“Il processo di realizzazione è stato lungo”, racconta Nicola Truaisch della ditta Truaisch & Derighetti di Dongio che, insieme all’architetto e capo progetto Sabrina Binda, ha ideato e realizzato la struttura su incarico della Società Alpinistica Ticinese (SAT).
Il bivacco è destinato agli escursionisti esperti che percorrono l’itinerario della Via Alta Crio. Ottenere i permessi per costruire a un’altitudine così elevata è un processo complesso: in questo caso, sono stati necessari circa due anni per soddisfare tutte le normative cantonali e ambientali, rispondendo anche alle richieste di organizzazioni come il WWF.
Una volta individuato il sito ideale, tenendo conto dei rischi di valanga, i promotori hanno ottenuto in affitto un terreno dal Patriziato di Malvaglia. Superati i vari iter normativi, si è potuto procedere alla costruzione, affrontando le numerose difficoltà legate alla realizzazione in un contesto così estremo.
La particolarità del bivacco non risiede solo nella sua posizione, ma anche nel suo design originale. A differenza di un rifugio, dispone esclusivamente di beni di prima necessità e non è dotato di riscaldamento. Binda e Truaisch hanno progettato la struttura di 14,5 x 4 metri ispirandosi alla forma esagonale e ricoprendola con tegole in alluminio rosse, dando così un tocco elegante e moderno.
Il design innovativo ha suscitato interesse a livello europeo, partecipando a un concorso organizzato dalla ditta di tegole PREFA.
La costruzione in loco è stata un’impresa avventurosa, documentata anche in un programma televisivo*.
Dopo aver costruito e assemblato i vari moduli in legno di abete a Dongio per verificarne la compatibilità, la struttura è stata smontata e ogni modulo, del peso di alcune tonnellate, è stato trasportato in elicottero fino alla destinazione finale. In totale, sono stati necessari otto voli per completare il trasporto. Un’operazione quindi impegnativa e di costo considerevole.
Una volta giunti sul posto, Truaisch e due collaboratori hanno pernottato in quota per diverse settimane, lavorando in condizioni talvolta difficili e sfidando le intemperie. Dopo un mese di intensi sforzi, la costruzione è stata portata a termine con successo. Il bivacco, ecologico e dal design minimale, è dotato di impianti fotovoltaici, batterie di accumulo per l’illuminazione interna e una postazione USB per la ricarica di dispositivi elettronici. La cucina è alimentata con bombole a gas, mentre l’allacciamento idrico e il WC a secco sono accessibili unicamente all’esterno, conformemente alle normative cantonali.
Truaisch si dice soddisfatto del lavoro svolto interamente nella e dalla Val di Blenio: “È importante perché dimostra che in Ticino siamo capaci di realizzare opere di questo tipo”, conclude con orgoglio.