- aumentare la deduzione per “altre spese professionali” per le persone che esercitano un’attività lucrativa dipendente;
- rivedere l’impostazione delle imposte di successione e di donazione per tenere conto dell’evoluzione dei concetti di famiglia;
- abbassamento dell’aliquota fiscale massima sul reddito delle persone fisiche;
- riduzione dell’imposizione dei capitali previdenziali.
Il presente contributo illustrerà ciascuno di questi ambiti e le modalità di finanziamento delle misure proposte.
Le misure oggetto della riforma fiscale
Le altre spese professionali
Dal punto di vista fiscale, chi svolge un’attività lucrativa dipendente può beneficiare della deduzione “altre spese professionali”, oltre alle deduzioni previste per spese di trasporto, doppia economia domestica, lavoro a turni e spese per alloggio. Il Decreto esecutivo concernente l’imposizione delle persone fisiche stabilisce una deduzione forfettaria di fr. 2’500. Nel caso in cui il contribuente eserciti l’attività per meno di 6 mesi o al 50%, la deduzione viene ridotta della metà. È opportuno precisare che, ai sensi della normativa vigente, il contribuente ha la facoltà di far valere deduzioni superiori relative ad “altre spese professionali”, a condizione che tali spese siano debitamente giustificate.
Generalmente, sotto questa voce si elencano le spese causate dall’esercizio della professione, quali, per esempio, gli strumenti di lavoro (inclusi dispositivi informatici), libri e riviste specializzate, indumenti da lavoro o l’usura specifica di scarpe e vestiti. Come osserva il Consiglio di Stato, il Ticino è uno dei Cantoni meno generosi sul piano intercantonale, poiché soltanto San Gallo, Appenzello Esterno, Ginevra e Basilea-Campagna prevedono degli importi inferiori.
La proposta dell’esecutivo è quella di aumentare l’importo deducibile a titolo di “altre spese professionali” prevedendo una deduzione del 4% dello stipendio netto, ritenuto un minimo di fr. 3’000 e un massimo di fr. 5’000.
Rispetto ad oggi, per i salari inferiori a fr. 75’000, è previsto una maggior deduzione di fr. 500 (cioè fr. 3’000 meno fr. 2’500), per quelli situati tra fr. 75’000 e fr. 125’000 una maggior deduzione compresa tra fr. 500 e fr. 2’500, mentre per i salari superiori a fr. 125’000 la maggior deduzione rispetto ad oggi è di fr. 2’500 (cioè fr. 5’000 meno fr. 2’500).
Viene proposta una modifica anche per la deduzione accessoria per “altre spese professionali”, passando dall’attuale deduzione fissa di fr. 800 ad una deduzione variabile, calcolata sulla base del 20% del reddito netto, ritenuto un minimo di fr. 800 e un massimo di fr. 2’400.
Le imposte di successione e di donazione
Nelle sue premesse, il Consiglio di Stato ha richiamato i cambiamenti socio-demografici avvenuti in questi ultimi anni, segnatamente l’aumento dei divorzi, della speranza di vita e parimenti la creazione di seconde e terze relazioni coniugali e di partenariato registrato (per le coppie omosessuali) o di fatto (i cd. concubini). I Cantoni in ambito di imposte di successione e di donazione dispongono di un’ampia autonomia. Tant’è che due Cantoni hanno abolito queste imposte nel loro ordinamento fiscale: si tratta di Svitto e Obvaldo.
Da un confronto intercantonale, il Canton Ticino è uno dei più generosi seguendo una “prospettiva verticale”, poiché esenziona i trasferimenti di patrimonio dei discendenti e degli ascendenti diretti. Diversamente è poco interessante fiscalmente da una “prospettiva orizzontale”, poiché l’imposizione sui trapassi per la maggior parte dei gradi di parentela è superiore alla media, ad eccezione del legame orizzontale tra coniugi o partner registrati, che risulta esente da imposta in tutti i Cantoni.
È, in particolare, l’aliquota del 41% tra non parenti e il riconoscimento dei concubini a rendere il Ticino poco interessante. Si segnala, da un lato, l’introduzione del “concubino” o meglio del partner consensuale, con un’imposizione al 15.5% (rispetto al 41%) a condizione che le persone abbiano convissuto per un periodo di almeno 5 anni, senza interruzioni di rilievo oppure vivano con dei figli minorenni in comune e, dall’altro, la riduzione al 35% dell’aliquota massima tra non parenti, rispettivamente una riduzione generalizzata dell’imposizione sulla base dei diversi gradi di parentela rispetto al diritto vigente.
Di rilievo, pure, l’intenzione di introdurre una quota esente generalizzata pari ai primi fr. 10’000 all’anno, valida per singolo beneficiario che riceve devoluzioni dalla medesima persona (in ambito di successione o donazione), così come una norma che prevede delle agevolazioni fiscali in caso di successione aziendale.
Flat tax per i redditi alti
Nel confronto intercantonale il Ticino si posiziona ai primi posti per l’imposizione dei redditi bassi e medio-bassi, nella media per i redditi medi e agli ultimi posti per i redditi elevati. Vi è, quindi, un’impostazione sociale, orientata alla redistribuzione dei redditi, della scala delle aliquote ticinesi. La necessità di intervenire si pone, dunque, per gli alti redditi. La proposta è quella di interrompere la progressività quando l’aliquota media raggiunge il 12%. Ciò avviene a partire da circa fr. 290’000 per le persone sole e da circa
fr. 360’000 per i coniugi. Per i redditi superiori si applica l’aliquota proporzionale del 12%. Tuttavia, la riduzione al 12% si applicherà a partire dal 2025, poiché per il 2024 è prevista una riduzione al 13.25% dell’aliquota massima. In questo modo il Canton Ticino rientrerà nella media intercantonale anche per gli alti redditi, con un prelievo complessivo che passerà dal 40.1% al 34.7% nel capoluogo cantonale. Si tratta di una riforma attesa dal 1976: l’ultimo anno in cui vi è stata una riforma delle aliquote d’imposta sul reddito.
Significative, a questo riguardo, le considerazioni del Governo sulla fuga di contribuenti facoltosi. Infatti, Tra il 2016 e il 2022, i contribuenti con redditi o sostanze imponibili superiori a 500’000 franchi, rispettivamente, a 5 milioni franchi, che hanno trasferito il proprio domicilio fiscale fuori Cantone sono stati complessivamente 395. Per contro, il numero degli arrivi di contribuenti facoltosi è stato di 190 casi. L’auspicio, con questa riforma, è evidentemente quello di invertire il trend negativo dei contribuenti facoltosi. Inoltre, si intende rendere il Ticino concorrenziale per la tassazione dei manager di gruppi multinazionali, dato che la concorrenza fiscale con l’introduzione della cd. “minimum tax” del 15%, si giocherà prevalentemente sulla fiscalità delle persone fisiche.
Capitali previdenziali
Il posizionamento del Ticino nel raffronto intercantonale dell’onere fiscale dell’imposizione della previdenza ricalca grosso modo quello ai fini dell’imposta sul reddito. Per le prestazioni in capitale di mezzo milione di franchi, il Canton Ticino può essere definito concorrenziale mentre, per importi superiori al milione, sprofonda all’ultima posizione. Ciò fa sì che un contribuente scelga un altro Cantone, ad esempio il Grigioni, per trasferire il proprio domicilio fiscale al fine di prelevare il capitale previdenziale.
La misura proposta è quella di mettere un tetto alla progressione della tassazione cantonale del capitale previdenziale al 3%, scoraggiando – come evidenzia il Consiglio di Stato – le partenze fuori Cantone in prossimità del pensionamento e favorendo l’arrivo di nuovi contribuenti.
Finanziamento delle misure fiscali
Nel 2020, il Gran Consiglio aveva deciso di ridurre il coefficiente cantonale d’imposta dal 100% al 97% per un periodo limitato a tre anni. Quindi, alla fine di quest’anno, decadrà automaticamente la misura transitoria. Parimenti esso aveva incaricato il Consiglio di Stato di finanziare una riforma fiscale per le persone fisiche con l’importo risparmiato dall’innalzamento al 100% del coefficiente cantonale. Il messaggio prevede, dunque, un costo di circa 45 milioni di franchi, inclusa la deduzione per figli dei premi della cassa malati, approvata in votazione popolare lo scorso 18 giugno.
Iter legislativo
Dato che le modifiche proposte dovrebbero entrare in vigore già il 1° gennaio 2024, il messaggio dovrà essere discusso in autunno dal Gran Consiglio. In caso di approvazione, è verosimile che la Sinistra lancerà un referendum. È possibile, quindi, che l’ultima parola spetti al popolo ticinese.
Conclusioni
La riforma presentata il 12 luglio scorso mira a rendere il Ticino concorrenziale, laddove necessario, nel confronto intercantonale.
Sicuramente la riduzione dell’aliquota massima sul reddito delle persone fisiche costituisce il perno centrale della riforma. Negli ultimi decenni l’immobilismo del legislatore ticinese ha fatto scivolare il Ticino ai piedi della scala, mentre gli altri Cantoni si sono mossi con numerose riforme. La concorrenza fiscale intercantonale esiste e non può essere ignorata dal Ticino. Non fare nulla avrebbe comunque un costo, dato dalle partenze di buoni contribuenti e dalla mancanza di arrivi.
Del resto, la fiscalità in Svizzera assume un ruolo centrale per le persone dotate di una mobilità accresciuta, poiché la maggior parte degli altri elementi, quali la moneta, la stabilità politica, i servizi, la sanità, ecc. da considerare per eleggere il domicilio è la stessa in tutti i Cantoni. È importante che il Ticino ritorni ad essere un luogo concorrenziale per il domicilio dei contribuenti benestanti, poiché una politica di redistribuzione dei redditi presuppone la presenza sul territorio di questi contribuenti, che contribuiscono in modo rilevante al gettito fiscale.
Prof. Dr. Samuele Vorpe,
Responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI
www.supsi.ch/fisco