Ho iniziato la mia carriera nel mondo finanziario occupandomi prevalentemente di investimenti sui mercati pubblici tradizionali. Quando, nel 2011, ho deciso di mettermi in proprio, ho cominciato a riflettere su quale fosse il modo migliore per costruire un portafoglio che potesse generare ritorni superiori e meno volatili, ma anche avere un impatto sulle generazioni future.
In breve tempo è diventato chiaro che investire nell’economia reale, in particolare attraverso il venture capital in aziende innovative, fosse non solo un ottimo elemento di diversificazione dei portafogli, ma anche un modo per dare un contributo concreto allo sviluppo di nuove tecnologie che possano avere un impatto positivo sulle persone e sul pianeta.
Gli investimenti nell’economia reale favoriscono l’innovazione e contribuiscono alla crescita e allo sviluppo di aziende che producono beni e servizi capaci di migliorare la nostra vita quotidiana, stimolando così la crescita economica di un paese. Inoltre, questi investimenti hanno un impatto positivo sull’occupazione, poiché le aziende necessitano di personale qualificato. Questo aspetto è particolarmente rilevante per il Ticino, poiché può aiutare a contrastare la fuga di cervelli e ad attrarre capitale umano nella regione.
Una volta compreso il potenziale che il venture capital ha sia nel generare rendimenti elevati che nel contribuire in modo tangibile alla creazione di qualcosa di più grande, ho deciso di dedicare sempre più tempo, energia e risorse a questa classe di investimento, diventata la mia attività principale da ormai quasi dieci anni.
Uno degli aspetti più gratificanti del mio lavoro è poter contribuire direttamente allo sviluppo di aziende che, spesso dopo anni di ricerca, creano soluzioni per affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali, la scarsità di risorse e la prevenzione e cura delle malattie.
La Svizzera si distingue per il suo ecosistema imprenditoriale dinamico e altamente innovativo. Con una forte tradizione di ricerca e sviluppo di punta, oltre a un sistema politico ed economico stabile, il nostro paese rappresenta un luogo ideale per gli investimenti in economia reale.
L’indice GII, Global Index Innovation, creato dal Prof. Soumitra Dutta, e pubblicato da WIPO (World Intellectual Property Organization), calcolato per la prima volta nel 2007, riconosce la Svizzera come il paese più innovativo al mondo.
Questo primato, detenuto da ormai tredici anni, è sostenuto dalla presenza di un sistema educativo di eccellenza, con due politecnici federali, l’EHT a Zurigo e l’EPFL a Losanna, e numerosi centri di ricerca e sviluppo sparsi sul territorio nazionale.
Anche il Ticino, pur non avendo un politecnico, ha sviluppato un’università che si colloca al 32° posto nel mondo tra le giovani università. Inoltre, la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) e i centri di eccellenza come il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico a Lugano e l’Istituto Dalle Molle, fondato nel 1988 da Angelo Dalle Molle, sono riconosciuti a livello mondiale per le loro attività. L’incubatore di USI Startup Center ha incubato 28 startups e depositato 30 brevetti, mentre la Fondazione Agire, con il suo programma di accelerazione Boldbrain, seleziona ogni anno le migliori 20 startups che prendono parte all’iniziativa.
Investire nell’economia reale non solo contribuisce allo sviluppo economico del proprio paese, ma è anche un modo per creare un portafoglio diversificato che possa generare rendimenti migliori e più stabili nel tempo. Diversificare significa investire in vari tipi di assets al fine di controbilanciare le perdite di alcuni con i guadagni di altri, riducendo così la volatilità complessiva del portafoglio.
Il venture capital, che investe in aziende altamente innovative, è un elemento chiave della diversificazione poiché presenta una bassa correlazione con le azioni e obbligazioni tradizionalmente presenti nei portafogli. Questo contribuisce a ridurre il rischio complessivo del portafoglio offrendo un potenziale di rendimento superiore.
Tuttavia, è cruciale ricordare che questo tipo di investimento è per sua natura rischioso se non opportunamente diversificato su un numero sufficiente di aziende, che si differenziano per settore, regione e stadio di sviluppo.
È importante evitare di concentrarsi su una o poche aziende ed è fondamentale avere una conoscenza approfondita del settore, comprenderne la lunga durata e l’illiquidità dell’investimento trattandosi di società non quotate sul mercato pubblico.
Con le giuste accortezze, integrare il venture capital in una strategia di investimento è un approccio lungimirante per qualsiasi investitore, che può così contribuire a un futuro migliore e detenere un portafoglio più resiliente e capace di affrontare i vari cicli del mercato.
Jacqueline Ruedin Rüsch,
Founding General Partner di Privilège Ventures
www.privilege-ventures.com