La geopolitica e i modelli commerciali globali si stanno rapidamente riconfigurando. Le tensioni in Medio Oriente, in particolare, stanno esercitando pressioni sulle principali materie prime, interrompendo le rotte commerciali e le catene di approvvigionamento. Dal canto suo, la “transizione verde” non solo aumenta la domanda di materie prime legate all’energia pulita, ma solleva anche importanti questioni riguardanti l’approvvigionamento sostenibile e l’impegno verso una produzione etica delle materie prime.
La Global Commodities Conference 2024 organizzata dalla Lugano Commodity Trading Association (LCTA) è stata l’occasione per commercianti svizzeri e internazionali di materie prime (traders), ma anche banche ed assicurazioni attive nel settore, di prendere parte ad una discussione significativa su questi temi e di confermare come il commodity trading sia in grado di affrontare la frammentazione globale e un nuovo ordine mondiale, navigando nella complessità operativa, apportando i necessari adeguamenti e capitalizzando le nuove opportunità di trading.
La Conferenza 2024 ha preso l’avvio il 1° luglio con una cena inaugurale tenutasi al SEVEN Restaurant a Lugano. Dopo i saluti introduttivi del vicepresidente LCTA Roberto Grassi, ha preso la parola Yves Rossier, già Ambasciatore svizzero in Russia, con un discorso acuto e pungente su un mondo monoblocco, sui rapporti di causa ed effetto tra guerra, commercio e sanzioni e su una Svizzera sempre meno rilevante nel teatro diplomatico globale.
La Conferenza è proseguita il giorno successivo al LAC Lugano Arte e Cultura, con i saluti iniziali del presidente Matteo Somaini e una mattinata articolata in due sessioni.
Nella prima sessione, Matthew Bryza, già ambasciatore americano in Azerbaigian, si è espresso in merito al nuovo scacchiere mediorientale e ai vari pezzi che lo compongono. Sulla scia delle sue considerazioni sono poi intervenuti la studiosa di politica estera Anna Borshchevskaya, membro Senior de The Washington Institute for Near East Policy, Marco Galimberti, CEO di DP Trade SA, Ano Kuhanathan, Head of Corporate Research di Allianz Trade e James May, Head of Strategy di Duferco SA, e lo stesso Matthew Bryza, in un panel moderato dal giornalista del Corriere del Ticino Dimitri Loringett.
Il panel di analisti e di leader di settore ha analizzato gli effetti del conflitto sul commercio di materie prime e sul trasporto marittimo, dagli aspetti logistici all’aumento dei costi, alla gestione dei rischi, evidenziando come gli effetti negativi dell’incertezza si sia riversata sull’Europa e in particolare sulla sua “locomotiva” (la Germania), sempre meno competitiva, non senza però dimenticare le opportunità che si presentano grazie al Medio Oriente, per la prima volta protagonista della transizione energetica.
La seconda sessione è stata introdotta da Deia Markova, Head of Trade Commodity Finance presso Société Générale Corporate & Investment Banking (SGCIB), che si è concentrata sull’“ecologizzazione” delle materie prime e sulla “decommoditizzazione” del settore, guidate dalla transizione energetica, e su come produttori e commercianti di materie prime possano adattarsi a questo ambiente in continua evoluzione. Il tema è poi stato approfondito da Simone Knobloch, COO di Valcambi SA, Giulio Macciocchi, Head of Finance & ESG di DXT Commodities SA, Stephen Thomas, Head of ESG & Sustainability di ArrowResources AG e dalla stessa Deia Markova in un panel moderato da Dominique Bruggmann, Manager Financial Services Risk Consulting di Ernst & Young AG.
I panelist hanno evidenziato il ruolo giocato dai mercati del carbonio nella transizione verso la decarbonizzazione e il fatto che clienti ed istituti finanziari richiedano sempre più materie prime provenienti da fonti sostenibili e responsabili, sottolineando altresì il rischio di sovra regolamentazione e la necessità di trovare soluzioni accettabili per tutti.
La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente LCTA Matteo Somaini, che ha volutocondividere i suoi “takeaway”, tra cui: la relatività di concetti come la multipolarità, la volatilità e la stabilità; la possibile affermazione di un nuovo paradigma in cui la politica predomina sull’economia; la necessità per i trader di trarre vantaggio dalle transizioni e, nello specifico, di riuscire a cavalcare con successo la transizione energetica; come questa vada di pari passo con una “transizione senza risorse”, che in sostanza richiede l’adozione di nuove strategie di approccio ai mercati.
Una Conferenza intensa e ricca di spunti, ma anche di opportunità di networking, che ha riunito a Lugano oltre 150 professionisti del settore, provenienti da tutta la Svizzera e da importanti centri come Londra e Dubai.