Ma quali sono le modifiche che dobbiamo attenderci alla Legge tributaria cantonale?
Nelle ipotesi di intervento presentate durante l’evento è stato posto l’accento sulle seguenti tematiche: (a) attenuazione dell’imposizione dei capitali previdenziali; (b) riduzione dell’aliquota massima ai fini dell’imposta sul reddito; (c) riforma delle imposte di successione e di donazione e (d) deduzione per spese professionali.
Il budget a disposizione per questa riforma si aggira tra un minimo di 45 e un massimo di 60 milioni di franchi. Vediamo ora gli ambiti di intervento.
a) Attenuazione dell’imposizione dei capitali previdenziali
In Ticino oggi chi preleva il capitale previdenziale (secondo e terzo pilastro A) è imposto sulla base di questo meccanismo: il capitale viene convertito in una rendita vitalizia (che considera sesso ed età della persona), ma al solo fine di determinare l’aliquota applicabile, ritenuto un minimo del 2%. L’aliquota così individuata viene applicata al capitale. Quindi, il sistema di per sé non è complicato, ma risulta poco interessante in termini di onere fiscale, confinando il Ticino tra i Cantoni meno attrattivi. Come segnalato da più fonti, diverse persone decidono di spostare il proprio domicilio in altri Cantoni al momento della liquidazione del capitale, spesso nei Grigioni, per risparmiare sulle imposte. Per evitare questa fuga di contribuenti, che ogni anno causa una perdita di gettito, la riforma dovrebbe prevedere un allineamento della norma ticinese a quella federale, cioè una riduzione pari ad un quinto dell’aliquota applicabile. In questo modo il Ticino dovrebbe poter rientrare nella media svizzera e non essere penalizzante per l’imposizione dei capitali previdenziali.
b) Riduzione dell’aliquota massima ai fini dell’imposta sul reddito
Già nel 2009, in uno studio sulla concorrenza fiscale intercantonale, commissionato dal Consiglio di Stato, il Centro competenze tributarie della SUPSI aveva evidenziato la problematica posizione fiscale del Ticino in riferimento agli alti redditi. Diversi sono stati gli atti parlamentari presentati in questi anni: gli ultimi da parte dell’UDC e del PLR. Si tratta di proposte di riduzione attorno all’11-11.5% dell’aliquota cantonale, in modo da riportare il Ticino nella media svizzera con un prelievo complessivo attorno al 32-33%. Oggi il Cantone si trova, invece, con un prelievo complessivo attorno al 40% che lo posiziona al 21° posto nella graduatoria intercantonale. Resta da capire se il Consiglio di Stato seguirà le proposte parlamentari oppure sarà più prudente. Sicuramente questo è un tema che richiede una discussione politica. Al fine di adottare delle decisioni consapevoli, sarebbe opportuno che gli organi politici disponessero di statistiche fiscali attuali e dettagliate sui contribuenti ticinesi. Vi sono diversi Cantoni che possono essere presi come esempio: su tutti Sciaffusa e Svitto.
c) Riforma delle imposte di successione e di donazione
Da anni si discute anche di riformare le imposte di successione e di donazione in Ticino. Ricordo che queste imposte sono di esclusiva competenza cantonale e, tra Cantoni, vi sono differenze, talvolta anche importanti. Basti pensare che Svitto e Obvaldo non prelevano queste imposte, mentre (pochi) altri continuano a imporre le devoluzioni tra genitori e figli. In Ticino uno dei problemi sollevati da più fronti è il mancato riconoscimento, da un profilo fiscale, del cd. “concubinato”. Ad esempio, se due persone hanno vissuto insieme una vita senza mai sposarsi, al momento del decesso di un concubino si applicheranno loro le aliquote dei non parenti, che arrivano fino al 41%. Si tratta soprattutto di rivedere i gradi di parentela per determinare l’imposta. Vi è inoltre una richiesta del mondo delle aziende familiari per introdurre delle disposizioni volte a facilitare la successione aziendale. Anche in questo campo dovrebbero quindi esserci novità.
d) Deduzione per spese professionali
In Ticino oggi le “altre” spese professionali sono deducibili nella misura di fr. 2’500, importo stabilito forfettariamente. In alternativa il contribuente può far valere le spese effettive, se più elevate. È verosimile che in questo campo vi sia un aumento dell’importo forfettario oppure un passaggio al sistema usato dalla Confederazione e da altri Cantoni, che applica un’aliquota al reddito del lavoro per stabilire la deduzione, ritenuto un importo minimo e uno massimo. A livello federale è pari al 3%, minimo fr. 2’000 e massimo fr. 4’000.
Conclusione
La nuova legislatura cantonale avrà modo di discutere il pacchetto fiscale già nel corso di quest’anno. Non mancheranno certo le discussioni su tematiche da sempre dibattute. È possibile che anche il Popolo venga chiamato ad esprimersi qualora contro la decisione del Gran Consiglio l’opposizione lanciasse un referendum. Quel che conta è avviare una discussione sulla fiscalità in Parlamento per capire dove vorrà posizionarsi il nostro Cantone per gli anni a venire.
Prof. Dr. Samuele Vorpe,
Responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI
www.supsi.ch/fisco