Lei è presidente dell’associazione da quasi un anno. Può fare un bilancio di questo primo periodo? Che eredità ha ricevuto da Calderari?
Sono stato eletto presidente nel giugno 2022. È altresì vero che ero parte del comitato di FIT da più di un lustro. Ricoprire la carica di presidente di un’associazione così importante, che rappresenta aziende eterogenee, costituisce allo stesso tempo una sfida e un’opportunità. Le condizioni macro-economiche globali e l’onda lunga del Covid hanno segnato il mio primo periodo di presidenza. I problemi sono facili da vedere, ma il vero imprenditore è quello che guarda oltre l’ostacolo anche (e soprattutto) nei periodi complicati.
Sono particolarmente fortunato in quanto all’interno dell’associazione e del territorio esistono molti imprenditori illuminati che rendono il mio lavoro associativo più semplice e stimolante. Mi chiede di Giorgio Calderari. Non credo si possano fare paragoni. Giorgio è una persona di spessore, attivo da sempre nel settore e molto presente anche a livello locale, insomma un esempio. Ovviamente siamo persone differenti, con stili manageriali e imprenditoriali diversi, per cui non credo sia opportuno parlare di eredità quanto di opportunità e, probabilmente, continuità.
Qual è lo stato di salute attuale del settore industriale farmaceutico ticinese?
Come tutti i settori siamo soggetti alle condizioni macro-economiche globali. I due anni di Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e quanto è al momento in atto nel settore bancario non possono che avere/aver avuto un impatto anche nel comparto farmaceutico. Non si pensi che, visto il campo d’azione, non si sia patito e non si stia ancora patendo. Se a questa formula aggiungiamo il rafforzamento del Franco verso molte delle monete di riferimento, il mix diventa esplosivo.
Come sovente ho ripetuto durante gli anni di pandemia, non tutti producono e/o sviluppano antivirali, mentre tutti dobbiamo approvvigionarci d’energia, gas e materie prime che spesso arrivano da oltre confine. Guardando però il bicchiere mezzo pieno, il settore della life science (di cui il farmaceutico è parte predominante nel nostro Cantone) è effervescente e, seppur pieno di regole, molto proattivo nel cercare soluzioni e puntare lo sguardo al futuro.
Il settore da qualche anno è uno dei più importanti per il Cantone con l’8.5% del PIL e 6 mila occupati. Quali sono gli obiettivi che si è posto?
Finalmente si inizia a pensare al Ticino non solo come cantone di sole e vacanza, ma anche quale cluster in un settore molto rigido e regolamentato, ma visionario. Il mondo farmaceutico e della life science in Ticino conta una forza lavoro davvero interessante. Se non vado errato a fine 2019 la popolazione ticinese era di poco superiore alle 350 mila unità.
Prendendo i dati della survey effettuata dal BAK si evince che oltre il 3% della popolazione ticinese abile al lavoro è occupata in questo settore e, come da lei giustamente riportato, rappresentiamo oltre l’8% del PIL cantonale con indicatori di crescita superiori non solo alla media cantonale, ma anche alla media Svizzera. Un ottimo risultato per un Cantone visto da sempre solo come meta di vacanza, non crede? Il mio obiettivo principale è quello di affermare sempre di più il concetto che il Cantone Ticino è un ottimo terreno fertile per far crescere ancora di più il settore.
Attirare talenti è, come associazione, una delle nostre prerogative, e a chi mi ribatte dicendo che in altri Cantoni le buste paga sono migliori e quindi più attrattive, rispondo “sì, ma quanto costa un caffè in Svizzera interna rispetto a Lugano?”. Mi chiedo se non sia ormai passato il tempo in cui si debba ragionare esclusivamente sullo stipendio lordo e si inizi a considerare il potere d’acquisto!
Quale è l’importanza che date alla formazione dei giovani? E alle start-up nel settore?
I giovani sono il nostro futuro, come detto attrarre talenti e formare personale qualificato sono i nostri obiettivi primari. Collaborazioni con Università, Scuole Universitarie Professionali e Scuole professionali, nonché la nostra ricca offerta di corsi di formazione interaziendali costituiscono uno dei nostri fiori all’occhiello. Da qualche anno abbiamo aperto le porte in associazione anche alle start-up creando una categoria associativa “ad hoc”. Crediamo che si debba premiare l’ingegno e la voglia di costruire, innovare e, come detto, guardare oltre l’ostacolo.
Come è messo il Ticino farmaceutico per quanto riguarda i nuovi brevetti?
Esistono molte tipologie di brevetti: di Molecola, Indicazione, Formulazione, Processo e chi più ne ha più ne metta. Le giro la domanda chiedendole se secondo lei gli ingenti capitali spesi in ricerca e sviluppo dalle aziende associate servono solo a far pubblicazioni su riviste specializzate o brevettare proprietà intellettuali e a portare prodotti sul mercato.
Quali sono i suoi progetti principali, in seno all’associazione, per i prossimi due anni di mandato?
Non mi piace fare promesse senza mantenerle. Nell’ultima parte dell’anno scorso ho iniziato a parlare della concreta possibilità di arrivare a un accordo tra Enti Pubblici, Aziende e Università per una collaborazione fattiva tra i vari attori e, grazie al lavoro costante e di prim’ordine di tutte le figure coinvolte (i.e.Fondazione Agire, AITI, FIT, EOC, Bios+, Swiss Medtech, Swissmedthech Ticino, ecc.) siamo arrivati alla costituzione dell’Associazione Life Sciences Competence Center, parte dello Switzerland Innovation Park.
Punto di partenza, sicuramente non d’arrivo, si dovrà lavorare molto per dare un seguito a questo “neonato”. Forse mi ripeto, ma l’obiettivo principale è quello di far conoscere il Ticino quale terra d’opportunità, e non solo di vacanze, per attirare talenti, personale qualificato e innovazione nel nostro bellissimo territorio.
Un altro progetto su cui stiamo lavorando con il Cantone è quello di portare un’importante fiera di settore nel nostro territorio. Al momento, un po’ per scaramanzia, un po’ per confidenzialità non posso addentrarmi nei dettagli, ma se l’operazione andrà in porto credo che il Cantone Ticino avrà un ottimo ritorno d’immagine.
Piero Poli,
Presidente di Farma Industria
www.farmaindustriaticino.ch