Il lavoro è considerato compiuto ai sensi dei precitati articoli, anzitutto, dal momento in cui tutte le prestazioni che formano oggetto del contratto d’appalto sono state oggettivamente ultimate e sono pronte per la consegna. Non tutte le prestazioni contrattualizzate, però, fanno testo, anzi.
La giurisprudenza ha evidenziato infatti, a più riprese, che lavori di piccola entità o di secondaria importanza deliberatamente posticipati dall’artigiano o dall’imprenditore, meri ritocchi, così come la sostituzione di parti difettose, l’eliminazione di manchevolezze o altri lavori in garanzia non pertengono al completamento dell’opera e non interrompono il termine dell’art. 839 cpv. 2 CC (cfr. ICCA del 5 dicembre 2019 inc. n. 11.2018.114 consid. 3. b) con rinvii). In tal senso, quindi, non è tanto la quantità delle prestazioni eseguite in una determinata data a essere determinante quanto più la loro qualità (TF 5A_144/2024 del 22 maggio 2024 consid. 4.1.).
A titolo di conclusione intermedia, pertanto, è di centrale importanza che l’artigiano o imprenditore attivo su un cantiere in odore di ipoteca legale non aspetti l’ultima martellata o picconata per chiedere in giudizio l’iscrizione del pegno, tanto più che – come evidenziato in un mio precedente contributo – l’ipoteca può essere iscritta nel registro fondiario dal momento in cui si sono assunti i lavori e, dunque, prima ancora di posare la prima pietra.
Nella sua domanda l’artigiano o imprenditore dovrà in ogni caso, altro aspetto di fondamentale rilevanza, sufficientemente motivare i fatti pertinenti allegati (onere di sostanziare le allegazioni) affinché, da un lato, la parte convenuta possa indicare chiaramente quali fatti (…) riconosce o contesta e, dall’altro, il giudice, partendo da tali allegazioni di fatto, possa allestire un quadro esatto dei fatti riconosciuti o contestati dalle parti, per i quali dovrà procedere all’assunzione delle prove, prima di applicare il diritto materiale determinante (IICA del 22 agosto 2023 inc. n. 12.2023.45 consid. 7).
L’istante, artigiano o imprenditore, deve fornire una presentazione dei fatti coerente e concludente tale da per l’appunto permettere al giudice, appurata l’eventuale corrispondenza dei fatti a verità, di adottare le relative conseguenze giuridiche.
L’imprenditore risp. artigiano non potrà quindi, es., limitarsi a evocare un non meglio precisato “ultimo colpo di martello”, rinviando al contempo a un bollettino di lavoro – riportante una determinata data – senza fornire ulteriori precisazioni.
Dovrà infatti risultare chiaramente dalla sua esposizione fattuale, in applicazione dei dettami giurisprudenziali sviluppati in relazione all’art. 55 cpv. 1 CPC, quali concrete prestazioni sono state eseguite in quale data.
Un rimando generico al precitato “ultimo colpo di martello”, pertanto, non è una “presentazione dei fatti coerente e concludente” ai fini della giurisprudenza e l’imprenditore o artigiano sarà ben consigliato, in conclusione, a istruire le sue maestranze affinché i bollettini o rapporti di lavoro vengano compilati in modo chiaro e dettagliato.La vita di cantiere è spesso frenetica, l’avversione alla carta è notoria e le rassicurazioni verbali continuano a pesare più di uno scambio di email: tre ingredienti che, in assenza di direttive chiare relative a rendicontazione, ecc., possono risultare in una pietanza particolarmente indigesta.
Avv. Michele Bernasconi