Nel nostro caso, parliamo di circa il settanta per cento delle imprese, che scendono a circa il cinquanta se consideriamo solo quelle dalla seconda generazione e oltre. Come potete facilmente immaginare, la percentuale si riduce col passare delle generazioni. Eppure, se consideriamo le imprese centenarie, troviamo quasi solo imprese familiari.
Numeri simili si riscontrano guardando i soci dell’AIF-Ticino (associazione delle imprese familiari ticinesi). L’AIF annovera soci di varie industrie e settori, purché siano almeno di seconda generazione.
Ciò che contraddistingue le imprese familiari è lo stretto rapporto (intimo mi viene da scrivere) tra le famiglie proprietarie e le imprese, che sono gestite non come realtà impersonali e anonime, ma come organizzazioni dotate di forte carattere che deriva proprio dalla tradizione familiare.
Questo carattere determina il ruolo particolare delle imprese familiari nel territorio dove operano. Famiglie e imprese sono fortemente radicate nel territorio. Ad esempio, nel caso delle imprese socie AIF, le famiglie così come le imprese risiedono nel Cantone. Questo fa sì che i rapporti con la comunità e con il personale siano caratterizzati da vicinanza. Ciò rende naturalmente le imprese familiari attori più responsabili dell’economia e delle società locali (è il concetto dell’impresa, buona cittadina). Anche se alcune imprese familiari (o alcune famiglie imprenditoriali) sono attive in iniziative filantropiche in altri paesi, la maggior parte di loro si dedica ad iniziative locali (sportive, culturali, di aiuto sociale). Un altro aspetto che caratterizza le nostre imprese familiari è l’impegno per il welfare aziendale.
Se le famiglie e le loro imprese contano così tanto per un territorio, è forse utile contare le famiglie. In media, in un’economia matura come la nostra, dietro ogni impresa ci sono da due a quattro famiglie, a dipendenza dell’età dell’impresa. Scorrendo la lista dei soci AIF, si conferma questo rapporto.
La conseguenza è che vi è un potenziale di 10-15 persone economicamente e socialmente attive per ogni impresa. L’AIF ha deciso due anni fa di istituire un osservatorio sulle imprese familiari lanciato in collaborazione con il dipartimento di economia aziendale sociale e sanitaria della SUPSI. L’obiettivo è fornire dati interessanti sulle famiglie e sulle imprese che consentirà alcune riflessioni. Ne anticipo qui un paio.
Anzitutto, l’aggregato famiglie proprietarie e imprese familiari ha un impatto rilevante dal profilo delle entrate fiscali cantonali e comunali. Il gettito fiscale è, infatti, originato dai redditi e dalle sostanze delle famiglie, che risiedono spesso localmente, e non solo dai redditi e dai capitali delle imprese. È chiaro che si tratta di contribuenti preziosi non solo per la quantità delle imposte pagate dalle famiglie e dalle imprese, ma anche (soprattutto) per la qualità di queste imposte.
Due aspetti definiscono la qualità dei contribuenti. Anzitutto è importante la stabilità degli imponibili che rende più agevole l’impostazione dei budget cantonali.
Secondariamente, è importante che i contribuenti tendano a rimanere legati al territorio d’origine. Di questo secondo aspetto ho già detto. Per quanto riguarda la stabilità degli imponibili, è dimostrato che le imprese familiari e le famiglie imprenditoriali sono particolarmente interessanti. Esse sono infatti caratterizzate da una prospettiva di lungo periodo (multi-generazionale). Tendono quindi a preferire la stabilità dei profitti e ad assumere rischi più controllati. Se il Cantone Ticino vuole prosperare, deve recuperare attrattività sul fronte della fiscalità per evitare di perdere contribuenti quantitativamente e qualitativamente preziosi.
L’altro tema rilevante è quello della governance e delle norme che facilitano una buona governance nonché il mantenimento delle relazioni tra famiglie imprenditoriali e imprese familiari. Per mantenere in salute le imprese familiari non basta governare efficacemente le imprese; occorre anche governare altrettanto efficacemente le famiglie. Per questo, a dipendenza della numerosità delle famiglie (due, quattro, ecc.), è importante selezionare strumenti di governance diversi.
Un’analisi dettagliata di tali strumenti eccede lo scopo di quest’articolo. Posso però confermare che L’AIF-Ticino considera sua missione accompagnare le imprese e le famiglie nella selezione e implementazione dei corretti strumenti di governance.
Mi preme qui invece ricordare che, su questo tema, anche il Cantone può svolgere un ruolo facilitando la successione da parte di una pluralità di soci, appartenenti a famiglie distinte, ma stretti da vincoli di alleanza. Nella recente riforma sono state introdotte facilitazioni alla successione quando essa riguardi il controllo di un’impresa familiare. Tali facilitazioni sono condizionate al fatto che la successione porti al controllo da parte di una sola persona fisica. Si tratta di una condizione non in linea con le statistiche nazionali ed internazionali.
Capisco l’esigenza di facilitare una proprietà coesa per evitare la deriva generazionale. La proprietà coesa non deve però essere necessariamente mono-personale. Esistono numerosi casi di imprese di terza e quarta generazione che con successo governano famiglie allargate e imprese familiari.
Credo sia utile riformare la riforma (almeno su questo punto) per renderla effettivamente efficace e coerente con la situazione concreta delle nostre imprese familiari e dei loro assetti proprietari.
Gianluca Colombo,
Professore emerito, Università della Svizzera italiana,
membro dell’advisory board di AIF Ticino
www.aifticino.com