Nel cuore delle Alpi, a Obervaz a 1300 metri di altitudine, dovevano sorgere due edifici in grado di produrre autonomamente più energia possibile.
Lo ha reso fattibile Roman Schweizer, che ha lavorato di persona alla costruzione delle due case plurifamiliari non solo in veste di committente, ma anche in qualità di titolare e amministratore della Bergamin Gebäudehülle AG.
La fase di costruzione si è svolta tra l’autunno 2022 e marzo 2024. All’inizio di aprile 2024 vi si sono trasferiti i primi inquilini, che da allora non hanno praticamente prelevato alcuna elettricità dalla rete.
Alto livello di autarchia
«Nell’arco di tutto l’anno le due case sono energicamente autarchiche per almeno l’80%», afferma Schweizer. Questa percentuale potrebbe essere addirittura superiore, se non fosse per la loro ubicazione sulle Alpi: in inverno i moduli fotovoltaici sul tetto sono a volte ricoperti di neve e producono meno energia. In questa stagione sono preposti a produrre energia elettrica soprattutto i moduli collocati sui balconi e su una delle facciate.
Poiché una casa fa ombra all’altra, Schweizer e la sua squadra hanno installato pannelli fotovoltaici soltanto su una facciata. Tutto sommato, si aspetta per sei o sette mesi all’anno un netto surplus di energia da immettere nella rete elettrica pubblica. L’imprenditore tiene a sottolineare: «La priorità assoluta l’hanno sempre gli utenti nella casa, vale a dire il massimo consumo proprio possibile».
Accumulatori di corrente nelle case
Prima che un eventuale surplus venga immesso nella rete elettrica, l’energia prodotta dai numerosi moduli fotovoltaici finisce comunque nelle batterie installate nelle due case. Due accumulatori al litio immagazzinano 44 chilowattora di energia elettrica ciascuno, con cui è possibile alimentare il sistema di riscaldamento mediante pompe di calore aria-acqua persino quando non splende il sole. Del resto non era possibile installare una sonda geotermica per via della forte pendenza e della rocciosità del terreno.
un unico fornitore
I pannelli fotovoltaici sulla facciata sono costituiti da moduli neri in vetro e pellicola, nei quali le celle solari sono collocate tra uno strato superiore in vetro e un lato inferiore in pellicola. Sul tetto e sui balconi sono stati installati moduli in vetro-vetro. «Tali moduli sono in grado di sopportare anche notevoli carichi da neve e presentano una resistenza alla compressione che può arrivare fino a due tonnellate al metro quadro», spiega Schweizer. Per i balconi lo specialista ha optato per una soluzione da un unico fornitore: tutti i parapetti compresi i pannelli fotovoltaici provengono da un unico fabbricante. L’imprenditore ha dovuto pertanto scendere a compromessi sul fronte estetico: «Avrei preferito dei parapetti arrotondati e non squadrati». Tuttavia, ora l’aspetto delle due case lo convince.