“Ticino 2032”, ovverossia il Piano per lo sviluppo economico del cantone Ticino che AITI ha presentato nel 2022, dedica una sua parte fondamentale al tema della formazione. Non potrebbe essere altrimenti se consideriamo il fatto che l’inesorabile declino della curva demografica abbinato ad un incremento del livello tecnologico nelle attività che avvengono a livello economico, spingono società come la nostra a investire più pesantemente sulla formazione delle persone.
Vale quindi la pena sottolineare quanto AITI nel suo Piano strategico ha indicato al capitolo della formazione, partendo dalle considerazioni più generali.
- Necessario aumentare le competenze digitali e le competenze STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) a livello scolastico e professionale, sia degli studenti sia del corpo docente, sia dei formatori e quadri aziendali.
- Invitare le aziende a investire nei percorsi di reskilling (sviluppo di attività che permettono alla persona di ricoprire un ruolo diverso; riqualifica della persona e delle sue competenze) e upskilling (nuove competenze nel medesimo ambito di lavoro) delle persone che già lavorano per fare fronte al rischio di obsolescenza delle competenze, valutando e colmando i gap formativi delle persone.
- Aggiornare l’orientamento scolastico e professionale verso le professioni, quelle industriali in particolare, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e delle competenze richieste a livello professionale.
- Valorizzare la via dell’apprendistato rispetto al percorso diretto degli studi accademici, definendo piani di studio coerenti con le specializzazioni produttive del territorio e adattando di conseguenza l’offerta scolastica in termini di strutture e curricula di studio.
- Rafforzare il partenariato della formazione fra azienda e scuola (intesa come tutti gli ordini della formazione) e creare delle reti di aziende formatrici laddove questa soluzione è più opportuna.
Lo spazio qui concesso non è sufficiente per esporre nel dettaglio tutti gli argomenti affrontati dal nostro Piano strategico in questo capitolo. Mi soffermo pertanto su due ambiti che a nostro giudizio necessitano di particolare attenzione.
Scuola obbligatoria
La scuola obbligatoria ha principalmente il compito di trasmettere le competenze culturali di base, insegnando e rafforzando la capacità di leggere, scrivere e fare di calcolo, ma pure competenze non cognitive quali l’autodisciplina e la motivazione. AITI ha segnalato la necessità di:
- Elevare a livello ottimale la conoscenza della lingua italiana (capacità di lettura e scrittura) e la capacità di calcolo.
- Diffondere la conoscenza del tessuto economico e delle imprese.
- Fare conoscere la cultura d’impresa e cosa significa fare l’imprenditore.
- Aumentare la reciproca conoscenza fra imprenditori e imprese con le famiglie e i giovani, creando occasioni di incontro e visite nelle aziende.
- Prevedere in maniera trasversale nella scuola media una formazione base d’introduzione sulle principali materie tecniche: elettronica, meccanica, informatica.
- Potenziare la conoscenza delle lingue straniere, principalmente tedesco e inglese, anticipando l’istruzione della lingua tedesca e della lingua inglese a partire dalla prima media.
- Sviluppare le competenze personali dei giovani che saranno richieste nel mondo del lavoro: capacità di adattamento, responsabilità e disciplina, curiosità e spirito critico, capacità di lavorare su progetti e in team, ecc.
- Intervenire a livello della scuola obbligatoria per attenuare i tassi di insuccesso e bocciatura degli allievi nei percorsi successivi dell’apprendistato e delle scuole superiori.
Apprendistato
L’apprendistato è l’altro ambito che nel sistema formativo cantonale merita maggiore impulso e attenzione nei prossimi anni. A giudizio di AITI è necessario:
- Allargare il bacino delle aziende formatrici e valutare la necessità futura di maestri di tirocinio.
- Diffondere la conoscenza dell’apprendistato in particolare presso le aziende con management estero.
- Creare figure di “mentorship”, risorse quali persone prossime al pensionamento che possono fungere da riferimento dei giovani che entrano in azienda, tenendo conto del fatto che il livello tecnologico avanza.
- Promuovere dove possibile gli apprendistati interaziendali e interregionali (percorso di apprendistato svolto in più aziende, con possibilità di fare esperienza fuori Cantone). Da questo punto di vista è necessario agire a livello federale sensibilizzando anche le organizzazioni di categoria nel permettere una maggiore permeabilità delle esperienze di formazione nelle aziende.
- I servizi già esistenti del Cantone per stage di studenti e stage professionali nel resto della Svizzera e all’estero (Lingue e stage all’estero) non sono sufficientemente conosciuti dal pubblico. La loro diffusione pertanto andrebbe incrementata, così come il Ticino può ospitare studenti e giovani per esperienze di studio e stage professionali provenienti da fuori Cantone.
- Sostenere e incentivare la creazione di centri di formazione aziendale e interaziendale oltre quelli già esistenti attualmente (ad es. il Campus formativo di Bodio).
Sappiamo bene che la scuola prima di tutto deve formare i futuri cittadini quali persone responsabili e consapevoli delle loro capacità. D’altra parte l’economia non può certamente venire meno al suo compito di indicare di quali profili e competenze le imprese necessitano. Bisogna dunque trovare il giusto equilibrio fra i compiti educativi e formativi della scuola rispetto alle esigenze espresse dalle imprese e dal mercato del lavoro. Certo è che in fin dei conti un sistema formativo completamente disgiunto dalla realtà non avrebbe alcun senso e causerebbe danni sociali ed economici importanti al nostro Cantone.
Stefano Modenini,
Direttore AITI
www.aiti.ch