La marmista Jeta Selimi lavora da vent’anni nel settore edile. Quando si parla di igiene e servizi igienici in cantiere, constata: «Negli ultimi anni non è cambiato nulla. Si continuano a usare per lo più i bagni chimici mobili, che non sono dotati di sciacquone e che generalmente vengono puliti solo di rado». Mancano spesso anche le possibilità per lavarsi le mani. Selimi definisce «umiliante» dovere utilizzare un WC mobile.
Ne va anche dell’immagine professionale, oltre che della salute. «Purtroppo i lavoratori edili non fanno sentire la loro voce. Conosco colleghe e colleghi che pur di non dovere usare il bagno chimico bevono il meno possibile sul lavoro, anche in piena estate».
Per l’architetta Corinne Spielmann della rete Baufrauen Zentralschweiz l’igiene è in qualche modo legata anche all’atmosfera che si respira in cantiere e al senso di rispetto nei confronti degli artigiani e delle artigiane: «Se non c’è una buona atmosfera in cantiere, spesso anche le condizioni igieniche non sono delle migliori». Al contrario, afferma, un buon livello d’igiene contribuisce a migliorare l’umore generale e la qualità del lavoro. «Se si ha la possibilità di lavarsi le mani, si evita anche di lasciare impronte sui pezzi nuovi da montare».
Bagni separati per le donne
In particolare nei grandi cantieri che coinvolgono diverse imprese di costruzione e artigiani, gli impianti sanitari sono responsabilità dell’impresa edile, ossia dei primi a svolgere i lavori in cantiere.
«Operiamo come appaltatore totale e forniamo a tutte le figure coinvolte in cantiere, fin dall’inizio dei lavori, servizi igienici come docce, lavandini e bagni, ma anche spogliatoi e spazi dove fare una pausa e consumare i pasti», spiega Cyrille Perceau, responsabile salute e sicurezza della Losinger Marazzi AG. «Le dimensioni e la quantità di questi servizi dipendono dal numero dei lavoratori impiegati». Alle donne vengono messi a disposizione servizi igienici e spogliatoi separati, conclude la responsabile per la salute e la sicurezza.
La Suva ha osservato che le condizioni igieniche sui cantieri generalmente peggiorano dopo l’ultimazione dei lavori della costruzione grezza. Non si è più riusciti a mantenere gli elevati livelli igienici imposti al tempo della pandemia.
Ragioni valide
Ci sono molte valide ragioni per assicurare buone condizioni igieniche in cantiere: i collaboratori sani e motivati rimangono più a lungo nella professione; servizi igienici più puliti e spogliatoi separati rispondono alle esigenze in particolare degli apprendisti; i costi del personale si riducono perché diminuiscono i casi di assenza sul lavoro per malattia.
Infine, un cantiere bene ordinato e organizzato è «il biglietto da visita più efficace per il settore», sottolinea Ivana Devigus.
Costruzionesvizzera si sta quindi impegnando affinché nelle disposizioni della SIA 118, la serie di norme più importante per la definizione dei contratti nel settore, venga inclusa la pianificazione generale dei servizi igienici nei cantieri.
Cosa dice la legge?
Come base giuridica per l’igiene in cantiere si applicano la legge sul lavoro (LL), articolo 6 «Obblighi del datore di lavoro e del lavoratore» e l’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro, insieme all’ordinanza sui lavori di costruzione. Le installazioni sanitarie rientrano ora tra le «misure proprie al cantiere» previste dall’articolo 3 dell’ordinanza.
La Suva è perciò autorizzata a verificare i servizi igienici in qualsiasi momento, a pronunciare ammonimenti in caso di violazioni e a imporre il rispetto delle norme.
Inoltre, a partire dalla primavera 2022 nelle nuove basi di calcolo dei capitoli del catalogo CPN «Igiene in cantiere» da 130000 a 133412 sono disponibili le posizioni per gli impianti igienico-sanitari e i servizi igienici.
L’ordinanza definisce i seguenti requisiti fondamentali:
- I servizi igienico-sanitari devono essere tenuti in perfette condizioni.
- Devono essere previsti servizi igienici separati per donne e uomini. Nei pressi dei servizi devono essere forniti mezzi adeguati per potersi lavare e asciugare le mani.
- Deve essere messa a disposizione una quantità sufficiente di servizi igienici: almeno un bagno/servizio ogni venti lavoratori.
Intervista a Christian Mahrer, responsabile sicurezza sul lavoro e protezione della salute per suissetec:
“Specificarli chiaramente nella gara d’appalto”
Chi è responsabile dei servizi igienici in cantiere?
Christian Mahrer: Di norma ogni datore di lavoro è responsabile della tutela della salute dei suoi lavoratori. Quando in cantiere lavorano diverse imprese, la legge sul lavoro impone che queste si accordino in merito ai servizi igienici.
Quali situazioni s’incontrano generalmente nella prassi?
Talvolta le aziende non conoscono bene queste prescrizioni, oppure non le rispettano adducendo ragioni di spazio; in altri casi poi manca un adeguato coordinamento. Nonostante esistano soluzioni di servizi igienici bene attrezzati, con acqua corrente, sapone e WC pulito, vengono ancora adoperati per lo più semplici bagni chimici privi di sciacquone, che non sono, a mio avviso, una soluzione valida.
Cosa suggerisce alle imprese edili?
Il direttore dei lavori o il progettista dovrebbe assumersi il coordinamento degli impianti igienico-sanitari in cantiere. È importante pensarci per tempo e specificare queste voci di costo nella gara d’appalto. È necessario definire una formula di ripartizione dei costi che tenga conto della durata dei lavori e del numero di collaboratori dell’azienda.
Sempre più spesso tra le maestranze attive in cantiere troviamo anche donne. Questo potrebbe portare a un miglioramento dei servizi igienici in cantiere?
Una maggiore presenza di donne in cantiere potrebbe certamente migliorare questa situazione – dopotutto molte aziende hanno bisogno di manodopera qualificata. Migliori condizioni igieniche in cantiere vanno a vantaggio di tutti e devono quindi diventare lo standard.
Fabrice Müller