È da circa un anno che la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino denuncia una preoccupante riduzione della pubblicazione di appalti nel settore principale della costruzione e questo trend, inizialmente più sentito nel settore dell’edilizia, negli ultimi mesi viene percepito chiaramente anche nell’ambito delle opere del genio civile, così come nel settore della pavimentazione stradale.
Le aziende stanno dunque consumando le già esigue riserve di lavoro accumulate con fatica e vincendo gli appalti contro un’agguerrita concorrenza che porta ad una malsana pressione sui prezzi delle offerte. Le nostre aziende fanno tutto il possibile per resistere senza procedere a licenziamenti. Danno prova di grande resilienza, caparbietà e sacrificio, pur essendo confrontate quotidianamente con una burocrazia sempre più asfissiante, spese generali in aumento e costi di produzione molti elevati da ricondurre ad un contratto collettivo di lavoro estremamente performante per i lavoratori.
Ci avviciniamo ad un inverno che potrebbe essere assai duro per i nostri imprenditori, pur considerando che alcuni grossi cantieri sono iniziati (penso in particolare ai lavori per il secondo tunnel stradale al San Gottardo o al Polo sportivo e degli eventi di Lugano) e altri dovrebbero entrare nella fase operativa a medio termine (rete Tram-Treno del Luganese, nuove Officine FFS di Castione, ecc.), ricorsi e iter procedurali permettendo. Resta il fatto innegabile che l’edilizia privata, che tradizionalmente rappresenta oltre il 50% degli investimenti nel nostro settore, ha ridotto sensibilmente la propria attività, specialmente per le nuove costruzioni.
Complice anche il rialzo del costo del denaro. Da tempo, l’attività edile si sta concentrando sulle ristrutturazioni in ambito energetico in un’ottica di risparmio sulle spese accessorie legate ai consumi degli edifici e all’uso di energia rinnovabile. Gli interessanti incentivi economici per i committenti e il pagamento dell’energia prodotta in esubero dai privati che viene immessa in rete hanno rappresentato un ulteriore stimolo per i proprietari di immobili che hanno deciso di perseguire la nobile scelta del rinnovamento degli edifici e della posa di pannelli fotovoltaici.
Tutto questo è positivo anche se gli impresari costruttori ticinesi, e mi riferisco in particolare alle imprese di medie e grosse dimensioni, faticano a trovare la propria fetta di mercato anche per il semplice fatto che nelle ristrutturazioni la quota parte per le opere da capomastro è nettamente inferiore rispetto a quella per le nuove costruzioni, nelle quali la parte di costruzione grezza dell’edificio rappresenta una percentuale importante dell’intero investimento.
Lo conferma la piena occupazione che riscontrano in questo periodo gli artigiani edili attivi nel settore dell’impiantistica (riscaldamento, ventilazione, raffrescamento, produzione elettrica mediante impianti fotovoltaici, pompe di calore, ecc.) oppure le ditte che si occupano di isolamento termico delle facciate o della sostituzione di finestre. In questi settori, vi è poi una forte spinta proveniente dalla ricerca scientifica e dalla tecnica applicata che produce nuove e sempre più performanti soluzioni. La complessità dei prodotti e delle soluzioni è tale che risulta indispensabile il supporto di specialisti per eseguire una valutazione di ogni singolo caso affinché si scelga l’opzione più indicata.
Per tornare al settore principale della costruzione, anch’esso sarà toccato nei prossimi anni da importanti sfide. Penso alla costruzione sostitutiva che dovrebbe permettere di demolire e ricostruire i vecchi edifici – con possibilità anche di aumentarne antro certi limiti la superficie (aspetto, questo, che spero venga concesso in futuro anche alle case secondarie) – per i quali non risulta più percorribile e sostenibile dal profilo economico la via classica della ristrutturazione. Le ragioni per questa scelta possono essere variegate e, non da ultimo, occorre perseguire l’obiettivo dello sviluppo centripeto nei luoghi strategici dal profilo urbanistico, mediante la costruzione di edifici più alti. I terreni liberi scarseggiano sempre più (in particolare quelli pregiati) e occorre pertanto utilizzarli al meglio, con costruzioni di qualità di elevato comfort abitativo ed efficienza energetica.
Sarà pertanto importante specializzarsi nella costruzione sostitutiva, senza trascurare la delicata fase di demolizione e di separazione dei materiali, con l’obiettivo di ridurre gli scarti da destinare ai depositi e sfruttare al massimo il riciclaggio dei materiali.
Insomma, il futuro punta molto sull’economia circolare anche dal punto di vista edificatorio, in un contesto generale di sviluppo sostenibile. Ci aspetta pertanto un lavoro importante ed innovativo sia in fase di progettazione, e qui penso anche alle imprese generali che dispongono al loro interno del comparto di progettazione, sia in fase esecutiva, con l’apporto pratico dei costruttori edili.
Ing. Nicola Bagnovini,
Direttore SSIC Sezione Ticino
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