patrimonio complessivo, comprese le quote societarie, supera i 50 milioni di franchi. Di questi, l’80% ha il patrimonio vincolato all’azienda, sotto forma di azioni o immobili, e quindi non dispone di liquidità sufficienti per pagare l’imposta in caso di successione o donazione.
Sfide e rischi
Le principali sfide che gli imprenditori familiari dovrebbero affrontare in caso di adozione dell’iniziativa includono:
- Compromissione della successione familiare: la nuova imposta potrebbe rendere difficile il passaggio generazionale delle imprese;
- Mancanza di liquidità: molti imprenditori non dispongono di liquidità sufficienti per pagare l’imposta, il che potrebbe costringerli a vendere (parzialmente) l’azienda;
- Elevato indebitamento esterno: per far fronte all’imposta, le imprese potrebbero dover assumere un elevato indebitamento esterno, mettendo a rischio la loro stabilità finanziaria.
Reazioni e strategie
Due terzi degli imprenditori intervistati ritengono che una vendita (parziale) dell’azienda sia inevitabile, con il rischio di perdere il controllo, la continuità e la cultura aziendale. Inoltre, molti stanno valutando la possibilità di cedere anticipatamente i beni patrimoniali all’interno della famiglia o di trasferirsi all’estero per evitare l’imposizione.
Problemi di attuazione
L’iniziativa presenta numerosi problemi di attuazione e compatibilità con il diritto internazionale e costituzionale. Non prevede eccezioni o agevolazioni per le successioni aziendali e non chiarisce come verranno valutati i singoli componenti patrimoniali o come verranno evitate le doppie imposizioni. Inoltre, colpirebbe anche gli enti senza scopo di lucro, riducendo significativamente i loro finanziamenti.
Conclusione
L’iniziativa per il futuro, se approvata, metterebbe in pericolo la sostenibilità e la competitività delle imprese di famiglia svizzere, nonché l’attrattività della piazza imprenditoriale svizzera. L’introduzione di un’imposta del 50% sulle successioni rappresenterebbe una rottura radicale con il modello attuale e una forte disincentivazione alla creazione e alla conservazione di ricchezza nel paese. La fiscalità moderata della Svizzera, incluse le imposte di donazione e successione, compensa il maggior costo del fare impresa nel Paese. Pertanto, è fondamentale che la popolazione svizzera consideri attentamente le implicazioni di questa iniziativa prima di esprimere il proprio voto, indicativamente nell’autunno 2025 o nella primavera 2026, a seguito dei lavori parlamentari dell’anno prossimo.
Louis Macchi,
esperto fiscale
Partner PwC Svizzera, responsabile della sede di Lugano
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