Lo hanno ricordato in una serata aperta al pubblico il gruppo Tether e le autorità municipali, concedendosi alla comunicativa tipica del popolo del web, ovvero irrituale nella forma, ma concreta nella sostanza di risultati e prospettive, esattamente come accade per la comunicazione istituzionale che tutti conosciamo.
Perché, ricordiamolo, anche la narrativa digitale non può sottrarsi dal trovare origine, giustificazione e dunque conferma nella matematica delle cifre, ovvero nei proverbiali fatti che come sempre giustificano le parole.
Ciò premesso, torniamo alla cronaca della serata.
Davanti ad un pubblico di circa seicento addetti ai lavori, il Sindaco di Lugano Michele Foletti e il Chief Technology Officer-CTO di Tether Paolo Ardoino, hanno riassunto i risultati di un accordo che in soli 12 mesi ha bruciato le tappe.
Parti contraenti: da un lato il gruppo Tether, attivo a livello mondiale nelle criptovalute; dall’altro, il Comune di Lugano, che ben prima dell’arrivo dell’operatore estero aveva già approvato per il periodo 2018-2028 le sue linee di sviluppo in ambito digitale per compensare il declino degli introiti finanziari in passato favoriti dal segreto bancario.
E allora, cosa è successo negli ultimi dodici mesi? Come ricordato da due testimonials d’eccezione, la presidentessa di Federcommercio Ticino Lorenza Sommaruga e Roberto Mazzantini, presidente del Luxury District di Lugano, la Associazione Via Nassa, Tether ha finanziato le apparecchiature tecniche per consentire ai commercianti luganesi di accettare pagamenti con monete elettroniche come il LVGA, la pre-esistente criptovaluta locale, oltre che le subentranti Bitcoin e, appunto, Tether, criptovalute mondiali.
In questo progetto il franco svizzero, nei fatti come nelle intenzioni, si conferma la valuta nazionale in cui ogni cripto può essere convertita in modo libero, costante ed incondizionato. Attualmente oltre 300 esercizi commerciali nel territorio luganese offrono alla clientela la opzione di pagamento in criptovalute. Da inizio aprile, anche le amministrazioni cittadine, oltre che accademiche, accetteranno in criptovalute il pagamento di multe, rette universitarie, tariffe di parcheggio, servizi comunali, e soprattutto tasse, che seppure smaterializzate in forma elettronica restano da pagare come in passato. Insomma: in tutti questi casi, le monete digitali rappresentano un valore reale, quanto altrettanto concreto è il debito da pagare.
Inevitabile che il Lugano Plan B interessasse anche il mondo economico: molti operatori hanno iniziato a trasferirsi nella città del Ceresio, attraendo nel territorio luganese profili professionali altamente specializzati ed innovativi, premessa indispensabile a quella riconversione in positivo, chiamiamola pure “upcycling” tanto cercata quanto necessaria alle amministrazioni internazionali per risollevarsi dalle difficoltà non solo pandemiche.
Nel corso della serata Paolo Ardoino ha inoltre confermato l’avvio del Plan B Business Hub, un parco tecnologico in pieno centro città dedicato allo sviluppo delle tecnologie digitali. Questa nuova location del sapere virtuale potrà accogliere sino a 300 professionisti digitali, tra residenti e turisti, oltre ad offrire un centro conferenze, spazi di ristoro e svago per chi ne faccia richiesta. Piccolo articolare: l’immobile in questione era adibito a sede bancaria e negli ultimi anni si presentava sfitto perché mancavano subentranti adeguati.
Torniamo alle note di cronaca e ricordiamo che negli scorsi dodici mesi Lugano ha anche debuttato sui mercati finanziari mondiali con il primo prestito digitale regolato da procedure blockchain, oltre ad avere ospitato a fine 2022 i 1500 partecipanti della prima edizione del Plan B Forum, che sarà ripetuto tra breve (https://planb.lugano.ch/planb-forum/). La rivoluzione digitale ha interessato anche i tre maggiori poli accademici luganesi, ovvero la Università della Svizzera Italiana-USI, la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana-SUPSI, e la Franklin University of Switzerland-FUS che oggi offrono ai loro studenti dei corsi sulle tecnologie digitali, delle Summer School estive.
Il 10 marzo sarà invece lanciato B4B-Blockchain for business, un percorso formativo promosso dalla agenzia comunale per la digitalizzazione, il Lugano Living Lab-L*3, in collaborazione i tre poli universitari sopra citati, per la formazione degli operatori economici luganesi sulle tecnologie blockchain.
La rivoluzione digitale ha portato Lugano anche alla attenzione dei maggiori poli mediatici internazionali, a partire dal World Economic Forum-WEF che al recente meeting di Davos ha ospitato una delegazione cittadina. Ma l’evento grigionese non è il solo dove il Plan B di Lugano è stato protagonista. In questi giorni la città del Ceresio ha infatti pubblicato i risultati di uno studio curato da IBM tramite IBM iX, partner di Lugano Living Lab, che ha segmentato la visibilità del Plan B sul web nell’anno appena concluso, ovvero i contenuti pubblici in lingua italiana e inglese editati online tra novembre 2021 e febbraio 2023 sulle piattaforme social e la messaggistica raggiungibile dai motori di ricerca, come blog, articoli di giornali online e relativi commenti.
Tra i social media considerati troviamo i canali informatici di Lugano Plan B e Twitter, nonché i post pubblici sui social media con hashtag corrispondenti, come ad esempio #luganoplanb oppure #luganomycity. Alcune piattaforme social, fra cui Linkedin e YouTube, invece sono state oggetto di una indagine separata. Dall’analisi sono emersi i seguenti risultati. Nel periodo precedente il lancio di Plan B, leggasi: novembre 2021 – febbraio 2022, la Città di Lugano totalizzava solo 9’620 riferimenti testuali pubblicati su post, commenti online, articoli e nei testi pubblici citati da social media, siti web, forum e blog.
Cosa è successo dopo? Nel primo anno di operatività, ovvero tra marzo 2022 e febbraio 2023, i dialoghi, la messaggistica giornaliera su Lugano e il Plan B é aumentata da 80 a 386, raggiungendo quota 141’000. Per gli amanti della statistica: un incremento del 1365 %. In particolare, i canali social di Lugano Plan B, ovvero Twitter, Instagram e Linkedin, in un anno hanno raggiunto i 13’000 followers a livello mondiale.
In un virtuoso rapporto di causa effetto, a maggiori notizie sono seguiti altrettanto maggiori reazioni dei lettori, i cui commenti, like, condivisioni, retweet e via a seguire in dodici mesi sono passati da 158’000 a 819’000, ovvero +418% punti percentuali.
Il 62% della messaggistica online degli ultimi 12 mesi ha innanzitutto riguardato il mondo della finanza, seguito dalla ristorazione e poi dal commercio. La quasi totalità dei commenti, il 92%, si è espressa positivamente sulle iniziative digitali in corso del territorio, con un picco di consensi di addirittura il 96% per le parole chiave “Lugano Plan B” e “blockchain”.
Commentando il primo anniversario degli accordi Lugano Plan B, verrebbe da concludere dicendo “potevamo stupirvi con effetti speciali”. Ma abbiamo preferito solo limitarci ai fatti.
di Andrea Grandi