Ne abbiamo discusso all’Assemblea dell’Ordine dei Commercialisti dello scorso 25 aprile: ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese resta un obiettivo primario per cui battersi con determinazione. È tanto, troppo tempo che lo diciamo, ma oggi qualche cosa inizia a muoversi.
La competitività economica del Cantone è un meccanismo complesso che fa leva su elementi di varia natura. Fra questi sicuramente rientra il “poter lavorare” senza distrazioni che potrebbero venire evitate, limitando i costi degli adempimenti burocratici, delle pratiche ripetitive e non digitalizzate, dei controlli multipli. Un risparmio importante di tempo e di danaro. Per le piccole e medie imprese ticinesi sprecare di meno significa investire di più. Proprio quello di cui c’è bisogno in un momento in cui l’economia stenta e il bilancio del Cantone non consente manovre economiche espansive.
Ma investire, oggi, è difficile per l’impresa privata, fra franco forte, tassi di interesse elevati e poco ottimismo nei consumatori. Una riflessione confermata dalla recente “Indagine congiunturale 2023/2024” della Camera di Commercio del Cantone Ticino, che di seguito citiamo: “Per il 2024 pesano le incertezze del contesto generale, perché “solo” il 42% delle aziende prevede investimenti e il calo è netto nel settore secondario, come del resto in tutta la Svizzera… Sono soprattutto le strutture medie a segnalare un rallentamento importante, mentre quelle grandi restano più ottimiste”. Il problema non è confinato al settore imprese. Anche noi privati subiamo ogni giorno un peso burocratico che, con i suoi costi, comprime consumo e risparmio, limitando il potenziale dell’economia.
Cosa fa la politica per liberare margini di manovra?
Non rispondete “poco o nulla”, non sarebbe vero. Oggi Berna si mostra attenta a questo argomento, aprendo nuove prospettive ai cantoni. Il 1° aprile 2024, quindi poche settimane prima della pubblicazione di questo numero di Ticino Economico, è scoccata un’ora importante per la lotta alla burocrazia. È questa la data in cui è entrata in vigore la Fase 1 della nuova “Legge federale sullo sgravio delle imprese dai costi della regolamentazione”. Un provvedimento significativo a livello federale, che attende di essere replicato a livello cantonale. Il risultato consisterà in un processo destinato a dare frutti nel tempo, volto a liberare risorse che oggi sono sprecate, ma che domani potranno venire utilizzate a favore della società.
La legge in questione vincola il legislatore federale ad agire in modo non oneroso per le imprese, emanando in futuro norme che presentino il miglior rapporto costi-benefici per l’economia nel suo insieme, accompagnate da procedure di facile esecuzione. Non sfuggirà al lettore quanto il progetto necessiti di strumenti digitali atti a renderlo fruibile. Ne è cosciente anche il legislatore federale: a questo fine è in via di allestimento una piattaforma elettronica centralizzata, volta a facilitare l’accesso delle imprese ai servizi offerti. Lungi dall’essere dirigistica, la legge si basa sui principi dell’economia di mercato: offrire opportunità alle imprese senza imporre loro alcun obbligo, ridurre la burocrazia senza crearne di nuova, verificare periodicamente i risultati raggiunti.
Ben si presta ad essere replicata a livello cantonale, introducendo un effetto moltiplicativo. Alcuni Cantoni sono all’avanguardia in questo sforzo. Le disposizioni legali dei Cantoni Zurigo e Basilea Campagna stabiliscono l’obbligo di limitare il numero di organi che interagiscono con le imprese. Le costituzioni dei Grigioni, di Argovia e di Soletta contemplano un obbligo generale di ridurre gli oneri amministrativi. Oggi, la “Legge federale sullo sgravio delle imprese dai costi della regolamentazione” offre l’opportunità di compiere nuovi passi in avanti di cui il Ticino ha urgente bisogno.
È questo il motivo per cui, a nome del Gruppo liberale radicale in Gran consiglio, ho introdotto un’Iniziativa parlamentare generica in cui si chiede al Consiglio di stato di allestire un progetto di legge cantonale che riprenda obiettivi e strumenti della normativa federale. Ben ricorderete come la Segreteria di Stato dell’economia abbia lo scorso anno stimato che, per le oltre duecento mila piccole e medie imprese svizzere, l’eccessiva burocrazia costa oltre sei miliardi di franchi all’anno. Una somma considerevole che sarebbe meglio destinare all’investimento.
È però anche nella vita privata e nella pratica aziendale che dobbiamo riscoprire il valore dell’evitare gli sprechi di tempo e di incrementare l’efficienza delle procedure. Vincere la resistenza al cambiamento, aprirsi alle nuove tecnologie che il mercato e la pubblica amministrazione ci mettono ogni giorno a disposizione costituirà la chiave del futuro. Volete un esempio banale? Perché perdere tempo per comperare ed esporre la vignetta autostradale fisica, quando con un click ne potete avere una elettronica? La Confederazione ha investito soldi ed energie nel mettere a disposizione dei cittadini uno strumento non burocratico che però meno della metà degli utenti oggi utilizza. Domandiamoci il perché.
Cristina Maderni,
Presidente dell’Ordine dei Commercialisti
del Cantone Ticino e deputata PLR in Gran Consiglio
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