In un mondo globalizzato dove le grandi catene prendono la gestione di hotel di lusso, l’Hotel Belvedere Locarno racconta la storia non solo di una regione ma anche di una famiglia ticinese. Cosa rappresenta per lei?
Ricordo ancora quando, nel 1999, mio padre ci disse di voler acquistare questa struttura. Io ero appena diventata mamma per la seconda volta e ovviamente ero assorbita da quel particolare momento della mia vita. Ma ero felice di vedere mio padre così coinvolto in quel progetto, che viveva con il trasporto emotivo di chi è sempre stato innamorato del locarnese e di quella zona, che regala ogni giorno una vista unica del Lago Maggiore e dei monti che ne circondano le sponde. Una vista che ogni volta che venivo in hotel, magari per delle cene di famiglia, non volevo mai perdermi da quella che considero un po’ la mia camera, ovviamente quando non è occupata dai nostri ospiti. Il mio rapporto con il Belvedere è però radicalmente cambiato nel 2012, creandone un legame indissolubile.
Cos’era successo?
Sin dai primi mesi mio padre si è impegnato nella ristrutturazione della struttura: voleva infatti fare il possibile per mantenere intatto il fascino di questo edificio storico, creando al contempo un albergo in grado di soddisfare le esigenze di una clientela moderna. Dopo tanti lavori, nel 2012 mi chiese di ripensare alla Sala Affresco, estendendo qualche giorno dopo tutti i lavori all’intera zona comune. Un lavoro impegnativo, dove ho curato ogni dettaglio per valorizzare le opere d’arte che mio padre ha portato nella struttura in tutti quegli anni. Vedere la sua emozione di fronte all’armonia che si era creata in quegli spazi è stata una delle emozioni più grandi della mia vita. E lo ha portato a coinvolgermi in tutte le decisioni: abbiamo passato molte ore a discutere su come cambiare la visione e il concept dell’hotel, dandomi fiducia e carta bianca nei lavori di ristrutturazione. Non da ultimi quelli che, con il mio Studio di Architettura Guffanti Lissi Associati, abbiamo realizzato per il nuovo bar prima e la nuova Spa adesso. In un certo senso, la crescita del Belvedere ha accompagnato lo sviluppo del rapporto tra me e mio padre.
Come si riesce a far convivere questo coinvolgimento della famiglia con l’aspetto professionale, dove bisogna riuscire a delegare il lavoro operativo alla direzione dell’hotel?
Siamo perfettamente consapevoli dell’importanza delle persone, ognuna delle quali deve sentirsi parte della nostra grande famiglia per riuscire a rappresentare al meglio l’anima e lo spirito di accoglienza tipico ticinese che vuole trasmettere questo albergo ai suoi ospiti. Per questo c’è un confronto costante con la direzione per decidere insieme gli investimenti, i servizi da dare ai clienti e i passi da intraprendere insieme. Ma anche per capire le esigenze del personale: questo aspetto è stato sublimato nell’essere una delle prime strutture ticinesi ad aver redatto un Rapporto di Sostenibilità nel quale, per quanto riguarda l’aspetto della sostenibilità sociale, abbiamo valutato la situazione dei nostri collaboratori, analizzando le criticità e capendo come migliorare ulteriormente le loro condizioni lavorative.
Come riuscite ad esprimere il vostro legame con il territorio nell’operatività quotidiana del Belvedere Locarno?
Siamo da anni la base di tutti i maggiori Club di servizio e Associazioni locarnesi. Oltre a essere l’Hotel Partner del Locarno Film Festival, per il quale ospitiamo attori, registi, produttori e membri della giuria. Viviamo quindi all’interno delle nostre mura la realtà del territorio. Più in generale, è proprio il nostro approccio ad essere ticinese: a differenza di altre strutture, il nostro contatto con i clienti è prettamente italiano; ci teniamo a questo aspetto, per noi è molto importante, così come lo è il dialetto ticinese per i nostri clienti locali. Inoltre, lavorando qui tutto l’anno e non solo per l’alta stagione, i collaboratori da diverso tempo hanno cominciato a vivere in prossimità dell’hotel, diventando a tutti gli effetti parte della comunità locarnese: sembrano piccoli dettagli ma cambiano radicalmente la percezione dell’anima dell’hotel.
Ha accennato alla destagionalizzazione dell’Hotel Belvedere Locarno: a cosa è dovuta questa scelta?
È stata una volontà precisa di mio padre sin dall’inizio di questa avventura. Nella sua visione l’hotel deve far parte della vita quotidiana dei locarnesi, senza considerare che negli ultimi anni sono cambiate anche le esigenze del turismo, con una rilevante percentuale di turisti stranieri che vuole godere dell’influenza mediterranea che si può respirare nella “Sonnenstube” anche al di fuori dei mesi estivi: tutti gli investimenti realizzati vogliono infatti valorizzare le attività che si possono fare in bassa stagione. A partire dalle funzionali sale dedicate al settore MICE, al bar, al ristorante e soprattutto all’area wellness.
Un’area wellness della quale si sta occupando personalmente con lo Studio Architettura Guffanti Lissi Associati. Che esperienza è?
Molto impegnativa, specie per l’organizzazione degli impianti e delle attrezzature nonché per l’arredamento, ma allo stesso tempo stimolante, in quanto sarà un progetto che porterà a un altro livello le dimensioni e le ambizioni dell’Hotel Belvedere Locarno. Oltre a valorizzare maggiormente un’area di pregio della struttura, il completamento della Spa si rivolgerà a un target molto più ampio: dagli adulti, che avranno una zona riservata a loro, alle famiglie, con i bambini che potranno giocare e divertirsi in totale sicurezza. Si tratta di un progetto complesso, pieno di aspetti diversi da considerare, ma con l’Architetto Fabrizio Guffanti formiamo un team complementare che, grazie alle diverse sensibilità, sta riuscendo a portare a termine un lavoro che non vediamo l’ora di presentare a tutti i nostri ospiti.
Come vede il futuro, non solo del vostro hotel ma in generale del settore alberghiero ticinese?
Pieno di sfide. Non solo economiche ma anche dovute ai cambiamenti climatici che, come abbiamo potuto constatare in questi mesi, sta ridefinendo il turismo, portando a ricercare nuovi mercati e prolungare i periodi di attività. In questo senso la visione di mio padre di proporre una struttura funzionale tutto l’anno ha anticipato i tempi, rivelandosi vincente. Siamo quindi convinti che la continuità e la costanza nel perseguire la qualità prima o poi porti i giusti dividenti, soprattutto quando si riesce a coinvolgere la comunità del proprio territorio. Quello che all’Hotel Belvedere Locarno facciamo sin dal primo giorno.
Patricia Lissi,
Membro del CdA Hotel Belvedere Locarno
e Project Manager dello Studio di Architettura Guffanti Lissi Associati
www.belvedere-locarno.com