L’incontro è stato organizzato a Lugano dalla Ticino Blockchain Technologies Association-TBTA (www.tbta.ch).
Coordinata dal Professor Giacomo Poretti, docente e ricercatore all’Istituto sistemi informativi e networking del Dipartimento tecnologie innovative di SUPSI Lugano, TBTA è la associazione mantello che promuove le attività dei maggiori professionisti del settore digitale attivi nel nostro cantone.
Ma torniamo alla DAO, che ha iniziato le attività nel 2015.
Riassumiamone il significato ricorrendo ad una premessa logica e generalmente acquisita. Anche in ambito digitale, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Nello specifico caso della DAO, grazie alla informatica, le procedure di legittimazione, i diritti e le conseguenti gerarchie del dibattito sociale cui siamo abituati, avvengono tramite protocolli informatici.
Ed ecco quindi che la messaggistica fra gli aderenti è sostituita dalla blockchain, ed i documenti che precedono o seguono le consultazioni fra gli appartenenti al gruppo sono sostituiti dai token digitali, chiamiamoli anche coupon, o cedole, tanto per indispettire gli addetti ai lavori.
Le conseguenze pratiche di queste procedure sono intuibili e simili alla generazione di quel consenso approvato dai partecipanti, leggasi: dialogo, come già ci insegna la nostra prassi quotidiana.
All’incontro luganese hanno partecipato Florian Spychiger, ricercatore associato presso la ZHAW di San Gallo, Marco Moshi di Polygon, e Lara Schmid di Dfinity, tra i maggiori operatori mondiali in ambito blockchain.
I relatori hanno condiviso con i partecipanti, fra i quali segnaliamo la presenza del Professor Marco Casanova docente presso la Università di Berna e la FHNW di Olten e che fra breve inaugurerà a Lugano la seconda edizione del CSR & ESG meets blockchain Summit (https://www.esgmeetsblockchain.com/), l’entusiasmo pionieristico per la diffusione del DAO come modalità alternativa di dialogo: oggi ancora teorica ma è comunque pronta a trasformarsi in applicazioni concrete ed irreversibili.
E sono proprio questi elementi a motivare l’interesse dei media nel segnalarne gli sviluppi, in attesa che poi evolvano in procedure accessibili, scalabili e condivise dal grande pubblico come anche dalle pubbliche amministrazioni mondiali.
Andreas Grandi